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Basta ostacoli: i terapisti entrano in classe. La svolta per gli studenti con disabilità

di Domenico Della Porta

03 NOV - Gentile direttore,
per gli studenti di ogni ordine e grado con disabilità è consentito l’accesso a scuola di sanitari dell’ASL per consentire la continuità della terapia anche durante l’orario delle lezioni..

L’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità ha emesso, infatti, la sua prima raccomandazione ufficiale, una settimana fa, codificando un intervento che segna un passo importante nella tutela concreta dei diritti degli alunni con disabilità.

A seguito di una specifica segnalazione relativa alla mancata autorizzazione, da parte di una scuola, all’ingresso in classe di un medico della ASL che doveva seguire un alunno con disturbo dello spettro autistico, l’Autorità Garante ha risolto immediatamente la questione.

Nel caso in esame, la scuola aveva subordinato l’accesso del professionista al consenso di tutti i genitori della classe, bloccando così la prosecuzione del piano terapeutico.

Dalle verifiche condotte è emerso che situazioni simili non sono isolate: in diversi istituti viene infatti richiesto il consenso delle famiglie o documentazioni aggiuntive da parte dei terapisti, con il rischio di ostacolare la continuità terapeutica e di creare barriere burocratiche per chi ha diritto a un percorso personalizzato.

Con la Raccomandazione n. 1/2025, l’Autorità chiarisce che l’ingresso in classe dei professionisti sanitari deve essere autorizzato dal Dirigente Scolastico, previa comunicazione alle famiglie e nel pieno rispetto della privacy degli altri studenti.

Anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha precisato “il diritto allo studio degli alunni con disabilità si realizza, secondo la normativa vigente, attraverso l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario Nazionale.

La comunità scolastica e i servizi locali hanno pertanto il compito di “prendere in carico” e di occuparsi della cura educativa e della crescita complessiva della persona con disabilità, fin dai primi anni di vita. Tale impegno collettivo ha una meta ben precisa: predisporre le condizioni per la piena partecipazione della persona con disabilità alla vita sociale, eliminando tutti i possibili ostacoli e le barriere, fisiche e culturali, che possono frapporsi fra la partecipazione sociale e la vita concreta delle persone con disabilità”.

Non è necessario – né legittimo – subordinare l’accesso al consenso di terzi, poiché il diritto alla salute e allo studio degli alunni con disabilità è prioritario e va sempre garantito. «La nostra raccomandazione rende effettivo il diritto all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità» dichiara il Presidente dell’Autorità Garante, Maurizio Borgo. «Finalmente, passiamo dalle parole ai fatti».

L’Autorità ha invitato gli Uffici Scolastici Regionali a diffondere la raccomandazione a tutte le scuole, pubbliche e paritarie, per assicurare uniformità di comportamento su tutto il territorio nazionale e promuovere una cultura dell’inclusione fondata sul rispetto e sulla collaborazione.

Domenico Della Porta
Disability Manager Università degli Studi di Salerno

03 novembre 2025
© Riproduzione riservata

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