Precari. Che ne sarà dei lavoratori delle cooperative e delle agenzie di lavoro?
17 SET -
Gentile Direttore,
gli ultimi 10 anni per la Sanità Campania sono stati anni difficili con il commissariamento dovuto ai piani di rientro, il blocco del turn-over e i limiti ai tetti di spesa che hanno completamente ridisegnato il Sistema Sanitario Regionale.
Con il Decreto 49/2010 si è applicata la Spending Review che ha portato alla chiusura di diverse Strutture Sanitarie riducendo la risposta assistenziale pubblica, abbandonando totalmente le politiche sanitarie territoriali e lasciando al privato accreditato ampi margini di manovra che gli hanno permesso di assorbire quelle attività che erano di pertinenza del pubblico. La politica dei tagli non accompagnata da una seria pianificazione ed organizzazione delle attività sanitarie ha prodotto dei Piani Sanitari Regionali fallimentari, nessuno di essi infatti ha superato l’approvazione ministeriale, in altre parole, la politica pensava di arginare uno tsunami con un ombrellino di carta.
Dieci anni (2008/2018) di blocco del turnover e il relativo calo delle risorse umane hanno incrementato il fenomeno del precariato e hanno fatto crescere a dismisura le più svariate forme di lavoro atipiche in sanità, dall'utilizzo di cooperative al reclutamento di personale attraverso agenzie di lavoro. È cosi che le aziende sanitarie in Campania, con l’intento di superare gli ostacoli posti dal limite di spesa per il personale, attualmente fissato alla spesa del 2004 (- 1,4 %) hanno fatto ricorso a queste tipologie di lavoro flessibile, i cui costi, ricordiamo, gravano su spese per “ beni e servizi”.
Per non parlare poi delle procedure di acquisizione di questo personale, troppo spesso legate alle varie clientele e alla spartizione degli appalti tra aree politico-sindacali.
Ad oggi, nonostante vi siano diversi avvisi di mobilità regionali e interregionali, le aziende continuano a reclutare personale in somministrazione, ciò ci induce a pensare che “ l’affare” è stato economicamente produttivo, ma certamente non per i lavoratori.
Questi ultimi 10 anni sono stati gli anni più bui della Sanità Campana, con gare d'appalto mai espletate che sono andate avanti con proroghe decennali e spesso con infiltrazioni malavitose nei Presidi Ospedalieri.
Oggi tutti i “nodi sono arrivati al pettine”, adesso è il tempo delle risposte, adesso bisogna avere il coraggio di dire ai lavoratori delle cooperative sociali e delle agenzie di lavoro in Campania che il lavoro è finito, perché a seguito delle procedure di mobilità e concorsuali il loro posto di lavoro sarà a rischio.
Prima o poi sarebbe arrivato il conto di queste scelte scellerate, ma purtroppo la politica clienterale è passata sulla pelle dei lavoratori, lavoratori che in tutti questi anni hanno retto il SSN pubblico garantendo i LEA al pari degli altri lavoratori.
Questo è lo stato dell’arte in Campania e se ancora si mantiene in piedi il Sistema Sanitario Pubblico è solo grazie alle migliaia di operatori Sanitari, donne e uomini che ogni giorno erogano una risposta assistenziale ai cittadini tra turni di lavoro massacranti e piani triennali del fabbisogno che non corrispondono alle dotazioni organiche previste dai decreti regionali. Cosa ne sarà quindi dei lavoratori precari in Campania?
Attendiamo ora risposte concrete da chi si permette di definire “svedese” il modello della sanità in Campania pur di non assumersi le proprie responsabilità cercando di porvi rimedio, che si renda conto di star dipingendo un quadro grottesco travisando la realtà come fosse in campagna elettorale, il tutto sulla pelle di lavoratori e cittadini.
NurSind Coordinameto Regionale Campania
17 settembre 2019
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