21 maggio -
Gentile Direttore,non si sprecano negli ultimi mesi le analisi, puntualmente corredate da grafici e tabelle, in merito allo stato attuale della Professione Infermieristica in Italia. Per fotografare la complessità della situazione la nostra Federazione Nazionale, nel Congresso Nazionale di alcuni mesi fa, ha scelto un'immagine stupenda, veramente molto efficace: il cubo di Rubik, che con i suoi tanti cubetti e i suoi tanti colori, rappresenta le mille sfaccettature della questione infermieristica; un'ottima metafora, utile a ricordarci che fondamentalmente non esistono soluzioni semplici a problemi complessi.
Tuttavia, se penso al futuro della mia amata professione, non penso ad una sola mano, ma a più mani, che sinergicamente dovrebbero lavorare per porre in essere la combinazione vincente in grado di allineare le diverse tessere: se la “domanda” è il cubo di Rubik, la “risposta” potrebbe essere una torcia, una fiaccola che passa di mano in mano tra i vari attori politici e istituzionali, a mo’ di staffetta tra tedofori olimpici. Nei vari passaggi ciascuna fiamma dovrebbe potenziare la successiva, ciascun tedoforo sarebbe importante per il perseguimento e il raggiungimento dell’obiettivo finale: l'incendio finale del braciere, simbolo della celebrazione dell'inizio dei Giochi Olimpici, per noi Infermieri non può che essere un nuovo assetto legislativo/contrattuale/ formativo, in grado di definire le basi di un nuovo profilo economico, professionale e sociale che sia in grado di rilanciare realisticamente la Professione Infermieristica.
Io credo che le emergenze principali, da considerare al netto delle tante piccole e grandi problematiche, siano essenzialmente due: rimotivare chi è "dentro" la professione, attrarre chi è "fuori" la professione.
Oggi tra gli Infermieri imperversa un rust - out professionale senza precedenti: non bisogna trascurare che il benessere bio - psico - sociale di chi è dentro, e quindi di chi vive la Professione ogni giorno, è il primo spot per attrarre chi è fuori, ovvero le decine di migliaia di giovani che potrebbero essere interessati al nostro percorso formativo professionale.
Ho provato ad elencare dieci spunti, ovvero dieci proposte che siano in grado di alimentare sul serio questa fiaccola, affinché possa restare accesa nei passaggi tra i vari tedofori e resistere a qualsiasi tipo di intemperia.
1) Aumento dell'indennità di specificità infermieristica, per ottenere uno stipendio netto che non sia al di sotto dei 2000/2200 euro. Consiglio vivamente di recuperare in Rete
le motivazioni che addussero un ex Ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, a chiedere quello storico aumento del 25% degli stipendi degli Infermieri: era il 1990, sono passati “appena” 35 anni, sembra che quelle parole siano state scritte e pronunciate ieri.
2) Abolizione dell'articolo 19 del CCNL Comparto Sanità 2019/2021, ovvero la norma che disciplina la procedura selettiva per la progressività economica: ogni qualvolta un Infermiere è costretto a partecipare a queste ridicole procedure selettive, è come se ripudiasse la propria dignità professionale.
3) Istituzione di un nuovo meccanismo di progressività economica per i circa 280mila Infermieri del Pubblico Impiego, che sia sicuro e blindato, e non sia alla stregua delle “estrazioni del lotto” come accade attualmente. La mia idea è molto chiara e semplice, si chiama "Chi più sa, più vale", rimando a
questo link per eventuali approfondimenti.
4) Abolizione permanente del vincolo di esclusività, basta deroghe a tempo determinato, basta richieste di autorizzazioni ai datori di lavoro: è un passaggio chiave per lo sviluppo e la valorizzazione della Professione Infermieristica del futuro.
5) Istituzione dell’indennità di esclusività di rapporto: l’Infermiere che decide di far valere le proprie skills e le proprie competenze, solo ed esclusivamente nella propria Azienda Sanitaria Pubblica, deve ricevere un’indennità di esclusività con progressività economica blindata e direttamente proporzionale all’anzianità di servizio.
6) Riforma del test per l'accesso ai corsi di laurea in Infermieristica. Per calcolare e considerare le ripercussioni derivanti dall'abolizione del test per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina, bisognerà aspettare almeno un altro anno. Una buona proposta, almeno per il momento, può essere integrare la possibilità di riallocazione degli studenti, che non superano il test al primo tentativo, in atenei in cui permangono posti vacanti messi a bando.
7) Borse di studio per le Lauree Magistrali ad Indirizzo Clinico. Su Quotidiano Sanità è in atto da diversi mesi un fervente dibattito in merito all’istituzione di borse di studio di 400 euro al mese per gli Specializzandi non medici: è incredibile che nessuno abbia pensato che anche gli Infermieri possano accedere a tale beneficio.
8) Procedure di reclutamento per profili di ruolo specialistico. Le Lauree Magistrali ad Indirizzo Clinico devono connotare delle professionalità infungibili: in futuro, in ottica di appropriatezza allocativa delle risorse umane, le Aziende Sanitarie devono superare le attuali modalità, ed indire procedure selettive per profili di ruolo specialistico, nel rispetto della specificità delle competenze acquisite con i predetti titoli di studio.
9) Istituzione di figure professionali responsabili dell’assistenza di base: in questa logica evolutiva, è necessaria l’istituzione di figure a cui l’Infermiere non deve solo attribuire mansioni, ma a cui può delegare in toto l’assistenza di base; che si realizzi attraverso Assistente Infermiere, Super-OSS o Ultra-OSS, l’evoluzione professionale dell’Infermiere difficilmente potrà avvenire, se non in maniera direttamente proporzionale anche all’evoluzione professionale dell’OSS.
10) Rilanciare la Professione Infermieristica con il fascino della professione oblativa. Corsi di formazione ad hoc nelle scuole, per promuovere prima ancora che i corsi di laurea in Infermieristica, la nostra identità professionale, l’importanza e la centralità che l’Infermiere rivestirà sempre in qualsiasi tipo di società e di comunità: affinché ciascuno qualora si trovi in una condizione di bisogno, in futuro possa avere la facoltà di stringere una mano e non uno smartphone.
Alessandro SerranoInfermiere