Lettere al Direttore
Protocollo di intesa Lombardia e Nas su liste d’attesa, ma chi deve prescrivere?
di Giuseppe BelleriGentile Direttore,
il protocollo di intesa firmato tra regione Lombardia e NAS "per lo svolgimento di attività di controllo e monitoraggio presso gli erogatori pubblici e privati (ospedali e cliniche) con l'obiettivo di ridurre ulteriormente i tempi di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dei ricoveri ospedalieri" ha due obiettivi pratici, in linea con quelli del Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA), deducibili dalle dichiarazioni dei vertici regionali;
Si tratta di due distinti piani di analisi riconducibili ad altrettante sfere d'azione: il primo è di carattere "micro" individuale, in quanto attinente alle scelte prescrittive più o meno appropriate del singolo professionista, sia esso generalista o specialista, dipendente o convenzionato, accreditato o libero-professionista.
Il secondo invece riguarda la dimensione "meso" organizzativa, vale a dire la gestione più o meno appropriata delle liste d'attesa da parte degli enti pubblici o privati accreditati, delegati ad erogare le prestazioni richieste dai professionisti di cui sopra, mentre i poliambulatori specialistici privati operanti fuori dal SSN, non sono vincolati al rispetto delle norme vigenti sull'appropriatezza (le Nota AIFA e quelle dei LEA sugli accertamenti diagnostici).
L'iniziativa lombarda sembrerebbe in linea con l'intento enunciato dal Ministro nella primavera del 2024 alla presentazione del DL liste d'attesa: "In base al bacino di pazienti di ogni medico prescrittore si calcoleranno le ricette potenzialmente attese e nel caso di superamento di questo 'tetto' di prescrizioni nel caso di superamento di questo 'tetto' di prescrizioni si accenderà una 'spia rossa' che consentirà a ogni Regione di intervenire in una determinata area raggiungendo anche il singolo camice bianco per capire le ragioni delle troppe ricette e rimettendo cosi in linea i gruppi di medici o i dottori che prescrivono in modo anomalo".
Non è chiaro se i NAS avranno il compito di scovare questi iperprescrittori ed eventualmente di segnalarli per le opportune iniziative finalizzate a riportarli entro la normalità. Sicuramente si dedicheranno alla raccolta di dati sulla gestione delle liste d'attesa da parte dei CUP degli ospedali pubblici o accreditati che esulano dalla valutazione dell'appropriatezza delle richieste dei singoli professionisti, quanto mai delicata dal momento che comporta un esame caso per caso, oltre allo sforamento individuale rispetto alle medie.
Nel caso in cui dovessero dedicarsi al primo compito delineato dai decisori regionali dovrebbero partire dalla descrizione di chi prescrive cosa, ovverosia stabilire qual è l'origine delle richieste di esami di laboratorio, visite specialistiche e accertamenti diagnostici, individuando la paternità della prescrizione. Secondo una visione semplicistica e lineare tutte le "ricette" rilasciate dai medici dell'Assistenza Primaria sono frutto delle loro scelte autonome e quindi in teoria ricade sugli stessi anche la responsabilità dell'eventuale inappropriatezza. Questa errata premessa concettuale, da alcuni data per scontata e tutt'ora alla base di alcune scelte regolatorie locali, è il frutto di una visione obsoleta e riduttiva che non tiene conto della natura sistemica dell'assistenza sociosanitaria, ben descritta vent'anni or sono da Grilli e Taroni:
“I processi di produzione e distribuzione dei servizi sanitari si svolgono attraverso reti di relazioni complesse e scarsamente gerarchizzabili fra organizzazioni e professioni diverse, in cui nessuno dei numerosi attori può esercitare la funzione di comando e controllo e, parallelamente, non esiste un unico soggetto cui imputare responsabilità complessive” (Grilli R., Taroni F, Governo clinico, Il pensiero Scientifico, Roma).
La descrizione di Grilli e Taroni sintetizza in modo esemplare le caratteristiche del sistema prescrittivo territoriale, composto da una pluralità di decisori autonomi e inter-indipendenti, coinvolti nel network orizzontale non gerarchico che travalica i confini organizzativi e la rigida separazione tra attori. Per stabilire la responsabilità dell'eventuale inappropriatezza in eccesso bisognerebbe riscostruire la mappa di questa intricata rete di decisori che si influenzano reciprocamente, al fine di attribuire “a ciascuno il suo”. Per una parte del management invece il MMG sarebbe una sorta di deus ex machina, il burattinaio che manovra tutti i fili della rete prescrittiva che connette ospedale e territorio. Per poter funzionare con efficacia ed appropriatezza, il sistema richiede una buona integrazione inter-professionale, finalizzata garantire la continuità dell’assistenza, ad esempio nel passaggio dall'ospedale al territoriale, non sempre agevole, privo di disallineamenti regolatori e discrasie nell’applicazione delle norme sull’appropriatezza.
Fin dagli anni Novanta la regione Lombardia, per migliorare la continuità assistenziale e ridurre le incombenze burocratiche, ha emanato prima in Italia una norma ad hoc - la DGR 12317 del 30 luglio 1991 - che con grande lungimiranza regolava l'utilizzo del ricettario del SSN: “lo specialista del servizio pubblico, sia ospedaliero che ambulatoriale, qualora ritenga necessario eseguire ulteriori indagini diagnostiche per rispondere ai quesiti del medico di medicina generale, deve prescriverle direttamente sul proprio ricettario senza alcun intervento del medico curante”.
Questa regola di buon senso, efficienza e responsabilità, a costo zero ma con incalcolabili benefici per i pazienti, veniva ribadita nei decenni successivi da innumerevoli norme regionali e nazionali, come gli ACN della MG e della specialista; purtroppo però ad oggi non viene applicata in modo puntuale ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, come documentano le rimostranze sindacali in alcune regioni, per cui si assiste ancora al pellegrinaggio dei pazienti tra ospedali, poliambulatori e studi di MG al fine di ottenere il “pezzo di carta” per la prenotazione al CUP o per tornare di nuovo in ospedale dove fissare un appuntamento allo sportello della stessa struttura.
Dott. Giuseppe Belleri
Ex MMG - Brescia