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Letterina di Natale alla redazione “allargata” di Quotidiano Sanità

di Claudio Maria Maffei

23 DIC -

Gentile Direttore,
oggi le letterine di Natale da mettere sotto al tovagliolo del capotavola (il papà di solito) non usano più. Niente porporina e niente buoni propositi. Ma quest’anno ho deciso di rispolverare questa vecchia consuetudine per condividere alcune riflessioni con quella che è la redazione “allargata” di QS, e cioè i tanti professionisti, dirigenti, ricercatori, esperti, cittadini, politici e altre/i ancora che ci scrivono.

Alcuni episodicamente su specifiche questioni e altri, me compreso, in modo continuativo sui temi più caldi della nostra sanità, al centro dei quali figura oggi la drammatica crisi del Servizio sanitario Nazionale (SSN).

Qs offre a tutti noi uno spazio di confronto utilissimo perché consente di entrare nel merito di questi temi caldi con rapidità e agilità, sia dal punto di vista di chi scrive che di quello di chi legge. Una formula indovinata, o meglio ben scelta. La rubrica delle Lettere al Direttore in modo particolare favorisce questa partecipazione estesa che consente ai tanti possibili punti di vista di esprimersi.

Una sorta di speaker’s corner, che però non funziona la domenica mattina, ma tutti i giorni dal lunedì al venerdì. Uno spazio di libertà regolato dal Direttore che ne presidia la correttezza formale e la adeguatezza in termini di contenuti.

Fino a qui siamo quasi alla piaggeria, ma adesso vengono le riflessioni, o meglio la riflessione: per usarlo bene questo spazio specie oggi - parere mio - bisognerebbe indulgere meno alla critica sommaria e sforzarsi di più di entrare nel merito. Su due questioni generali la scelta da fare è chiara e condivisa: aumentare il finanziamento della sanità e adottare una politica del personale che lo aumenti e lo valorizzi. Ma su tutto il resto le opzioni possibili sono tante e occorre entrare nel merito.

Ognuno di noi ha i propri temi “del cuore”, quelli su cui ha più familiarità e passione. Nel mio caso ce n’è uno in particolare: la convinzione che la razionalizzazione delle reti ospedaliere sia una misura necessaria a liberare risorse per i servizi distrettuali e i Dipartimenti di Prevenzione. Ma molti altri sono i temi di sistema centrali nel dibattito su QS come - cito i primi che mi vengono in mente - il DM 77 e dentro di questo il ruolo e l’organizzazione delle Case della Comunità, il ruolo e l’inquadramento dei Medici di Medicina Generale, i “confini” tra le professioni (il cosiddetto task shifting), il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il rapporto pubblico-privato.

La mia impressione è che spesso gli interventi su questi temi tendano ad enfatizzare semplificandoli i punti di possibile contrasto anziché scegliere la strada della analisi e quindi della proposta di dettaglio. Faccio l’esempio del mio “amato” DM 70 cui sic et simpliciter si attribuisce la riduzione dei posti letto e degli ospedali e quindi la responsabilità del collasso del sistema ospedaliero e dentro di questo dei Pronto Soccorso. A mio parere questa attribuzione è una pericolosa semplificazione.

Gran parte degli ospedali che sono stati chiusi erano piccoli ospedali spesso a rischio sicurezza e gran parte dei Pronto Soccorso chiusi erano in realtà dei Punti di Primo Intervento dalla organizzazione traballante. Ciò non toglie che ci sia oggi davvero e subito bisogno di più posti letto, ma la questione è: quanti, quali e dove. Inventarsi una guerra all’ospedale fatta da non si sa chi e non si sa con quali obiettivi raccoglie attenzione e consensi, ma non aiuta in alcun modo.

Un altro esempio è quello della sanità territoriale disegnata dal PNRR e “regolamentata” dal DM 77. Certamente PNRR e DM 77 sono discutibilissimi da tanti punti di vista, ma altrettanto certamente sono un tentativo per cominciare a tradurre in operatività il Chronic Care Model, universalmente riconosciuto come modello di riferimento per l’organizzazione dei servizi territoriali.

Personalmente credo sia una forzatura attribuire tout-court al Decreto e al Piano la scelta di penalizzare definitivamente i Medici di Medicina Generale e di creare allo stesso tempo invitanti spazi nuovi al privato. Questi due rischi ci sono, ma non credo che fossero questi gli obiettivi degli estensori, ovvero di quell’apparato tecnico che sostiene il Ministero predisponendo gli atti in cui le scelte politiche sulla sanità trovano espressione. Anche qui entrare nel merito dei singoli punti è più faticoso che descrivere le contraddizioni e i limiti di PNRR e DM 77, ma è anche più utile.

La letterina di Natale finiva sempre con l’impegno a diventare più buoni. Questa finisce con l’impegno (e l’esortazione) a diventare più utili scegliendo la strada dell’analisi di dettaglio e della proposta di merito.

Un ringraziamento finale alla Redazione “vera” per la opportunità che dà a un pensionato libero di esprimersi (i pensionati in sanità, specie se dipendenti, di libertà ne hanno molto meno) uno spazio in cui esercitare questa libertà.

PS. Mi scuso per il tono forse troppo infantile di questa lettera (giudicherà il Direttore), ma il Natale è il momento buono per tornare un po’ bambini.

Claudio Maria Maffei

Gentile dottor Maffei,
grazie per questa “letterina” che mi offre l’occasione per ringraziare i tantissimi ospiti di questa rubrica che ogni giorno animano con passione il dibattito sulla nostra sanità.

Buon Natale e lei, dottor Maffei, e a tutti gli animatori di questo piccolo speaker’s corner.

C.F.



23 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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