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Friuli Venezia Giulia. Telesca: "Verso l'accreditamento al Ssr le terme di Monfalcone e Lignano"

Le terme romane svolgono attività solo in regime privatistico, ma sulla base di una autorizzazione ad hoc delle Aziende sanitarie potranno fornire alcune prestazioni con oneri a carico del Ssr. Una soluzione per arginare la mobilità extra regionale. Telesca: “Recupereremo, in una prima fase, il 15 % dell'importo della fuga regionale”

11 SET - Via libera alla possibilità di un accreditamento istituzionale delle terme romane di Monfalcone (Go) e le terme di Lignano (Ud), che attualmente svolgono la loro attività solo in regime privatistico.  Sulla base di specifica autorizzazione delle competenti Aziende sanitarie, potranno fornire alcune prestazioni con oneri a carico del Servizio sanitario regionale.
 
Lo stabilisce una delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Salute Maria Telesca.
 
Attualmente in Friuli Venezia Giulia già accreditate sono le terme di Arta (Ud), gestite dalla casa di cura Città di Udine, e quelle di Grado (Go), gestite dalla società Git. Complessivamente esse erogano prestazioni termali a carico del Servizio sanitario regionale (in prevalenza fanghi, inalazioni aerosol, bagni per malattie artroreumatiche) per circa 700 mila euro l'anno (699 mila euro l'ultimo dato disponibile, relativo al 2013).
 
Tuttavia le due strutture non sono l'unico punto di riferimento di chi necessita di cure termali ed è molto accentuato il fenomeno della cosiddetta fuga extraregionale. Sempre nel 2013, infatti, diversi cittadini del Friuli Venezia Giulia si sono rivolti a stabilimenti accreditati di altre regioni, specie il Veneto, che hanno fornito prestazioni, sempre a carico del Servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia, per 2 milioni 659 mila euro. Ad attrarre sono soprattutto i vicini stabilimenti veneti di Bibione (un milione 267 mila euro di prestazioni) e della zona Abano-Montegrotto (622 mila).
 
Come rileva l'assessore Telesca “ciò significa che in Friuli Venezia Giulia c'è una domanda superiore all'attuale offerta, tale da consentirci di determinare un fabbisogno aggiuntivo di prestazioni termali a carico nel nostro Servizio sanitario”. E dunque “poiché le prestazioni termali extraregionali richieste da residenti del Friuli Venezia Giulia coincidono in larga parte non solo con quelle che erogano già in convenzione i due stabilimenti di Grado e Arta ma anche con quelle offerte, al momento solo privatamente, da Monfalcone e Lignano, abbiamo stabilito, con questa delibera, di consentire che anche queste ultime strutture facciano domanda di accreditamento, qualora - come immaginiamo – interessate”.
 
Tutto ciò non significa che automaticamente si interrompa il flusso verso altre Regioni. "Di sicuro c'è un elemento di fidelizzazione che le terme del Veneto hanno con i nostri concittadini che non ci consentirà recuperi consistenti e veloci – ha concluso Telesca – in ogni caso abbiamo stimato di poter recuperare, in una prima fase, il 15 per cento dell'importo della fuga regionale. Si tratterebbe di circa 300 mila euro, che saranno destinati a coprire gli oneri derivanti dalla stipula degli accordi contrattuali, conseguenti all'eventuale concessione dei nuovi accreditamenti".

11 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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