Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 17 MARZO 2025
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Italian Radiographers: please, no more propaganda  

di Calogero Spada

21 GEN - Gentile Direttore,
mi perdonerà se affermo che malgrado qualche appena accennata recente critica costruttiva, si insiste nell’indirizzare a codesta rubrica interventi pervasi da scenari surreali: siamo passati dagli effetti speciali e colori ultravivaci a bellissime sceneggiature articolate con una dovizia semantica anche non troppo fruibile da tutti.

Peccato che di tutte queste rappresentazioni non si trovino grandi tracce nel mondo reale, né al nord Italia ove vivo, lavoro da decenni ed ho anche studiato e – presumo fortemente – nemmeno al sud, che altresì bene conosco, non soltanto perché originario di quella splendida terra, ma anche perché ne conosco molto bene l’ambito accademico e professionale, rispettivamente per la prima formazione e per 10 anni di attività prestata nel secondo più grande ed autorevole policlinico universitario del meridione.

Pertanto, preme rivolgere qualche esplicito suggerimento al collega autore, dott. Scappatura Giuseppe:
- sarebbe meglio evitare di scambiare dadaismi accademici anche ormai vecchi per trito e ritrito, realmente così poco utilizzati da ormai poter essere messi in svendita “causa inutilizzo”, come quello dei “briefing settimanali” quali metodi “per promuovere il pensiero critico”. Siamo seri: oggigiorno con 10 minuti ad esame/paziente, se riesci ad esaurire il tuo programma di lavoro senza defezioni o altri vari problemi accessori, giusto in tempo per volare via a casa, sei stato bravo al punto da meritarti … di lavorare il giorno successivo, ove inizierà una nuova guerra contro tutti.

- Quanto ad “affrontare scenari realistici”, uno su tutti: eseguire una mammografia almeno sufficiente sotto il profilo tecnico è un risultato che oggi sta tra il pregiudizio del medico radiologo che può comunque, per inestricabili sue ragioni, malgrado l’insistente profusione iconografica da tomosintesi e proiezioni aggiuntive (contrarie ad una autentica interpretazione dei principi di radioprotezione), definire un esame normale anche “non refertabile” e la possibilità – anch’essa affatto remota – di denuncia per lesioni o maltrattamenti della paziente … Spero di essere stato perfettamente sintetico e chiaro.

- Quanto alla “capacità di valutare situazioni da prospettive diverse, identificare problemi, proporre soluzioni e anticipare le conseguenze delle proprie scelte” anche qui, un esempio su tutti: come già indicato in altro contributo l’avvento della teleradiologia in assenza di un processo organico di revisione normativa, ha creato l’odierno caos ordinariamente accettato da tutti (con in primo piano ogni possibile implementazione di radiologia domiciliare, oggetto anche di Cavalierato della Repubblica, ma illegale ad ogni effetto di legge), in cui i personaggi cui sono conferiti per (disgraziata) legge i principali cardini su cui è incernierata la produzione di immagini diagnostiche: i ben noti processi di giustificazione ed ottimizzazione si possono definire assenti ingiustificati, ed ove i radiographers Italiani (invece sempre presenti) sono condotti ad una coartata molteplicità di ambiti trasgressivi: dalla gestione in solitaria di esami complessi, complice la (altresì disgraziata) spinta politica del “venipunturismo” – con tanto di elenco speciale in albo – alla gestione in proprio dei consensi informati ed anamnesi … altro che “workshop multidisciplinari tra TSRM, infermieri, medici e altre professioni sanitarie” … qui l’ équipe sanitaria si è semplicemente volatilizzata tempo prima … molto prima.

- Quanto, infine (ma anche questa volta l’elenco potrebbe essere infinito), alle “diverse barriere che può incontrare il pensiero critico nelle organizzazioni sanitarie” … vorrei chiedere al collega se gli è mai capitato di incappare – forse per errore – negli scritti di un certo Eliot Freidson (1923 – 2005) che narrano delle quattro relazioni di potere in ambito sanitario: gerarchica, funzionale, scientifica ed istituzionale. In sintesi: Dominanza Medica (con la variante tutta Italiana della Medico-Forense).

È verissimo che “lo sviluppo di un pensiero critico richiede anche un cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni sanitarie”, ma quel cambiamento richiede anzitutto che si abbandonino prototipi del passato, al pari di quelli tipici dei congressi faraonici che pure stanno trovando varie repliche nei congressi nazionali annuali odierni, che tendevano e tendono, anche tramite vari esempi di mezzi di distrazione di massa (id est: la Costituzione Etica), a dipingere sceneggiature, personaggi ed interpreti di fatto inesistenti: ed il primo passo da fare è quello che da più di 7 anni qui a Quotidiano Sanità sempre sto insistendo nel suggerire: bisogna partire dal superamento di una assurda legge sulla radioprotezione, dalla “redenzione” della autonomia professionale – al momento ridotta allo zero assoluto – del radiographer Italiano. Se questi di fatto può gestire al livello sommerso ed illegale i processi di giustificazione, ottimizzazione, anamnesi e somministrazione dei consensi informati, allora conviene davvero fare un “passo cruciale” nei percorsi di formazione accademica nei corsi di laurea per TSRM: anzitutto consolidare istituzionalmente quelle competenze e poi pretenderle in quell’auspicabile “riconoscimento normativo”, già tremendamente disconosciuto – di fatto negato – da uno dei maggiori attori della rappresentanza professionale nazionale dell’ultimo ventennio.

A questo corrisponde il “formare TSRM in grado di affrontare con consapevolezza situazioni complesse”, non ad altro; non bisogna fare confusione tra competenze tecnico-operative e preparazione professionale generale, che in questo momento presenta una grave lacuna: quella delle competenze in ambito medico legale e giuridico.

Se “la capacità di analisi e riflessione rappresenta una competenza fondamentale per i professionisti sanitari, una qualità indispensabile per affrontare la complessità crescente della sanità moderna”, allora il pensiero critico ci deve far capire anzitutto in che brodo stiamo bollendo da ormai più lustri, per poi trovare il modo di uscire dalla pentola.
È questo quello che serve, non la propaganda … di qualsiasi tipo.

Dott. Calogero Spada
TSRM – Dottore Magistrale

21 gennaio 2025
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy