Mancano pochi mesi alla fine del triennio formativo ECM 2023-2025 e la corsa all’adempimento dei crediti formativi si fa sempre più serrata. A tracciare un primo bilancio è Roberto Monaco, presidente del Cogeaps, il consorzio che coordina il sistema ECM a livello nazionale, e segretario FNOMCeO. “Rispetto ai trienni precedenti, la consapevolezza tra i professionisti è decisamente cresciuta”, afferma. Tuttavia, non tutti sono in regola: “Rimane una quota, distribuita in tutte le professioni sanitarie, che non ha ancora completato il proprio fabbisogno formativo. Su questo bisognerà riflettere per il futuro: la formazione è un elemento fondamentale per la nostra professione”.
Comunicazioni dirette agli iscritti: la stretta degli ordini
Nel frattempo, la macchina organizzativa si attiva per informare puntualmente i professionisti. “Come Cogeaps stiamo inviando a tutte le Federazioni, che poi invieranno a tutti gli Ordini professionali, la loro situazione. Quindi ogni ordine avrà la possibilità di capire quali sono i professionisti che non hanno raggiunto il loro fabbisogno formativo e verranno inviate delle lettere specifiche dove viene richiesto di adeguarsi alla legge”.
Rischi concreti: dalle sanzioni disciplinari alla copertura assicurativa
Nessuna compensazione per il triennio in corso
Uno dei dubbi principali riguarda i crediti compensativi per i trienni passati. Monaco è chiaro: “Per questo triennio non sono previsti crediti compensativi. Il 31 dicembre 2025 rappresenta una scadenza definitiva”. Nessuna proroga, dunque, ma un impegno a semplificare in futuro il percorso di chi, per motivi vari, non riesce ad aggiornarsi nei tempi stabiliti.
Allo stesso tempo, però, qualcosa si muove: “La Commissione Nazionale ECM sta lavorando su alcune bozze. Stiamo cercando di capire come migliorare la possibilità di recupero per i professionisti”.
Formazione immersiva, simulazioni e metaverso: le nuove frontiere
Ma aggiornarsi non significa solo acquisire crediti. Il sistema formativo stesso sta evolvendo. “Stiamo facendo audizioni con società che operano nel metaverso e collaborando con società scientifiche. La formazione del futuro non potrà più basarsi solo su corsi in presenza o FAD”, spiega Monaco.
L’obiettivo è spingere su modalità più coinvolgenti, in grado di valorizzare la pratica quotidiana. “Pensiamo a una formazione sul campo, basata sulla simulazione in team. Lavorare insieme significa migliorare davvero: immaginate una sala di simulazione dove medici, infermieri e tecnici possano formarsi insieme, come se fossero in ospedale”.
Un approccio che, secondo il presidente Cogeaps, non solo migliora la qualità, ma restituisce valore concreto all’apprendimento: “Dobbiamo puntare su una formazione che sia parte integrante della vita professionale”.
Arnaldo Iodice