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Specializzazione Cure palliative. Sistema fragile e fuga dei giovani medici, nel 2025 coperti solo 64 posti su 165. L’alert della Sicp


In Italia mancano 6.000 professionisti dedicati (medici e infermieri), mentre solo 1 persona malata su 3 accede alle cure palliative. Circa il 60% dei contratti in Cure Palliative non assegnati contro il 17% del totale nazionale dell’ultimo concorso. Bene Bari, Bologna, Firenze con il tasso di occupazione posti disponibili più alto, sopra il 65%, Milano, Foggia e Palermo intorno al 50%

13 OTT -

Tre anni di bandi, dall’istituzione della Scuola di Specializzazione nel 2022, centinaia di posti disponibili, ma a scegliere la specializzazione in Medicina e Cure Palliative sono ancora pochissimi giovani medici. Nel 2023 i posti assegnati nelle Università italiane furono appena 37 su 170; mentre nel 2025 la copertura è salita a 64 su 165 così suddivisi per macroarea territoriale: 15 sud e isole, 20 nordest, 18 nordovest e 11 al centro. Circa il 60% dei contratti non assegnati, contro il 17% del totale considerando tutte le specializzazioni dell’ultimo concorso (2.569 contratti non assegnati su 15.283, dossier Anaao).

A lanciare nei giorni scorsi, l’allarme sullo stato della formazione specialistica italiana in Cure Palliative la SICP - Società Italiana di Cure Palliative: nonostante i passi normativi e la recente istituzione (nel 2022) della Scuola di Specializzazione in Cure Palliative, l’offerta formativa resta insufficiente rispetto ai bisogni della popolazione e fatica ad attrarre giovani medici. I motivi di questa scarsa attrattività: l’assenza in quasi tutta Italia di insegnamento strutturato della materia cure palliative nel pre-laurea in Medicina e Chirurgia e le scarse equipollenze in uscita al pari delle altre specializzazioni.

Tutto questo in un contesto, quello italiano, dove ogni anno circa 600.000 adulti e 35.000 bambini si stima abbiano bisogno di cure palliative, ma soltanto un terzo degli adulti e un quarto dei bambini riescono ad accedere a questi servizi fondamentali. E mentre mancano oggi oltre 6.000 professionisti dedicati, solo tra i medici e gli infermieri, per rispondere in modo adeguato ai bisogni assistenziali sul territorio.

“Non si tratta di semplici dati amministrativi e di posti non assegnati – spiega il presidente della SICP Gianpaolo Fortini – dietro i numeri ci sono pazienti, famiglie e comunità che restano spesso senza un’assistenza palliativa specialistica adeguata, soprattutto a domicilio, negli ospedali e nelle aree più periferiche. Oggi la copertura del fabbisogno di cure palliative in Italia è gravemente insufficiente: mancano ancora più della metà dei medici, mentre solo un terzo dei malati riesce ad accedere ai servizi fondamentali. Non più scelte tecniche, ma decisioni di indirizzo politico e di investimento che permettano alle cure palliative di garantire, su tutto il territorio, risposte adeguate al fabbisogno delle persone e ai diritti dei cittadini”.

La problematica della scarsa attrattività è parte di una tendenza più vasta che, oltre alle cure palliative, interessa varie specialità “di servizio pubblico” del Servizio Sanitario Nazionale, considerate meno attrattive di altre.

Ne sono un esempio la medicina d’urgenza, che registra tassi di copertura molto bassi (45% nel 2024) e un altissimo numero di posti non assegnati. Le specializzazioni nei laboratori clinici (patologia, microbiologia), che si attestano su coperture inferiori al 20-30% in alcuni casi. Discipline come anatomia patologica e radioterapia mostrano tassi di copertura contenuti (in alcuni casi 47% o 18 %) secondo report di settore.

“In assenza di un’offerta formativa specialistica attrattiva e riconosciuta, l’impianto delle cure palliative italiane continuerà a rimanere debole e frammentato – spiega Marta De Angelis, responsabile comunicazione della SICP - Serve un’azione urgente e coordinata: occorrono campagne di informazione e orientamento mirate, per sensibilizzare i giovani medici e coinvolgerli nella disciplina, rapporti strutturati tra Atenei e servizi territoriali per offrire tirocini concreti, e una valorizzazione professionale che renda il percorso in Cure Palliative una scelta competitiva e gratificante. È necessario riconoscere le Cure Palliative come area strategica all’interno del SSN attraverso incentivi, percorsi di carriera e politiche retributive adeguate, oltre a un monitoraggio trasparente su occupazione e abbandoni. Solo così potremo costruire una rete solida in grado di rispondere alle reali necessità dei cittadini.”

Informare, riconoscere, integrare: le proposte della SICP

La SICP chiede con urgenza un piano nazionale per rendere la formazione in Cure Palliative più attrattiva e riconosciuta, con campagne di orientamento nelle facoltà e nelle scuole per professioni sanitarie, fin dal pre-laurea e percorsi di tirocinio che mettano gli specializzandi a contatto con reti territoriali efficaci.



13 ottobre 2025
© Riproduzione riservata

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