"Avere abolito i test di Medicina è un atto demagogico". Lo dice Cristina Messa, ex ministra dell'Università e della Ricerca nel governo Draghi e attuale direttrice scientifica della Fondazione don Gnocchi sul numero di maggio del mensile BenEssere. "Lusinga le aspirazioni di una larga fetta di popolazione" ma in realtà la selezione viene solo spostata di sei mesi".
Messa sottolinea le "diverse criticità" del provvedimento, che "introduce comunque disparità, non più casuali ma legate a singole situazioni degli atenei dove si sostengono i primi esami; sottostima il considerevole aumento dei costi se si vuole mantenere alta la qualità della formazione; crea nei giovani illusioni e delusioni, rimandate di un semestre. Quindi no, non sono assolutamente d'accordo, e infatti quando ero al governo i test li avevo tenuti". Secondo l'ex ministro, inoltre, la riforma non risolve il problema della carenza di camici bianchi. "La carenza di medici riguarda l'oggi e probabilmente non riguarda la realtà fra dieci anni, cioè il tempo necessario per formare un medico specialista - sostiene -. Basterebbe, come già fatto, aumentare il numero massimo delle matricole in medicina, selezionate attraverso i test. In ogni caso, quando mi dicono che mancano i medici, io rispondo sempre: 'No, mancano gli infermieri, mancano i tecnici'".