Presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati si è svolta ieri una giornata di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui centri di oncofertilità. Sono stati ascoltati la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) e l’associazione Gemme Dormienti, offrendo due prospettive complementari: istituzionale e associativa, ma entrambe profondamente focalizzate sulla tutela del futuro riproduttivo dei pazienti oncologici.
Fnomceo: "Serve una rete strutturata e formazione specialistica"
Nel suo intervento la Fnomceo ha posto l’accento sull’importanza della preservazione della fertilità nei pazienti oncologici giovani, definendola una priorità etica e sanitaria. Con circa 30 diagnosi di tumore al giorno in donne sotto i 40 anni, il diritto a progettare una famiglia deve essere parte integrante del processo di cura. Tuttavia, il quadro attuale mostra criticità evidenti: scarsa informazione, disomogeneità territoriale, carenze formative e infrastrutturali.
La Federazione ha sottolineato l’urgenza di:
- istituire una rete nazionale di centri specializzati;
La Fnomceo ha inoltre evidenziato l’inclusione della Pma nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) dal 2025 come un importante traguardo, che però richiede un concreto sostegno normativo, formativo e organizzativo per incidere sulla realtà clinica.
Gemme Dormienti: "Non tutte le pazienti vengono informate in tempo"
La voce dell’esperienza sul campo è arrivata da Gemme Dormienti, la prima associazione italiana dedicata alla tutela della fertilità delle pazienti oncologiche. L’associazione ha denunciato la mancanza di informazione tempestiva come una delle principali cause di esclusione delle pazienti dalle tecniche di preservazione.
Attraverso la propria rete, Gemme Dormienti ha sperimentato un modello efficace basato su:
- presa in carico entro 48 ore dalla segnalazione,
- bilancio completo della fertilità in una sola mattinata,
- invio rapido ai centri specializzati,
- supporto psicologico e nutrizionale integrato.
L’associazione ha anche istituito, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, la prima Scuola di Alta Formazione in Oncofertilità, un unicum in Italia, sottolineando come l’assenza di formazione sistemica limiti fortemente la qualità della presa in carico.
Entrambe le realtà audite hanno condiviso la necessità di una rete di centri “hub & spoke”, l’attuazione uniforme dei Pdta già approvati e l’inclusione dell’oncofertilità come parte integrante della cura oncologica. Fondamentale, inoltre, sarà il ruolo delle istituzioni nel garantire equità d’accesso, formazione diffusa e investimenti continui in ricerca e innovazione.
Come ha concluso la Fnomceo, "la qualità della sopravvivenza rappresenta la nuova frontiera dell’etica medica moderna". In questo spirito, l’indagine conoscitiva si candida a diventare il punto di partenza per una riforma sanitaria e sociale che restituisca futuro e speranza a chi affronta la sfida del cancro in giovane età.