Il documento conclusivo relativo all’indagine conoscitiva in materia di riordino delle professioni sanitarie, approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, è la rappresentazione plastica di come la “buona politica”, senza pregiudizi, riesca ad operare una positiva e propositiva sintesi in grado di indicare soluzioni valide ed efficaci. In questo caso, abbiamo dato una prima risposta a uno dei principali problemi del nostro SSN che riguarda la situazione critica in cui versano professionisti ed operatori della salute.
Il Partito democratico ha contribuito in maniera importante all’ elaborazione del documento conclusivo, dando uno specifico e articolato contributo, recepito nella sua stesura finale. Un lavoro che ha consentito di non votare contro il documento, ma di astenerci, condividendone l’impianto, senza rinunciare al nostro diritto di fare alcune sottolineature critiche. Il documento infatti non riporta alcuna riflessione sullo stato del sistema sanitario nazionale e sul suo definanziamento, che necessita oggi di un deciso intervento di manutenzione straordinaria. Vengono elencati infatti nelle prime righe le cause strutturali che hanno contribuito alla carenza di personale, alla scarsa attrattività delle professioni sanitarie e alla crescita del lavoro precario, lasciando intendere come la totale responsabilità sia da addossare ai governi precedenti, senza alcuna responsabilità del governo in carica. Mi preme ricordare che siamo al minimo storico circa il finanziamento del sistema sanitario nazionale, il piano straordinario di assunzioni annunciato dal Ministro Schillaci non ha mai visto la luce e il decreto per abbattere le liste di attesa ha fallito.
Abbiamo provato a creare le basi per una riforma delle professioni sanitarie che ha bisogno di una visione unitaria strategica, di un quadro di insieme che dia seguito alla grande stagione delle riforme risalente al governo Prodi. Al netto della necessità di attese riforme normative, il documento stesso esplicita l’urgenza di intervenire sulle retribuzioni del personale che oggi è una delle cause maggiori della crisi del settore: è del tutto evidente che oggi i trattamenti economici riservati al personale sanitario non sono assolutamente in linea con degli altri Paesi dell’area OCSE e sono inversamente proporzionali alle responsabilità e competenze professionali dei nostri professionisti.
Deve essere chiaro a tutti che il finanziamento pubblico in sanità non è un costo, ma un investimento e in questo necessario incremento di risorse la voce di spesa relativa al personale deve avere la giusta attenzione. Senza personale, al quale ogni giorno dobbiamo rivolgere il nostro plauso, non saremo in grado di mantenere il sistema sanitario nazionale, di cui il personale rappresenta anima e cuore. Ormai è ampiamente dimostrato che ogni euro speso in sanità è un euro investito nella crescita economia, nell’equilibrio e nel progresso sociale.
Purtroppo, il governo Meloni non sta andando in questa direzione e sostanzialmente sta definanziando il sistema sanitario nazionale. Per questo continueremo la nostra iniziativa parlamentare per la difesa ed il potenziamento del nostro SSN che è stato ed è la più profonda riforma mai realizzata nella storia del Paese.
Ilenia Malavasi
Deputata Pd commissione Affari Sociali della Camera