Gentile Direttore,
chi non si è formato durante Studi pluriennali seri e controllati, potrà descrivere al massimo le sue impressioni in caso di trattamento sanitario che avrà visto fare in qualche stage o che gli è stato somministrato come paziente. Ma non potrà certo pretendere di diventare per tale ragione un professionista autonomo.
Evidentemente, non si diventa chirurghi perché una volta abbiamo subito un intervento, né siamo psicoterapeuti perché in analisi pluriennale. Non diventeremo osteopati con qualche stage dopo gli studi in fisioterapia e scienze motorie perché pensiamo di sapere quasi tutto sui trattamenti manuali. Prima di confondere conoscenza ed esperienza, domandiamoci quale sia stato l’ambito, il livello, la durata e, soprattutto, la legalità della nostra formazione caratterizzante. Ciò che è stato visto in ambulatorio, letto in qualche sito web o ascoltato in qualche convegno o seminario potrà essere interessante, ma non ha quasi mai nulla di formativo.
Se non si completa la frequenza di corsi in presenza, accreditati e professionalizzanti, potremo raccontare le nostre impressioni su quel metodo di cura ma non pretendere di conoscerlo, di praticarlo e tanto meno di insegnarlo. Le auto-formazioni e i corsi auto-referenziali in materia sanitaria anziché formare professionisti, rischiano di viziare o travisare le valutazioni di efficacia clinica dei metodi e delle tecniche di cura. Per acquisire dignità ed efficacia assistenziale conviene recuperare la distinzione tra competenza oggettiva ed esperienza soggettiva, ovvero tra formazione ed imitazione. Per la stessa ragione, è indispensabile scegliere Corsi di Studi qualificati perché autorizzati, scientifici, di antica e indiscussa tradizione, che abbiano già formato operatori riconoscibili perché completi anziché precari perché privi dei requisiti culturali necessari.
Questo il consiglio dell'Associazione ADOE nell'ambito della sua campagna in collaborazione col Ministero della Salute per la tutela delle persone e della professione di osteopata.
Federico Claudio Franscini