Sindacalismo tardivo e pensionati
di Manlio Protano
08 OTT -
Gentile Direttore,la crisi della cd “rappresentanza” sindacale, in Italia, (ovvero la diffusa sfiducia sulle possibilità dei Sindacati di essere incisivi ed efficaci nella difesa del rapporto di lavoro), in Italia, sta avendo “strane” ed impreviste “mutazioni”. Prendendo ad esempio i rinnovi contrattuali dell’Area Sanità (Dirigenti Medici e altri) si vede come l’input governativo non proceda coerentemente ai trienni temporali, ma sia sempre un po' “sfasato” in ritardo. Ad esempio, ad oggi si sta procedendo al rinnovo del CCNL Area Sanità del periodo 2022-2024, evidentemente già passato.
L’intenzione, pare, è quella di chiudere a passo spedito questo triennio, per poi passare immediatamente alla contrattazione di quello successivo e corrente. Ora, se questi accordi contrattuali, tardivi, fossero adeguati economicamente agli aspetti sia di un reale miglioramento economico, sia un reale adeguamento inflattivo, non ci sarebbe nulla da dire. Invece, per espressa previsione nelle linee di indirizzo, questi miglioramenti “sarebbero” rimandati al prossimo CCNL 2025-2027: caso unico nella storia del Sindacalismo Italiano.
Inoltre, vediamo un’altra “strana” mutazione: il sindacalismo dei “Pensionati”. Ovvero si sta sviluppando la tendenza, all’interno delle OO.SS. di organizzare aree preposte alla tutela dei diritti dei pensionati. Ad oggi, ad esempio, per i Medici Pensionati, il bisogno di tutela e di rivendicazione riguarda, in ordine sparso:
a) il fiscal drag;
b) la tassazione fuori misura del 43% dell’assegno pensionistico;
c) la rivalutazione dell’assegno pensionistico, sempre più residuale come valore economico;
d) il differimento della liquidazione in tempi ormai ingiustificati e difformi, per il lavoro pubblico, da quelli, più equi, per il settore provato. Solo per citare alcuni esempi.
In realtà le questioni, assai rilevanti del settore pensionistico, non si potrebbero intendere come puramente sindacali: sono questioni derivanti dalle decisioni del Governo corrente ed in quanto tale richiederebbero una espressione di rappresentanza di interessi di tipo politico: che non c’è o se ci fosse non è né uniforme né incisiva per azioni favorevoli i per i pensionati medici.
Cosa fare dunque…? Domanda ardua con risposte difficili da trovare. A mio parere, per quanto riguarda le OO.SS. della Dirigenza Medica e delle categorie del lavoro medico, sarebbe utile, opportuno e consigliato aumentare sia lo spazio di ascolto di queste istanze, sia aumentare la fidelizzazione degli iscritti.
Conseguentemente, facendo “massa critica” comune con altre aree del lavoro dipendente orientare il consenso politico in modo a loro favorevole, oltre che sviluppare iniziative di “class action” a tutela dei propri diritti.
Dott. Manlio Protano Consigliere Nazionale di SMI Sindacato dei Medici Italiani
08 ottobre 2025
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