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Medici di Famiglia. “Il 70% dei futuri Mmg dice no alla dipendenza”. I risultati del sondaggio di Fimmg Formazione  


Dai dati raccolti fra oltre 3mila medici in formazione emerge che solo una minoranza la considera un’opzione accettabile. Inoltre più del 40% abbandonerebbe il corso di formazione in caso di dipendenza. Numeri che confermano che ciò che apprezzano di più quanti hanno scelto questo percorso è l’autonomia professionale e il rapporto di fiducia con il paziente

18 FEB -

No deciso alla proposta di trasformare i Medici di Medicina Generale in dipendenti del Ssn. Circa il 70% dei medici di famiglia in formazione ha espresso la volontà di rimanere liberi professionisti, mentre solo una minoranza considera la dipendenza come un’opzione accettabile. Dai dati emerge inoltre che una percentuale significativa di corsisti ha espresso forti dubbi sulla possibilità di proseguire il proprio percorso formativo nel caso in cui la dipendenza diventasse obbligatoria.

È quanto emerge da recente sondaggio della Fimmg condotto tra i medici in formazione del Corso di Medicina Generale (CFSMG) che ha coinvolto oltre 3mila partecipanti

Risultati che sottolineano quanto la prospettiva di una rivoluzione dello status giuridico possa incidere sui tassi di abbandono del CFSMG. E’ pari al 40% la quota degli intervistati che ha dichiarato di abbandonare il CFSMG, mentre un ulteriore 35% sarebbe fortemente incerto sul proseguimento della formazione.


“Questi numeri – sottolinea una nota della Fimmg Formazione – confermano che ciò che apprezzano di più i colleghi di questa scelta è l’autonomia professionale e il rapporto di fiducia con il paziente, che sono valori imprescindibili per chi fa della Medicina Generale una scelta vocazionale”.

Il modello libero-professionale nell’ambito della convenzione garantisce flessibilità organizzativa, una migliore conciliazione lavoro famiglia, una più efficace personalizzazione delle cure e una maggiore aderenza ai bisogni dei cittadini, elementi che verrebbero compromessi in un sistema rigido e burocratizzato.

“Questi risultati, in un momento di grave carenza di medici – prosegue la nota – non possono essere ignorati in quanto delineano una presa di posizione forte tra chi ambisce ad iniziare a breve la professione. La trasformazione dei Medici di Medicina Generale in dipendenti non risponde alle aspettative di chi ha scelto oggi la medicina generale, pur nella consapevolezza da tempo condivisa della necessità di una revisione del corso di formazione e di un aggiornamento dei modelli organizzativi del territorio.

FIMMG da sempre sostiene che il ruolo del Medico di Famiglia debba continuare a evolversi fin dai modelli formativi universitari e post laurea nel rispetto della sua identità, valorizzando la vicinanza ai pazienti, l’autonomia organizzativa e la capacità di offrire cure personalizzate. Per questo, è fondamentale che le decisioni sul futuro della Medicina Generale tengano conto dell’esperienza e delle esigenze di chi ogni giorno lavora sul territorio, garantendo sostenibilità organizzative ed economiche nella prospettiva di un rilancio l’attrattività del sistema nel momento più importante, quello del ricambio generazionale in corso. Il sistema medicina generale - conclude la Fimmg - non può permettersi il lusso di concedere ulteriori errori dopo quelli relativi alla programmazione delle risorse umane che hanno contraddistinto le scelte politiche degli ultimi decenni”.



18 febbraio 2025
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