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Lombardia. Cgil: “Occorre rivedere gli organici, non è più rinviabile mettere mano a reali fabbisogni”

Florindo Oliverio, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Lombardia, cita una ricerca effettuata dal Cergas-Bocconi:  l’11,8% del personale del Ssn è risultato inidoneo alla mansione per cui è stato assunto. “La verità è che i tagli di organico hanno costretto i lavoratori a turni massacranti, che mettono a rischio non solo la salute e la sicurezza dei lavoratori ma anche quella dei pazienti.”

24 FEB - Gli esiti della ricerca su ‘Le inidoneità e le idoneità con limitazioni alla mansione specifica nelle Aziende sanitarie pubbliche’, condotta dal Cergas dell’Università Bocconi di Milano, “rafforzano la nostra convinzione che non è più rinviabile mettere mano alla definizione dei reali fabbisogni di organico in sanità”. E’ la valutazione formulata da Florindo Oliverio, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Lombardia.

Il Centro di ricerche, infatti, ha rilevato che l’11,8% del personale del Ssn è risultato inidoneo alla mansione per cui è stato assunto. E il dato è dichiarato addirittura sottostimato. Per la Lombardia questa percentuale si traduce in oltre 12mila lavoratori che, a vario titolo, sono nell’impossibilità di dare il massimo contributo alle attività di servizio. “Leggendo i dati – ragiona Oliverio - emerge con nettezza che le cause di queste inidoneità sono da attribuire a responsabilità delle aziende. Il 50% degli inidonei (6mila per la sola Lombardia) lo è diventato a causa della movimentazione di carichi e pazienti, mentre il 12% (circa 1.500 in Lombardia) lo è diventato a seguito degli effetti dovuti ai turni di lavoro notturni e alle reperibilità”.
Per Oliverio è quindi del tutto evidente “come per queste inidoneità è chiamata direttamente in causa l’organizzazione del lavoro nelle rispettive aziende. Le inidoneità colpiscono le figure professionali più direttamente coinvolte nell’assistenza dei pazienti. Oltre il 24% sono operatori sociosanitari addetti all’assistenza (OSS), oltre il 15% infermieri e ostetriche”.

Da tempo come sindacato denunciamo questo fenomeno di precoce usura della “forza lavoro. Troppo spesso le aziende scaricano responsabilità proprie sui lavoratori, lamentando il mancato uso di strumenti di lavoro come i sollevatori. La verità è che i tagli di organico hanno costretto i lavoratori a turni massacranti, che mettono a rischio non solo la salute e la sicurezza dei lavoratori ma anche quella dei pazienti. Tutto ciò nella violazione delle leggi e dei contratti che garantiscono il giusto riposo degli operatori con turni rispettosi della salute e del recupero psicofisico dei lavoratori”.

La Cgil conclude quindi che “non siamo più soli nella denuncia. Ora lo dimostra l’Università Bocconi con la sua ricerca. Regione Lombardia non può più voltarsi dall’altro lato di fronte alle sue responsabilità. Giovedì 14 aprile le lavoratrici e i lavoratori delle aziende sanitarie lombarde, pubbliche e private, saranno in piazza anche per questo. Per il diritto alla salute di tutti, a partire – conclude - da chi lavora per garantire la salute dei cittadini”.
 

24 febbraio 2016
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