Giornata Salute Mentale. Celebriamola anche ricordando che il settore ha bisogno di personale e risorse
di Franco Massi
10 OTT -
Gentile Direttore,l’esordio dell’articolo 32 della Costituzione ci ricorda che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. La Carta è, come sempre, il punto di partenza e l’orizzonte con cui affrontare le questioni più importanti. E in quella “salute” va senz’altro inclusa anche la salute mentale, che oggi, 10 ottobre, ricordiamo in tutto il mondo nella sua Giornata dedicata.
Ci tengo a sottolineare, però, che se la “salute mentale” è un concetto unico, lo sguardo di chi opera con uomini, donne e minori che affrontano questi problemi deve essere sempre rivolto alla storia della singola persona, al suo percorso di vita e alla sua complessa unicità.
In un tempo in cui si diffonde l’uso di chatbot e intelligenza artificiale per una consulenza “prêt-à-porter” e un conforto immediato - con i rischi che tanti hanno già evidenziato – ribadiamo che a fare la differenza negli interventi per la salute mentale sono le persone: i professionisti, con la loro preparazione e sensibilità. Proprio per questo, destano forte preoccupazione le conseguenze della grave mancanza di personale e della difficoltà a reperirne, criticità che, come Uneba denuncia da più di un lustro, affliggono l'intero settore sociosanitario.
Poco personale significa poche cure e un peggioramento dei servizi. In un periodo in cui i bisogni di salute mentale aumentano, questa carenza significa che molte persone non troveranno l'aiuto di cui hanno bisogno. La cronaca ci mostra le conseguenze, anche tragiche, della mancata presa in carico di alcune fragilità. E questo evidenzia anche la necessità di definire i confini tra approccio di tipo custodialistico e approccio riabilitativo, così come l'urgenza di portare avanti un’azione culturale per evitare che si rafforzi o si diffonda il pregiudizio che considera sempre socialmente pericolosa la persona con problemi di salute mentale.
A rendere difficile la programmazione dei servizi da parte degli enti gestori – e quindi la risposta ai bisogni della popolazione – è anche la frammentazione del sistema: ogni Regione o Provincia autonoma è un sistema sanitario a sé.
Per quanto riguarda le risorse, il settore della salute mentale, come mi confermano gli enti Uneba che vi operano, non soffre solo della scarsità di fondi che affligge l'intero comparto sociosanitario, ma anche, talora, di una programmazione a troppo breve termine. Come è possibile pianificare servizi a lungo termine nei casi in cui le risorse sono rinnovate, confermate o tagliate di anno in anno? Del resto, come già evidenziato da un
contributo su
Quotidiano Sanità del 2 ottobre, la seconda versione del Piano d’Azione Salute Mentale 2025-2030 “rinvia ad altra sede le questioni fondamentali poste in modo pressoché unanime: la dotazione di risorse, in particolare di personale, e la definizione delle priorità”.
In questo settore, come in tutti gli altri, gli enti non profit di Uneba sono pronti a fare la loro parte, collaborando con la politica e il decisore pubblico: non però come meri esecutori, bensì attraverso la coprogettazione e la coprogrammazione, istituti dell'amministrazione condivisa previsti dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore.
Infine, ci tengo a ricordare che “Accesso ai servizi – La salute mentale nelle situazioni di catastrofe ed emergenza” è il tema della Giornata per il 2025. Sebbene in Italia non viviamo attualmente situazioni simili, è doveroso dedicare un pensiero empatico a chi, oggi, alla sofferenza della guerra aggiunge quella legata ai problemi di salute mentale. Ed è un orgoglio sapere che tra gli enti associati Uneba c’è chi, con missioni umanitarie o con la cooperazione, opera per alleviare quelle sofferenze.
Del resto, che si tratti di salute fisica o salute mentale, in Italia o altrove nel mondo, noi di Uneba restiamo ancorati alla Costituzione: la salute non è solo “diritto dell’individuo” ma anche “interesse della collettività”. E si intitola “Uneba, 75 anni al servizio dei fragili. Tra principi costituzionali e dottrina sociale della Chiesa” la nostra assemblea nazionale in programma a Roma dal 6 all’8 novembre.
Franco MassiPresidente di Uneba
10 ottobre 2025
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore