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27 APRILE 2025
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La sanità pubblica, un campo di “incoerenze”

di Ivan Cavicchi

14 MAR -

Gentile direttore,
ho la sensazione, leggendo ogni giorno questo giornale, che la sanità pubblica stia diventando sempre di più un campo crescente di “incoerenze”. Evito di fare degli esempi anche eclatanti per evitare di essere fiscale e per evitare di puntare il dito contro qualcuno. Vorrei limitarmi a riflettere semplicemente su quanto sia faticoso essere coerenti.

Essere coerente con l’art 32 oggi non è facile perché non è facile se non impossibile essere coerente con un diritto che non è più fondamentale. Non è facile definire una medicina per la persona se la medicina resta fondamentalmente una scienza della natura e quindi dei fatti biologici. Non è facile difendere la sanità pubblica se essa si continua a privatizzarla.

Il mischiotto
Secondo me inoltre ormai non esiste una chiara giustapposizione tra le coerenze, da una parte, e le incoerenze dall’altra. In sanità tutto si mischia cioè tutto diventa un conglomerato sia di coerenze che di incoerenze ma con gradienti di coerenze o di incoerenza tra loro molto diversi.


La Cgil non si può dire che sia un sindacato neoliberista perché sostiene il welfare aziendale però nel momento che sostiene il welfare aziendale essa diventa un sindacato a un tempo quasi neo-liberista e quasi welfarista. La stessa cosa vale per la Bindi che prima fa la seconda gamba e dopo per lavarsi la coscienza mette in piedi una associazione per la difesa dell’art 32. Ma anche per il PD che prima privatizza la sanità e poi chiede surrettiziamente la sanità pubblica ma per rifinanziare la sanità privata .

Il gradiente, in matematica come si sa, è una “funzione scalare” cioè una grandezza che può essere alta o bassa. In un caso cioè se la coerenza è alta le contraddizioni sono minime nel secondo caso se la coerenza è bassa le contraddizioni sono massime.

Quasi coerenza
Insomma, per farla breve, a me sembra che in sanità sono presenti contestualmente più valori di verità ,rispetto a quelli classici “coerente/incoerente”. Cioè vi sono un sacco di “quasi coerenze” e un sacco di “quasi incoerenze”. Cioè a me pare che sia la coerenza che l’incoerenza, sono, entrambi questioni molto problematiche sorrette da soggetti politici a loro volta molto problematici come la Cgil il Pd e la Bindi, i sindacati, il forum per il diritto alla salute, medicina democratica, psichiatria democratica ecc .

Ai tempi della 833, una cosa o era vera o era falsa cioè il gioco era chiaro. Si sapeva cosa era un diritto e cosa era un interesse, cosa era pubblico cosa era convenzionato e cosa non lo era. Oggi le stesse cose possono essere sia vere che false. Quindi oggi la coerenza è sempre “quasi coerenza” e il contrario.

Per questo, per me, che mi considero più o meno come le vongole un “riformatore verace” stare dietro alla coerenza è una impresa estremamente faticosa.

Due esempi correlati
Vorrei fare due esempi concreti correlandoli tra loro.

Il significato di salute dell’art 32 oggi è ampiamente superato perché oggi il senso del concetto di salute è cambiato e le leggi sulla salute sono cambiate. In questo caso per essere coerente con ciò al quale ho sempre creduto dovrei dire che l’art 32 è andato e che servirebbe una nuova idea di salute. Cioè dovrei dire che oggi essendo cambiato il “senso” dell’idea di salute, l’art 32 andrebbe quando meno ripensato, perché oggi è impossibile essere coerente con il suo significato originale.

Quindi per essere coerente oggi dovrei cambiare il mio pensiero cioè quel pensiero nel quale ho sempre creduto e verso il quale sono stato coerente per tutta la vita perché so che solo se cambio il mio pensiero posso cambiare la prassi e attuare il mio sogno.

Oggi a sinistra tutti continuano a dire che la “salute non è una merce” ma è un diritto , ma il diritto a cui si riferisce la sinistra, a causa delle controriforme neoliberiste, è stato trasformato in merce. Non per tutti sia chiaro, ma sicuramente per milioni e milioni di persone. Cioè per tutti coloro che funzionando male la sanità pubblica si vedono costretti a ricorrere al privato per essere curati.

Io quindi se volessi essere coerente dovrei, da una parte rifiutare la privatizzazione del diritto della Bindi, ma anche rifiutare la definizione di salute come merce della sinistra, ma siccome, il senso anche costituzionale del concetto di salute, è cambiato, dovrei anche inventare se possibile una nuova idea di salute.

Cioè siamo al triplo salto mortale e senza rete e cantando “bella ciao”.

Che cosa è la coerenza?
Ma che cosa è la coerenza? Kant nella "Critica del Giudizio" sostiene la tesi della “coerenza con se stessi” cioè che le nostre azioni dovrebbero essere coerenti con le nostre convinzioni in modo che le nostre azioni riflettano i nostri valori e le nostre idee.

Giusto. Ma proviamo a capire cosa vuol dire essere coerenti con se stessi, quando siamo comunque dentro un mondo complesso che cambia continuamente. Se ragioniamo di relazioni quello che sostiene Kant è più facile da dirsi che da farsi. Che succede quando ad esempio il significato di salute, cambia perché come ho appena detto cambia il contesto sociale e culturale, cioè perché cambia il senso del mondo?

Oggi il significato scientifico di salute che è implicito nell’art 32 è completamente diverso dal senso del concetto di salute che è implicito negli articoli 9 e 41 della Costituzione. Allora in questo caso come faccio ad essere coerente con l’art 32 e con gli articoli 9 e 41?

Peirce, che non è un illuminista come Kant, ma addirittura è un pragmatista, sostiene più o meno la stessa cosa cioè che la coerenza tra ciò che si fa e ciò che si pensa è addirittura la base della nostra identità. Giusto come dargli torto. Wittgenstein diversamente da Kant e da Peirce ha sostenuto che è la logica che decide la coerenza dei fatti, non sono i fatti che decidono la coerenza della logica. I fatti, secondo Wittgenstein, sono determinati da un intreccio di cose, ma in maniera tale che all'interno di queste cose sono, in un certo senso, "pre-determinati".

Giusto ma questa idea di coerenza di Kant di Peirce e di Wittgenstein, tra pensiero, quindi, logica e prassi che fine fa dentro le relazioni con la complessità del mondo e della realtà? Cioè nella realtà?

Mettere in relazione gli ideali con la realtà
Questo è il problema. Per me che è una vita che cerco di essere coerente con i mei ideali sulla salute e sulla sanità pubblica si tratta di mettere questi benedetti ideali in relazione con la realtà quindi per me è questa relazione che decide le prassi. Non altro. Gli ideali, per me, prima se la dovrebbero vedere con la realtà e solo dopo essersi sintonizzati con essa, alla fine dovrebbero dirci cosa fare con le prassi

Non credo che possa darsi coerenza senza usare la realtà come termine medio, cioè, quel termine, attraverso il quale, io riesco a mediare i rapporti tra pensiero e prassi.

La coerenza per me è una prassi che viene fuori ma solo dopo che il mio pensiero ha fatto i conti con la realtà. Ma questo esame con la realtà nessuno sembra in grado di farlo. Meno che mai quella sinistra alla sinistra del PD che continua apologeticamente a riferirsi al suo passato cioè a una realtà che non c’è più.

La coerenza nonostante l’incoerenza
Essere coerente con le proprie idee, non è esattamente, come dicono Kant o Peirce o Wittgenstein, riprodurre con un pantografo dei disegni in altri disegni, cioè dei pensieri in prassi. Per me il difficile oggi è riuscire ad essere coerente nonostante l’enorme incoerenza. Cioè trovare i modi giusti per essere coerente nonostante l’incoerenza sia prevalente.

Oggi la coerenza non ha la meglio, ma non solo perché il neoliberismo cioè i cattivi vincono sui buoni cioè sui diritti ma anche perché i buoni, come dimostra la sinistra hanno enormi difficoltà ad essere coerenti nelle relazioni con la realtà.

Oggi i buoni non sono capaci neanche di cambiarsi le mutande figurarsi se sono capaci di avere una strategia di cambiamento o come dico da tempo un pensiero di riforma.

Non basta essere buoni o essere di sinistra per essere coerenti. Non basta essere coerente con i propri ideali per essere dei riformatori.

Essere riformatori veraci
Per essere coerenti è necessario saper ripensare il mondo quando è necessario ripensarlo, cioè essere dei riformatori veraci. Cioè regolare il proprio pensiero nella realtà che c’è. Ma che è esattamente quello che ad esempio la sinistra alla sinistra del PD non è in grado di fare. Oggi la sinistra è solo apologia di robe andate ma essa non esprime mai un pensiero di riforma. Essa è solo in grado di fare apologia.

Se la sinistra di governo è diventata neoliberista e l’altra sinistra è diventato apologia del proprio passato, allora siamo davvero messi male.

L’incoerenza, in un modo o nell’altro, ci seppellirà tutti. Essa ucciderà i nostri sogni.

Morire di fatica e crepare di fatica (conclusione)
Si usa distinguere gli uomini dagli animali dicendo che i primi in genere “muoiono di fatica” e i secondi in genere “crepano di fatica”, per esempio gli asini e i lupi. Per me essere coerente in sanità ha sempre significato “crepare” di fatica, esattamente come gli asini e come i lupi.

Ivan Cavicchi



14 marzo 2025
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