“A giugno molti dipendenti pubblici riceveranno un rimborso medio di 480 euro grazie al recupero del cuneo fiscale. Ma ancora una volta, gli infermieri e i professionisti del Servizio Sanitario Nazionale restano fuori. Invisibili. Penalizzati da un’anacronistica gestione separata delle buste paga”.
È quanto denuncia il Nursing up in una nota. Il sistema NoiPA, che erogherà gli importi, gestisce le retribuzioni e i servizi amministrativi per la maggior parte dei dipendenti pubblici italiani, inclusi i comparti di Ministeri, Scuola, Forze di Polizia, Enti Pubblici non Economici e altri, ma non riguarda quasi nessuno tra coloro che lavorano in corsia: gli stipendi del personale sanitario dipendono, salvo poche eccezioni, dalle Regioni, tramite ASL e aziende ospedaliere. Il risultato? Un’esclusione silenziosa, con rischi di ritardi ingiustificabili.
“Non assisteremo in silenzio all’ennesima mortificazione. Gli infermieri e gli altri dipendenti della sanità non sono lavoratori di serie B. Le Regioni e le amministrazioni interessate si attivino subito per estendere senza ritardi ed uniformemente i benefici del taglio al cuneo fiscale anche ai dipendenti del comparto sanità ”, avverte Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up.
Intanto, infermieri, ostetriche e professionisti sanitari continuano a tamponare falle con organici ridotti all’osso e stipendi che non compensano l’urto dell’inflazione. L’elogio retorico non paga le bollette. “Occorre ridurre al massimo i tempi legati alle procedure. Ora servono fatti, non parole”, conclude De Palma.