Lavoro e Professioni
Comparto Sanità. Ancora fermo il rinnovo del contratto. Tra Aran e sindacati non c’è accordo
Ancora un nulla di fatto per il rinnovo del contratto 2022-2024 del Comparto Sanità. Le posizioni tra Aran- Fp Cgil, Uil Fpl e Nursing Up (i sindacati contrari alla firma) rimangono distanti. Il tavolo si riaggiornerà il prossimo 22 maggio.
“Nell’incontro odierno – scrive l’Aran in una nota - , l'Agenzia ha preso atto che le posizioni dei sindacati restano sostanzialmente invariate rispetto a quanto espresso nella riunione del 14 gennaio. Anche l’Aran ha confermato il proprio orientamento negoziale. Una situazione attesa, anche alla luce del recente rinnovo delle Rsu”.
“Nonostante le distanze – prosegue l’Aran -, tuttavia, il confronto ha permesso di entrare nel merito di alcune questioni specifiche, offrendo l’occasione per un dialogo più concreto. Per continuare il confronto e verificare se ci sono le condizioni per arrivare a un’intesa, l'Agenzia ha convocato un nuovo incontro per il 22 maggio. Aran ha sottolineato anche oggi che i tempi sono fondamentali: per esempio, in caso di firma a maggio, il contratto entrerebbe in vigore solo da ottobre, con effetti concreti su 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra cui infermieri, tecnici, amministrativi e altro personale non medico”.
“Il rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024 – sottolinea l’Agenzia - prevede un aumento medio mensile di 172,37 euro per tredici mensilità, pari al 6,8% in più rispetto agli stipendi attuali. Le risorse complessive stanziate ammontano a 1,784 miliardi di euro, comprensive di: 175 milioni di euro per l’indennità di pronto soccorso; 35 milioni di euro per la specificità infermieristica; 15 milioni di euro per la tutela del malato. La chiusura dell’attuale trattativa rappresenta anche un passaggio strategico per l’avvio del prossimo rinnovo contrattuale 2025-2027, per il quale sono già previsti 1,904 miliardi di euro. Le nuove risorse garantiranno un incremento medio del 6,93%, pari a 183,98 euro mensili”.
“Oltre agli aspetti economici – ricorda l’Aran -, il contratto introduce importanti innovazioni normative: maggiore tutela contro le aggressioni al personale, riorganizzazione degli incarichi professionali, potenziamento della formazione e nuove misure per migliorare l’equilibrio tra vita e lavoro, in linea con quanto già previsto nel Ccnl delle Funzioni Centrali”.
Aran ribadisce, inoltre, che “il riconoscimento del ruolo degli infermieri deve puntare su un rafforzamento degli standard formativi e non su un abbassamento dei requisiti di accesso alla professione. Parallelamente, l’Agenzia propone meccanismi contrattuali per valorizzare l’esperienza professionale, anche al di là dei titoli accademici. L’obiettivo resta quello di chiudere la trattativa in tempi ragionevoli, per garantire stabilità e dare continuità al percorso di valorizzazione del personale sanitario”.
"Nell’incontro odierno presso l’ARAN per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022/2024 del comparto sanità pubblica non è emersa alcuna novità sostanziale, né sul piano economico né su quello normativo. Ancora una volta il confronto si è rivelato privo di contenuti in grado di rispondere concretamente alle attese dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. Fp Cgil e Uil Fpl ribadiscono con fermezza la loro indisponibilità a sottoscrivere una pre-intesa che non riconosca il valore del personale sanitario attraverso tutele reali, diritti esigibili e un adeguato incremento salariale".cLo scrivono in una nota Fp Cgil e Uil Fpl.
"Nonostante il tempo trascorso, il Governo continua a sottrarsi a un’assunzione di responsabilità concreta nei confronti di chi, ogni giorno, con competenza e dedizione, garantisce il diritto alla salute per l’intera collettività. La nostra posizione - proseguono - è trasparente e coerente: non si tratta di un confronto ideologico ma di una valutazione basata esclusivamente sui contenuti. Restiamo disponibili al dialogo, ma servono risorse adeguate e risposte normative precise, che chiediamo sin dall’apertura del tavolo e che, ad oggi, restano del tutto disattese".
"A sostegno di questa posizione anche il recente 'Documento di analisi e proposte in tema di personale del Servizio Sanitario Nazionale', approvato dalla Conferenza delle Regioni, evidenzia con chiarezza la necessità di superare anni di sottofinanziamento e compressione della spesa per il personale. Il testo richiama l’urgenza di un’inversione di tendenza fondata su un rafforzamento delle risorse e su politiche di valorizzazione del lavoro nel SSN che ne rilancino l’attrattività e la sostenibilità. Viene inoltre indicata come non più rinviabile l’attivazione di un investimento straordinario sulle retribuzioni, indispensabile per riconoscere in modo adeguato il valore professionale, economico e sociale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Fp Cgil e Uil Fpl chiedono che queste indicazioni condivisibili non restino sulla carta ma si traducano in proposte reali e risorse aggiuntive già disponibili nei prossimi incontri. In assenza di un cambio di rotta non esistono le condizioni per la chiusura positiva della trattativa", concludono.
“Dopo 15 mesi di trattativa, il contratto collettivo nazionale della sanità pubblica 2022-2024 è ancora fermo per responsabilità di chi ha scelto di non firmare, nonostante il contratto garantisca aumenti medi del +7%, pari a circa 350 euro lordi mensili, e introduca importanti innovazioni normative. Una situazione inaccettabile che danneggia oltre 580.000 dipendenti del Servizio sanitario nazionale". Lo dichiara in una nota la segreteria nazionale della Cisl Fp.
"Nei 2 incontri di gennaio scorso - ricorda la Cisl Fp - avevamo ottenuto risultati molto rilevanti: la possibilità per i professionisti e funzionari con 7 anni di esperienza e laurea triennale di accedere all’'area dell'elevata qualificazione, l'introduzione della tutela legale gratuita per il personale vittima di aggressioni, il rafforzamento della disciplina sulle progressioni economiche e l'incremento delle ore di formazione continua da 24 a 40 ore. Purtroppo, l'irresponsabilità di Cgil, Uil e Nursing Up, che all'ultimo momento si sono rifiutati di sottoscrivere l'accordo, ha fatto sì che oggi tutte queste conquiste siano a rischio. In gioco - prosegue la segreteria nazionale del sindacato - non ci sono solo tutti i diritti conquistati, ma anche di consegnare alla parte datoriale la gestione unilaterale delle risorse stanziate, privando i lavoratori della possibilità di vedere applicate le nuove tutele contrattuali. E' paradossale che proprio chi oggi grida contro le aggressioni e invoca tutele sia lo stesso che ha bloccato il contratto che le introduceva".
"Abbiamo richiamato tutti alla responsabilità. Ogni mese che passa senza contratto - sottolinea la Cisl Fp - è un danno diretto per i lavoratori: significa ritardare il pagamento degli arretrati, l'adeguamento degli stipendi, la proroga delle progressioni verticali in deroga, la protezione giuridica contro le aggressioni. La Cisl Fp - conclude la nota - continuerà a battersi per la firma immediata del contratto, per evitare che il lavoro di 15 mesi di negoziato vada disperso e per avviare subito dopo la trattativa per il rinnovo 2025-2027, con nuove risorse già stanziate. I lavoratori meritano risposte concrete, non giochi politici sulla loro pelle".
“Anche la seduta di oggi all'ARAN per il rinnovo del CCNL comparto sanità 2022-2024 si è conclusa senza alcun risultato concreto. Un nuovo nulla di fatto che rischia di aggravare ulteriormente la situazione già critica del comparto”, si legge in una nota della Fials che “ha ribadito con chiarezza la propria disponibilità alla firma del contratto, pur nella consapevolezza delle criticità esistenti. Lo abbiamo dimostrato ieri, lo confermiamo oggi: FIALS è pronta a firmare per garantire ai lavoratori quegli incrementi salariali che, ad esempio, nel comparto delle funzioni centrali sono già stati percepiti dai lavoratori”.
“La nostra Organizzazione sindacale – prosegue la Fials - si distingue ancora una volta per la propria autonomia e per la forza di rappresentanza: non ci facciamo influenzare da pressioni politiche o da interessi di parte. La nostra unica bussola sono i diritti dei lavoratori e continueremo a perseguirli con coerenza e determinazione. Vogliamo ricordare che nelle precedenti tornate contrattuali, in condizioni economiche e normative ben peggiori rispetto a quelle attuali, si è giunti comunque ad una firma. Oggi, a maggior ragione, riteniamo che si debba chiudere positivamente questa fase negoziale, per poi aprire con forza quella successiva relativa al rinnovo 2025-2027”.
“Se il sistema dovesse implodere, la responsabilità non sarà certo nostra. La vera sconfitta sarebbe la paralisi del confronto e la perdita di mesi di duro lavoro contrattuale, che avrebbe portato miglioramenti normativi ed economici per tutto il personale sanitario”, conclude la Fials.
C’è un’ultima occasione, che secondo noi non va sprecata, per arrivare finalmente alla firma dell’intesa. Dopo 13 mesi di stallo sul contratto, sarebbe un modo per risarcire i tanti lavoratori del comparto, a cominciare da infermieri e ostetriche, che vorrebbero fare affidamento su un aumento, seppure non ingente, di risorse in busta paga”. Lo afferma Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, dopo la riunione odierna all’Aran e la decisione di riaggiornare il tavolo tra due settimane.
“Anche oggi abbiamo ribadito la nostra disponibilità a sottoscrivere il Ccnl, ma soprattutto sollevato un problema di tempi perché i fondi, seppure pochi e insufficienti a compensare l’inflazione degli ultimi anni, vanno spesi entro fine anno come previsto dal Documento di finanza pubblica – prosegue Bottega –. Oppure sarà meglio poi doversi piegare a quanto sarà deciso unilateralmente dal governo? Questa sì che sarebbe una sconfitta per le relazioni sindacali”.
Non è l’unica frecciatina che il Nursind spedisce all’indirizzo di quelle sigle che continuano a insistere sul nodo fondi: “La questione delle scarse risorse non è da porre al tavolo Aran. Non è in quella sede che può essere affrontata e risolta. Per disporre di nuovi stanziamenti, infatti, serve una legge. Ergo, continuare a insistere su questo significa solo arroccarsi su una posizione pregiudiziale”.
“Confidiamo pertanto – conclude il segretario – che questo incontro esplorativo di oggi apra una riflessione. In caso contrario, a perdere saranno solo i professionisti della sanità”.
In posizione opposta Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, secondo il quale il contratto è “inaccettabile nelle attuali condizioni”.
“Dalla nuova giornata odierna di trattative è emerso in modo inequivocabile che non ci sono chiaramente le condizioni per firmare questo contratto, perché l'Aran è ferma sulle proprie posizioni, anzi addirittura ha peggiorato il testo della bozza che ci aveva presentato il 14 gennaio - ha dichiarato - Abbiamo ribadito che la nostra non è una questione esclusivamente economica, tanto che abbiamo confermato senza mezzi termini che noi continueremo a lottare per ottenere che il Governo stanzi delle risorse, ma che questo contratto potrebbe essere sottoscritto, e addirittura abbiamo sollecitato la sottoscrizione di questo contratto, se si riesce a condividere alcune questioni relative alla parte normativa”.
Carriere ferme, mancano aperture per l’area della qualificazione elevata. “Siamo di fronte all’ennesima negazione dell’apertura di carriera per le professioni sanitarie - aggiunge De Palma - quindi ad un muro invalicabile eretto rispetto all’indispensabile progressione e ammissione verso l'area elevata qualificazione di tutti professionisti sanitari, in particolare quelli titoli equipollenti. La posizione dell'Aran è una posizione che allo stato non ci è sembrata in alcun modo di apertura, quindi sulla base di queste premesse non si è potuto fare altro che constatare che non ci sono le condizioni per sottoscrivere”.
Per il Nursing Up, serve vera trattativa, non chiusura preconcetta: “E quindi si andrà avanti così, sperando che l'Aran apra le porte ad una concreta e reale trattativa e quindi che sia disposta a mettere sul tavolo reali cambiamenti, almeno sotto il profilo normativo, perché poi noi continueremo la nostra battaglia per far integrare le risorse di questo contratto, che sono scarne, ma sotto il profilo normativo ci sono delle cose che a nostro parere vanno assolutamente prese in considerazione, vanno riviste, e che ci risultano come richieste che non arrivano solo dalla nostra organizzazione sindacale, e quindi in questo confidiamo. Certo è che se le posizioni dell'Aran sono per chiamarci per non mettere in discussione alcunché rispetto alle posizioni illo tempore assunte - conclude De Palma - la vediamo veramente molto difficile da gestire e non certo per causa nostra”.