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La scuola di specialità in Cure Palliative: innovazione necessaria, attrattività da costruire  

di Bruno Nicora 

29 APR - Gentile Direttore,
l’attivazione della Scuola di specializzazione in Medicina e Cure Palliative rappresenta per le cure palliative italiane al contempo un punto di arrivo e di partenza. Il sistema delle cure palliative in Italia si trova oggi di fronte a una sfida cruciale: la carenza di personale specializzato. Secondo i dati più recenti, sono attualmente in servizio circa 750 medici palliativisti, a fronte di un fabbisogno stimato di circa 1.500 unità, ovvero solo il 50% del necessario. La situazione è ancora più critica per gli infermieri dedicati: ne sono presenti circa 1.500, ma ne servirebbero 4.550, coprendo appena il 34% del fabbisogno. Questo gap rischia di compromettere la qualità e la capillarità dell’assistenza, soprattutto in un contesto in cui oltre 500.000 persone necessitano di cure palliative ogni anno (Ministero della Salute, 2023).

La risposta istituzionale a questa emergenza è arrivata nel 2020, con l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative, attiva dal 2021-2022 e oggi presente in 15 atenei italiani (Società Italiana di Cure Palliative, 2023). La scuola rappresenta un punto di svolta: per la prima volta, la formazione specifica in cure palliative entra a pieno titolo nei percorsi accademici, con l’obiettivo di formare professionisti capaci di affrontare la complessità clinica, psicosociale ed etica della cura della sofferenza. Questa scuola si distingue per il suo carattere innovativo: è nata per rispondere ai nuovi bisogni di salute di una popolazione che invecchia e che vive sempre più spesso con patologie croniche e degenerative. Il percorso formativo si articola su competenze trasversali: dalla gestione del dolore agli aspetti normativi, dalla comunicazione al lavoro in équipe, fino al management e all’uso delle nuove tecnologie (Agenas, 2023).



Nonostante il suo potenziale, la scuola di specialità in cure palliative fatica ad attrarre giovani medici. Le iscrizioni restano basse rispetto ai posti disponibili, e il settore soffre di una percezione ancora marginale rispetto ad altre specialità. Le ragioni sono molteplici:
● Scarsa conoscenza delle opportunità professionali offerte dal settore.
● Percezione di una carriera meno “prestigiosa” rispetto ad altre branche della medicina.
● Difficoltà organizzative e logistiche nei percorsi formativi, spesso frammentati tra ospedale, territorio e hospice.
● Mancanza di modelli formativi innovativi che valorizzino la diversità dei contesti assistenziali e stimolino la creatività nella risoluzione dei problemi clinici e organizzativi.

Per rispondere a queste criticità, le soluzioni devono essere sia di sistema sia formative:
● Task shifting: Incrementare la collaborazione tra professioni sanitarie, affidando compiti specifici a infermieri, psicologi e altri operatori adeguatamente formati, può alleggerire il carico sui medici e migliorare l’efficienza dell’assistenza.
● Telemedicina: L’uso di televisite, teleconsulto e telemonitoraggio permette di seguire i pazienti a domicilio, migliorando la continuità assistenziale e rispondendo al desiderio di molti di trascorrere l’ultima fase della vita a casa.
● Intelligenza artificiale: L’AI può supportare l’identificazione precoce dei pazienti che necessitano di cure palliative, ottimizzando la presa in carico e personalizzando i percorsi di cura (Currow et al., 2022).

Per aumentare l’appeal della scuola di specialità, è essenziale:
● Promuovere modelli formativi basati sulla rete, che permettano agli studenti di sperimentare sistemi assistenziali diversi e di confrontarsi con soluzioni creative per problemi specifici di un territorio o di un quadro clinico-assistenziale unico.
● Valorizzare la dimensione innovativa della scuola, mostrando come le cure palliative siano un laboratorio di sperimentazione per l’integrazione tra discipline, tecnologie e modelli organizzativi.
● Offrire esperienze formative immersive, in cui lo studente possa vedere l’impatto concreto delle cure palliative sulla qualità di vita dei pazienti e delle famiglie.

La scuola di specialità in cure palliative è una conquista recente e innovativa per il sistema sanitario italiano, ma la sua attrattività resta una sfida aperta. Solo investendo su modelli formativi dinamici, task shifting, tecnologie digitali e una narrazione più forte del valore sociale e scientifico delle cure palliative sarà possibile colmare il gap di professionisti e garantire un’assistenza dignitosa e di qualità a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Bruno Nicora
Dirigente medico Cure palliative Sistema Sanitario Nazionale

Riferimenti
Agenas. (2023). Cure palliative: stato dell’arte e prospettive future. https://www.agenas.gov.it/
Currow, D. C., Agar, M. R., & Phillips, J. L. (2022). Artificial intelligence and palliative care: Hype or hope? Palliative Medicine, 36(2), 169-171. https://doi.org/10.1177/02692163211066344
Ministero della Salute. (2022). Telemedicina: Linee di indirizzo nazionali. https://www.salute.gov.it/
Ministero della Salute. (2023). Cure palliative e terapia del dolore. https://www.salute.gov.it/
Società Italiana di Cure Palliative. (2023). La scuola di specializzazione in Medicina e Cure Palliative: stato dell’arte. https://www.sicp.it/

29 aprile 2025
© Riproduzione riservata

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