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Covid. Da Fimmg Roma un flow chart per il trattamento farmacologico

Realizzata in collaborazione Bartoletti (Fimmg) e Andreoni (Tor Vergata, Simit), sarà una guida ad interim, ovvero aggiornata nel tempo con le  nuove conoscenze. La pubblicazione intende quindi essere “un supporto decisionale per tutti i medici che hanno e avranno la necessità di curare una persona affetta da SarsCoV2”. Nella flow chart anche una serie di risposte rapide e chiare ai dubbi più comuni tipo: “L’antibioticoterapia di ‘copertura’ è sempre indicata?”. IL DOCUMENTO

26 OTT - Un flow chart dedicato alla terapia domiciliare precoce ragionata per il trattamento dell’infezione da SarsCoV2. A realizzarla è stata la Fimmg Roma in collaborazione con il prof. Massimo Andreoni, direttore dell'Uoc di Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit), con la partecipazione di Pier Luigi Bartoletti, medico di medicina generale e vice segretario vicario nazionale della Fimmg.

Vista l’evoluzione del virus SarsCoV2, sottolineano gli autori, sarà “una guida ‘ad interim’, nel senso che sarà aggiornata in relazione alle nuove conoscenze che saranno acquisite relativamente alla gestione di questa malattia”.

Il documento tuttavia appariva utile in considerazione del fatto che “da Marzo 2020 ad oggi abbiamo largamente migliorato le capacità di gestire la pandemia SarsCoV2”. Le vaccinazioni “hanno aumentato le difese immunitarie contro un patogeno sconosciuto al nostro sistema immunitario, stanno evitando che persone fragili, immunosenescenti o con deficit immunologici possano correre il rischio di gravissime complicanze. Le terapie specifiche sono oggi validate da trials clinici di cui alcune, gli anticorpi monoclonali ed il Remdesevir, somministrabili per via parenterale in ambito ospedaliero, altre, prescrivibili dalla medicina generale e somministrabili per via orale, possono essere usate a domicilio dell’ammalato dopo averle ritirate nelle farmacie”.

La pubblicazione vuole dunque essere “un supporto decisionale per tutti i medici che hanno e avranno la necessità di curare una persona affetta da SARS2-Covid19, indicando quali possano essere le molecole che si possono utilizzare in ambito domiciliare, sia i farmaci sintomatici che quelli specifici”.

All’interno del documento anche una sezione FAQ con le relative risposte. Eccole:

L’esordio paucisintomatico o asintomatico della patologia SARS2-Cov19 è predittivo circa l’evoluzione della malattia?
NO. L’esordio della patologia, soprattutto nei soggetti con profili di rischio, NON E’ predittivo circa l’evoluzione della malattia, anzi, spesso, il paziente tende a sottovalutare la patologia.

La terapia antivirale specifica (Nirmatrelvir/Ritonavir, Ab monoclonali, Mornupinavir) è da considerare nelle persone con esordio della patologia più aggressivo (febbre alta, malessere generale, non vaccinati con ciclo primario)?
NO. A prescindere dall’esordio della patologia e dall’intensità dei sintomi correlati, la valutazione del rischio va effettuata sui fattori esistenti sul SINGOLO paziente. Quindi, la prescrizione della terapia specifica va instaurata il prima possibile, dopo l’effettuazione del tampone rinofaringeo, in relazione alle indicazioni AIFA.

L’antibioticoterapia di “copertura” è sempre indicata?
NO. Il SARS2-Covid 19 è una patologia virale, come tale è indifferente alla terapia antibiotica. Non esistono studi in letteratura che dimostrano una efficacia degli antibiotici sulla replicazione del virus o sulla evoluzione della malattia. La terapia antibiotica va presa in considerazione caso per caso, a seconda delle caratteristiche cliniche del paziente, e solo in caso di eventuali patologie che possano suggerire la presenza di una superinfezione batterica e non prescritta come terapia specifica.

La terapia con farmaci antinfiammatori è sufficiente nelle persone senza fattori di rischio specifico?
In linea generale una terapia PRECOCE con farmaci antinfiammatori in soggetti in a.b.s. senza fattori di rischio specifici, che abbiano completato il ciclo di vaccinazione primario è sufficiente nella gestione della patologia. Ma, va sempre valutato il singolo caso, non potendo escludere fattori di rischio non noti o non riferiti dal paziente all’esordio della malattia.

I farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti vanno sempre prescritti nei pazienti all’esordio della patologia nei pazienti ad alto rischio?
NO. I farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti piastrinici non hanno alcun effetto nella fase di replicazione virale, possono essere utili, valutando il singolo caso, nei pazienti allettati od ipomobili per effetto dell’infezione, secondo le indicazioni in scheda tecnica. La posologia in questi casi è quella indicata per la profilassi della TEV.

Per la prescrizione dei farmaci specifici antivirali attualmente approvati è necessario che il paziente abbia almeno 3 fattori di rischio noti per instaurare prontamente la terapia? Ad esempio età maggiore di 65 anni, diabete, obesità?
NO. La sola presenza di un fattore di rischio tra quelli indicati dall’AIFA motiva la prescrizione di un farmaco specifico.

Un paziente che non ha effettuato o completato il ciclo di vaccinazione primario e che non ha mai contratto il SARS2-COVID 19 è più a rischio di chi invece è immunizzato?
SI’. I dati confermano che la mancata vaccinazione e quindi immunizzazione nei confronti di SARS-CoV-2 aumenta il rischio di malattia severa e di mortalità

26 ottobre 2022
© Riproduzione riservata

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