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Covid. Fials Lazio: “Senza protezione per medici e infermieri il virus esce dall’ospedale e crescono i contagi”

La Segreteria provinciale Fials di Roma denuncia la carenza di Dpi adeguati per il personale sanitario e ritardi nella comunicazione dei risultati sui tamponi eseguiti. “Quindi il soggetto senza sintomi continua ad andare al lavoro”, ma potrebbe anche dare vita a una catena di contagi dentro e fuori l’ospedale: “Il marito lo porta in ufficio il figlio a scuola, la nonna alla badante, e così via, insomma un passaggio infinito”. Appello alla Regione, già sollecitata ma che “non ha provveduto a realizzare strutture idonee e procurare dpi necessari ad affrontarla”.

02 NOV - “Dopo i pazienti soccorsi a terra, per assenza di barelle adeguate, non vorremmo vedere questo prossimo inverno i letti a castello nelle corsie. Già, perché togliendosi la benda dagli occhi è facilissimo rendersi conto che la macchina sanitaria è prossima a fare tilt”. E’ quanto riporta la nota della Segreteria provinciale Fials di Roma che precisa ancora una volta: “Mancano i dispositivi di protezione adeguati per tutto il personale sanitario mentre l’esito dei tamponi eseguiti, soprattutto positivi, non viene comunicato agli interessati in tempo reale: quindi il soggetto senza sintomi continua ad andare al lavoro, incontrare gli amici e stare a stretto contatto con i propri familiari”.

La Fials riferisce di avere sollecitato la Regione Lazio “di fornire gli adeguati dpi e di controllare anche le Asl di competenza nonché di rispondere ai quesiti posti sia all’azienda Policlinico Umberto I che alla Regione stessa – prosegue la nota - in merito proprio alla mancanza di servizi di sicurezza e protezione in una struttura che raccoglie un hub importante per i malati Covid-19”.

“Non serve fare un’analisi sopraffina per trarre la conclusione che il virus potrebbe essere portato fuori dall’ospedale anche dallo stesso personale medico, tecnico e infermieristico ma anche amministrativo. Potrebbe essere una mera catena: il marito del Sanitario o medico lo porta in ufficio il figlio a scuola, la nonna alla badante, e così via, insomma un passaggio infinito. Ed ecco che il numero dei contagi potrebbe salire finanche a ritmo esponenziale – aggiunge la nota -. Eppure in questo contesto di superficialità la Regione Lazio sta continuando a elogiare il personale, quanto ai fatti invece: da parte loro nessuna attenzione”.

“A questo proposito chiediamo che ogni struttura rediga quotidianamente un bollettino dei casi di malati o contagiati da virus SARS-COV-2, registrati fra il personale aziendale e se sono state pienamente assicurate le misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-COV-2 negli ambienti di lavoro in termini di protocolli di sicurezza anti-contagio. Tuttavia  nei mesi passati – chiude la nota Fials - non si è fatto altro che parlare del rischio seconda ondata. Ora che ci siamo dentro purtroppo non siamo preparati per affrontarla. O meglio la Regione Lazio, governatore Zingaretti in testa, non ha provveduto a realizzare strutture idonee e procurare dpi necessari ad affrontarla. Lo faccia ora prontamente.

02 novembre 2020
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