Case di Comunità, Mmg e grandi incognite
di Giuseppe Belleri
17 MAR -
Gentile Direttore,
il recente report di Agenas ha documentato lo stato di attuazione della Misura 6A del Pnrr: mancano poco più di 15 mesi alla scadenza del Piano per le CdC, quelle attive restano sguarnite di personale, nelle regioni meridionali si registra un grave ritardo, il ruolo unico si sta rivelato un flop, l'Acn 2022-2024 è in alto mare, per la dipendenza serviranno anni prima dell'entrata in servizio dei primi Mmg.
Insomma si stanno avverano le pessimistiche previsioni sui possibili ostacoli che potevano rallentare l'iter attuativo della Missione6.
Ecco, in proposito, i rischi paventati nelle schede di programma del Pnrr del 2022, per quanto riguarda il solo personale:
• normativa nazionale ambigua in materia di assistenza primaria, con conseguente attuazione ineguale a livello regionale;
• scarsa capacità di coordinare i professionisti, soprattutto attraverso accordi contrattuali;
• scarsa capacità di coinvolgere i vari stakeholder;
• insufficiente numero e competenza dei professionisti dedicati all'assistenza.
Sempre nelle schede di programma si mettevano in evidenza i potenziali "problemi di adattamento alle esigenze locali: le diverse realtà territoriali italiane (aree urbane, rurali, montane) richiedono adattamenti specifici nelle Case della Comunità. La non personalizzazione dei modelli strutturali e operativi rischia di ridurre l'efficacia del progetto in alcune aree".
Sebbene non compaia nell’elenco dei rischi, tra le righe si legge la prima preoccupazione per la buona riuscita dell’operazione: come convincere i professionisti ad entrare a far parte del team della CdC?
Il flop della riforma lombarda della cronicità dovrebbe aver insegnato che si devono tenere in debito conto i processi decisionali, le valutazioni e le resistenze al cambiamento degli attuatori della riforma, la cui partecipazione attiva è influenzata da bias come quello dello status quo e della familiarità.
Purtroppo non sempre i policy maker impegnati nell’elaborazione e nella realizzazione di una riforma considerano l’importanza delle variabili cognitivo-comportamentali tra gli attori delle policy, come sottolinea Riccardo Viale: «Si decidono azioni sulla base di previsioni errate. Si scrivono leggi e regolamenti sulla base di un’assenza di conoscenza di quelle che possono essere le reazioni della popolazione» in quanto i decisori non sono «consapevoli dei limiti del giudizio nell’analizzare i dati, nel fare previsioni e valutazioni», per cui «le decisioni che vengono prese sono spesso già viziate dagli errori di giudizio e producono risultati catastrofici», come nel caso delle CdC.
La distribuzione geo-demografica degli assistiti, le caratteristiche orografiche e delle comunicazioni renderebbero problematico concentrare in una struttura i professionisti distribuiti in un vasto territorio, lontani chilometri dalla CdC. La struttura sarebbe poco fruibile per gli abitanti in zone disagiate, alpine ed appenniniche spopolate, specie se affetti da patologie croniche, con buona pace per la capillarità e prossimità dell'assistenza primaria.
Per superare i limiti delle CdC Hub si dovevano finanziare almeno un numero doppio di CdC Spoke per una distribuzione omogenea delle strutture nelle zone a bassa densità demografica e per favorire la partecipazione dei professionisti convenzionati.
Per ovviare ai rischi e ai problemi di funzionalità delle CdC è stato proposto il passaggio alla dipendenza degli attuali medici convenzionati, che ha problemi di implementazione e di efficacia sul breve periodo non inferiori a quelli delle CdC.
Da 2 anni giungono dal ministero dichiarazioni favorevoli, ma non s'è ancora visto un progetto di massima su come, in che tempi e con quali modalità e risorse verrà implementata la complessa transizione epocale da un uno status giuridico all'altro.
Inoltre da tempo si vocifera di una proposta di legge delle Regioni, anch'essa indefinita, che indica il livello di incertezza in cui si sviluppa l'annosa e tormentata riforma dell'assistenza primaria. Nel frattempo i mesi passano e si avvicina la scadenza del giugno 2026.
Giuseppe Belleri
17 marzo 2025
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