"Questa mattina abbiamo esposto alla Conferenza delle Regioni i motivi per cui non abbiamo sottoscritto i rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024 per i comparti della Sanità pubblica e delle Funzioni locali". Così, in una nota, Cgil, Uil e le categorie Fp-Cgil e Fpl-Uil, al termine dell'incontro, rimarcando che gli incrementi salariali proposti dal governo, pari al 5,78%, sono "del tutto insufficienti a garantire una reale crescita dei salari e a recuperare il potere d'acquisto eroso da un'inflazione che, nello stesso triennio, ha sfiorato il 17%. Inoltre - proseguono - è fondamentale l'eliminazione del limite anacronistico introdotto con il decreto Madia, che impone un tetto di spesa al salario accessorio, oltre a tutti i vincoli che gravano sulle amministrazioni in materia di valorizzazione e reclutamento del personale". "Siamo disponibili al confronto con il governo, ma - sottolineano Cgil, Uil e le due categorie - solo con la certezza di maggiori risorse per l'aumento degli stipendi tabellari e di istituti contrattuali realmente esigibili sul piano economico e normativo. Da parte della Conferenza delle Regioni abbiamo ricevuto segnali di attenzione e ascolto. La Conferenza - aggiungono Cgil, Uil, Fp, Fpl - ha condiviso con noi la consapevolezza che l'incremento delle risorse economiche è essenziale per restituire attrattività al settore pubblico e per riconoscere il lavoro dei dipendenti della sanità e degli enti locali". "Ci auguriamo che questo incontro porti a un impegno concreto per superare le attuali criticità contrattuali, garantire un aumento salariale adeguato. Continueremo a batterci per un giusto riconoscimento economico e normativo", concludono Cgil, Uil, Fp-Cgil e Fpl-Uil.