Per una nuova etica dell’Intelligenza Artificiale
di Maurizio Mori
01 DIC -
Gentile Direttore,
è ormai banale rilevare che la pandemia Covid-19 sia un grande acceleratore sociale che porta a mettere in moto molte energie. In un senso, è come una guerra, che sempre sollecita sforzi eccezionali e fa uscire nuove risorse. Ma nella guerra queste sono per lo più dirette al male e alla distruzione, mentre nel caso della lotta contro il virus si spera che siano rivolte al bene e alla positività. I lockdown sono stati un lungo periodo di scuola, perché in poche settimane abbiamo imparato come collegarci in incontri telematici, come aprire e chiudere microfoni e video, come creare stanze, e via dicendo.
Se è vero che la pandemia sta accelerando i cambiamenti è altrettanto vero che questi erano già sottotraccia da anni, perché la nostra è epoca di straordinarie eccezionali trasformazioni. Ci sono almeno tre grossi filoni di ricerca che spingono al cambiamento. Radio e televisione hanno reso da tempo il globo un villaggio globale, ma queste tecnologie possono essere qui messe in una sorta di stand-by e assimilate a un potenziamento della stampa.
Il primo grande filone di novità emerso negli ultimi decenni è quello che riguarda la biomedicina, ambito in cui i progressi compiuti erano inimmaginabili fino a pochi decenni fa, e alcuni di questi ancora ci stupiscono: si pensi alla stampa in 3D di parti del corpo!
Un altro filone di grande novità è quello del mondo-nano, ossia delle nanotecnologie che operano nell'ambito del superminuscolo, cioè su scala dimensionale nell'ordine del nanometro: un miliardesimo di metro (in genere tra 1 e 100 nanometri). Per ora la progettazione e la realizzazione di dispositivi in tale scala è ancora defilata e quasi sottotraccia, ma presto i portentosi successi in questo ambito verranno allo scoperto con effetti davvero sorprendenti.
Un ultimo filone di straordinaria novità è quello della Intelligenza Artificiale (IA), resa possibile dall'aumento della potenza di calcolo degli elaboratori e dall'ampia disponibilità di dati che hanno reso efficace e praticabile il machine learning e il deep learning. L'IA porta alla creazione di macchine come i droni che raggiungono obiettivi con eccezionale precisione, o robot che interagiscono fornendo suggerimenti e consigli. Il futuro al riguardo apre scenari difficili da prevedere.
La sinergia tra i tre settori menzionati può portare a una miscela esplosiva che potrebbe far compiere un salto di livello dell'esistenza: qualcosa di più potente di quel che già è capitato con la Rivoluzione industriale, che è stata "la più grande trasformazione dell'umanità di cui abbiamo documenti scritti" (E. Hobsbawm).
Questo radicale cambiamento delle condizioni di vita non può restare senza effetti sul piano etico. Già la rivoluzione biomedica ha profondamente mutato la tradizionale etica medica di impianto ippocratico, creando la bioetica come nuova etica che per esempio propone la moralità di contraccezione e aborto, pratiche assolutamente vietate nell'ippocratismo. Ancora, già l'avvento delle telecamere o di dispositivi di tracciamento hanno mutato la percezione della privacy, intesa come sfera di riservatezza inaccessibile agli altri. Che capiterà quando biomedicina, nanotecnologie e IA interagiranno tra loro in un mix inestricabile in cui le nuove capacità di calcolo programmeranno il vivente condizionandolo con nanotecnologie?
Non è facile dare risposte precise a interrogativi di questo tipo, ma è certo che essi vanno posti e affrontati. In particolare forte è oggi l'esigenza di riflettere con grande attenzione sull'etica dell'Intelligenza Artificiale, che è l'aspetto oggi più promettente. Di fatto, sulle tematiche dell'IA si sta sviluppando un vivacissimo dibattito culturale, con innumerevoli iniziative che si dipanano nelle più diverse direzioni.
Manca un coordinamento che imprima un indirizzo di massima alla riflessione sull'etica dell'Intelligenza Artificiale. La libertà di ricerca è sovrana, ma opportuni sono anche suggerimenti e indirizzi tesi a orientare il dibattito.
Per questo alcuni studiosi italiani hanno pensato di costituire SIpEIA (Società Società Italiana per l'Etica dell'Intelligenza Artificiale), come associazione culturale che ha come "scopo la diffusione della riflessione sull'etica e le scelte normative circa l'Intelligenza Artificiale (IA) e il coordinamento delle attività accademiche, scientifiche e culturali connesse alla tematica".
SIpEIA promuove ora come primo evento sociale il Convegno sul tema
Per una nuova etica dell'Intelligenza Artificiale (IA): le tecnologie rinnovano e cambiano l'umano, che si terrà giovedì 3 dicembre dalle ore 10:00 alle ore 18:00 in forma telematica.
La partecipazione al Convegno è libera, e il programma con le modalità di connessione sono allegate e visibili sul
sito di Sipeia. SIpEIA è aperta a accademici, studiosi, operatori, aziende e cittadini interessati ai problemi etici sollevati dalla IA, e al Convegno è possibile aderire all'iniziativa e associarsi.
In quanto Società accademica, SIpEIA è aperta alle più diverse prospettive teoriche, ma intende promuovere un indirizzo innovativo teso a superare quello che sembra essere l'assunto prevalente in larga parte della riflessione odierne, ossia se tecnicizzare l'uomo o umanizzare la tecnica. Questa è una falsa alternativa perché, se non esiste alcuna natura umana immutabile va esplorata l'idea che le tecniche cambino l'uomo aprendo prospettive nuove. E' questa possibilità che l'etica deve esplorare, e il Convegno vuole essere un primo passo in questa direzione.
Maurizio Mori
Ordinario di Filosofia Morale e Bioetica, Università degli Studi di Torino
Presidente della Consulta di Bioetica Onlus
Componente del Comitato nazionale per la bioetica
01 dicembre 2020
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