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I rischi professionali dello psichiatra


Che cosa rischia il medico psichiatra, da un punto divista sia civile che penale, nello svolgimento della sua attività professionale.

15 APR -

Essere psichiatra significa ovviamente prendersi cura della salute mentale delle persone, e ciò porta necessariamente anche ad assumersi importanti responsabilità di fronte alla legge. Negli ultimi anni diverse sentenze della Corte di Cassazione – sia civili che penali – si sono occupate di alcuni casi “di scuola”, nei quali cioè uno psichiatra potrebbe effettivamente essere ritenuto responsabile per i danni causati da un errore, da una svista o da una valutazione troppo superficiale. Di seguito riassumiamo dunque quali potrebbero essere i rischi principali per chi svolge questo delicato lavoro.

Responsabilità civile dello psichiatra

In quali casi uno psichiatra può esser ritenuto civilmente responsabile e dover pertanto risarcire un danno nello svolgimento della propria attività professionale? Proviamo quindi a rispondere a tale quesito con un esempio.

La inadeguata sorveglianza di un paziente con tendenze autolesive

Il caso riguarda una paziente psichiatrica al quinto mese di gravidanza, ricoverata in regime volontario presso una struttura psichiatrica ospedaliera (sentenza n.25288/2020, Corte di Cassazione Sezione III Civile). Diagnosticato alla donna un disturbo depressivo piuttosto grave, il suo stato clinico il giorno successivo al ricovero peggiorava, con la comparsa anche di atteggiamenti autolesivi. La donna veniva pertanto sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio (TSO). Non essendo però possibile somministrare farmaci alla paziente, in quanto terapia incompatibile con il suo stato di gravidanza, la donna era sottoposta ad un rigido regime di contenzione fisica. Tuttavia la paziente, nonostante risultasse costantemente monitorata, con un atto "fulmineo, istantaneo ed assolutamente imprevedibile" – così riportarono i medici che l’avevano in cura – si ledeva gravemente l’occhio sinistro, provocandone la perdita. I familiari avevano quindi citato in giudizio la struttura sanitaria e i medici, accusando entrambi di mancata sorveglianza e chiedendo il risarcimento dei danni, quantificati in quasi 200.000 €. La decisione della Suprema Corte, a chiusura dell’intera vicenda processuale, assolveva però medici e struttura sanitaria dalla responsabilità attribuita loro. Nonostante le misure di contenzione fossero infatti da considerarsi inadeguate, la danneggiata non era riuscita a dimostrare che il personale sanitario avrebbe potuto adottare misure alternative più idonee al fine di impedire la produzione del danno.

A prescindere dalla vicenda specifica, l’inadeguata sorveglianza di un paziente con tendenze autolesive rimane comunque un rischio da non sottovalutare.

Responsabilità penale dello psichiatra

È piuttosto chiaro che i rischi per uno psichiatra non possono limitarsi solamente al dover eventualmente risarcire economicamente un danno. Si pensi ad esempio al caso di un suicidio di un paziente psichiatrico per mancata sorveglianza o per una valutazione superficiale; o al caso in cui uno psicotico aggredisca terzi – volontari o operatori sanitari – per una mancata segnalazione del rischio da parte dello psichiatra che lo ha in cura. In tali casi, rischiare di essere condannati anche penalmente non è poi così difficile.

Il depresso suicidario e lo schizofrenico aggressivo

Due episodi sono emblematici in relazione ai rischi appena indicati.
Il primo caso riguarda la morte per suicidio di una paziente depressa la quale, ricoverata presso una struttura sanitaria, allontanatasi dalla propria stanza, raggiungeva una impalcatura all’esterno dell’ospedale e si lasciava cadere nel vuoto (sentenza n.33609/2016 Cassazione Penale Sezione IV). Lo psichiatra che l’aveva in cura veniva chiamato in giudizio per omicidio colposo.
L’altro episodio è riportato dalla sentenza n.6380/2017 della Cassazione Penale Sezione IV, nella quale si discute il caso di uno schizofrenico aggressivo che veniva trasferito, per mezzo di un autoambulanza, da una struttura sanitaria ad un’altra meglio attrezzata. Il medico psichiatra che lo aveva in cura non aveva però disposto alcuna adeguata misura precauzionale durante il tragitto, tanto che si verificava un incidente stradale cagionato dalla perdita di controllo del veicolo da parte del conducente, dovuta ad improvvise manifestazioni di aggressività da parte del malato. Il medico veniva quindi riconosciuto colpevole delle lesioni subite dal personale del veicolo incidentato.

Nonostante gli episodi riportati possano certamente considerarsi casi piuttosto eccezionali, non c’è dubbio che – quantomeno in linea di principio – il professionista della salute mentale possa correre rischi piuttosto seri nello svolgimento della propria attività professionale. Ed è pertanto opportuno tutelarsi assicurativamente al meglio, sia sul piano della responsabilità civile sia su quello della difesa penale. Per questo riteniamo sia il caso, se non lo si è già fatto, di fissare un incontro consulenziale approfondito con un professionista di SanitAssicura, leader da oltre 20 anni dell’intermediazione assicurativa in ambito medico-sanitario.

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15 aprile 2025
© Riproduzione riservata

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