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Lea per la cura della sofferenza

di Marco Ceresa

22 GEN - Gentile direttore,
ora il Decr 25/11/2024 richiede l’applicazione delle prestazioni dei “nuovi” LEA del 2017, che, in un mondo sanitario diverso ed impoverito di personale, rischiano di essere in parte obsolete od improprie, anche per le Cure Palliative (CP) e la Terapia del Dolore (TDol).

Ciò accade senza applicazione compiuta dei LEA, come per la cura della sofferenza nei nosocomi sancita dall’art 38 c. 2: “nell'ambito dell'attività di ricovero ordinario sono garantite tutte le prestazioni … inclusa la terapia del dolore e le cure palliative”. Purtroppo a tale sacrosanto diritto non è mai seguito un decreto applicativo che reintegrasse le CP negli standard ospedalieri, DM 70/2015.

Anche la normativa recente, come il D.l. 29/2024, citando l'importanza delle CP nosocomiali, non può che richiamare solo gli standard territoriali DM 77/2022, che preso atto dell’assenza di CP negli standard ospedalieri, cerca di colmare il vuoto richiedendo agli enti che le erogano nel territorio, spesso carenti, di occuparsene anche negli ospedali …. coperta assai corta che ha già mostrato di non coprire bene nessuno.

Non si capisce perché, nonostante le interrogazioni parlamentari susseguitesi (ultima in ottobre), nei 10 anni trascorsi dall’esclusione delle CP dagli ospedali operata dal DM 70/2015 e negli 8 anni dai LEA del 2017 che ne sancivano l’essenzialità, non si sia ancora voluto reintrodurre a pieno titolo le CP nei regolamenti ospedalieri, senza tentare di vicariarle da altri servizi. Andrebbero ricordate da tutti anche le recenti sollecitazioni del Capo dello Stato e del Papa sulle CP.

Di fatto si parla assai più di quella “vittoria della sofferenza non controllata sulla vita” che porta alla richiesta di garantire il diritto al suicidio assistito, che non della necessità della primigenia implementazione di cure della sofferenza stessa, al fine di liberare il più possibile la vita dal soffrire, rendendola ancora degna di esser vissuta …. Non va scordato che qualsiasi scelta sulla propria vita, se gravata da sofferenze intollerabili non è libera, ma condizionata da esse.

Fra le prime conseguenze dell’applicazione del nomenclatore, vi è la richiesta ai pochi servizi esistenti di CP e TDol, di dividere le prestazioni ambulatoriali fra palliative e dolore cronico; questione non così semplice, in tempi in cui anche grazie alle nuove cure eziologiche, oncologiche e non, in ambulatorio di CP non vengono solo malati prossimi al fine vita, ma anche all’inizio di una malattia dolorosa, oppure in cure simultanee che possono allungare o cronicizzare le patologie. Ciò può rischiare di dividere servizi già piccoli con riduzione della loro funzionalità, anziché implementarli ed unirli sinergicamente nella cura della sofferenza.

Il “nuovo decreto tariffe” riporta le prestazioni dei LEA del 2017, senza adeguamenti nonostante da subito si fossero evidenziate incongruenze.

Appaiono assai distanti dalle esigenze cliniche quelle che sono le diciture e prestazioni ambulatoriali stabilite per le CP (All 4 dpcm LEA 12.01.2017, pag 92 del decr 25/11/2024):

89.01.R VISITA DI CONTROLLO PER CURE PALLIATIVE. Incluso: rivalutazione del Piano Assistenziale Individuale (PAI) € 17,90

89.07.A PRIMA VISITA MULTIDISCIPLINARE PER CURE PALLIATIVE. Incluso: stesura del Piano Assistenziale Individuale (PAI) € 46,00

In particolare quest’ultima è di nuova istituzione e risulta l’unico tipo di Prima Visita di CP prevista. È remunerata quasi il doppio di una prima visita normale, in quanto richiederebbe di non essere erogata solo dal medico, ma da equipe multiprofessionale che dovrebbe anche stilare un PAI.

Eppure non sono queste le esigenze di una ordinaria prima visita ambulatoriale di CP, rivolta a pz in discreta stabilità in grado di venire in ambulatorio, spesso con simultanee cure eziologiche attive; essi non hanno necessità di alcun PAI multiprofessionale, ma solo dell’impostazione di terapia e di monitoraggio con normali visite di controllo, ravvicinate in relazione all’evoluzione sintomatologica.

Semmai con “visita multidisciplinare con definizione di PAI”, potrebbe intendersi quella che precede o coincide con la presa in carico totale da parte dell’equipe di CP domiciliare o residenziale del paziente prossimo al fine vita, non più in grado di accedere agli ambulatori. Certo a quel punto le necessità di CP devono essere assolte a tutti i livelli dall’intera equipe multidisciplinare (medico, infermiere, Oss, Psicologo, ecc) che definisce il PAI, poi rivalutabile ad ogni controllo dai singoli membri.

Non vi è codifica invece delle necessarie visite specialistiche domiciliari od in RSA, volte a pz cronici sofferenti non in grado di giungere agli ambulatori per disabilità e che prima o poi troviamo in PS …

SI auspica che si prenda atto della vera attività cliniche necessaria, al fine di migliorare l’assistenza al cittadino, ma anche di ottimizzare i costi complessivi sanitari di sistema.

Marco Ceresa
Medico

22 gennaio 2025
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