Gentile Direttore,
le scriviamo per rappresentare una grave situazione italiana che riguarda circa 450 professionisti che tra qualche mese rischiano di trovarsi disoccupati dopo oltre 10 anni di lavoro, ossia Operatori Sociali (Psicologi e Assistenti sociali) che lavorano presso i Centri Medico-Legali INPS nelle commissioni mediche che si occupano delle valutazioni di invalidità civile e L.104/92 – L.68/99 in tutta Italia come esperti della disabilità.
In quanto membri delle Commissioni di Invalidità Civile, ci occupiamo quotidianamente di garantire la giusta valutazione delle disabilità dei cittadini, tra cui i minori, e dei relativi diritti di assistenza, supporto sociale ed accesso al mondo del lavoro in accordo con quanto previsto dalle L.104/92 e 68/99.
In questo lungo periodo, l’INPS ha garantito tale servizio ai cittadini di tutta Italia grazie al nostro impegno e servizio condizionato da specifiche richieste dell’Istituto in termini di vincoli orari e di disponibilità minime. Per tutti questi anni, inoltre, l’Istituto ha “giustamente” enfatizzato la necessità di formazione e competenza per noi professionisti, applicando tali criteri alla selezione della graduatoria per titoli ed anzianità di servizio. Ciò a garanzia della correttezza dei giudizi espressi dalle singole commissioni in materia dei diritti del disabile.
A tali pretese purtroppo non è mai corrisposto un beneficio per noi in termini di stabilità contrattuale, essendo chiamati ogni tre anni (durata della validità delle suddette graduatorie di cui l’ultima pubblicata proprio lo scorso settembre) a partecipare ai nuovi bandi di concorso pubblici per essere riammessi in graduatoria ed accedere ad una posizione di “collaborazione libero professionale” con l’INPS.
E cosa accade? Che dopo anni di bandi, graduatorie, promesse e formazioni specialistiche per meglio affrontare l’attività lavorativa (e la possibilità di rientrare nella successiva graduatoria pubblica) il 23 dicembre 2024 è stato indetto dall’INPS un concorso di assunzione…ma non per noi!
Si tratta bensì di un “Concorso per la selezione di 781 funzionari sanitari in Aree Psicologiche e Sociali” dove non viene richiesta e nemmeno valorizzata la formazione e la competenza di tale personale, basta dire che per poter accedere basta una laurea triennale. Ma come, per anni e per i precedenti Bandi erano richieste Alte Specializzazioni, Master, Dottorati, etc.. ed ora sono diventati inutili???
Siamo felici che l’Inps voglia promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani ma inevitabilmente a detrimento della qualità della valutazione medico-legale e della tutela dei diritti del disabile.
Davanti ad un concorso dove i candidati saranno circa 30/40.000 la prospettiva di essere tagliati fuori e di trovarci disoccupati è quasi una certezza! E di noi professionisti, ormai 40/50enni, che per più di 10 anni abbiamo seriamente e rigorosamente prestato servizio continuativo nelle Commissioni Medico Legali anche nel periodo dell’emergenza COVID, nonostante le paure connesse, pur di garantire un servizio indispensabile per i cittadini, che ne sarà?
Ad oggi l’INPS non ci ha dato nessuna alternativa, se non il partecipare ad un Concorso “ghigliottina” e dequalificante che, anche solo anagraficamente, escluderebbe la maggior parte dei “vecchi lavoratori”.
Con questa lettera desideriamo rendere pubblico il senso di sconforto e solitudine di fronte alla totale mancanza di tutela da parte di un ente come l’INPS, paradossalmente preposto anche alla tutela dei lavoratori.
Associazione Nazionale Operatori Sociali/Esperti R.M.
(A.N.O.S.E.R.)