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QS Edizioni - sabato 19 luglio 2025

Lettere al Direttore

La riforma dell’accesso a Medicina è una scatola vuota

di Enza Abbinante e Paolo Nuccio
immagine 6 giugno -

Gentile Direttore,
premesso che (vedi “Quotidiano Sanità” del 28.03 u.s.) la Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN è assolutamente favorevole al progressivo superamento del numero programmato nei corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, i primi atti normativi di disciplina delle modalità di accesso ai suddetti corsi lascia intatta la nostra convinzione che non di “passo storico”, come affermato dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, si tratti ma di mossa sostanzialmente propagandistica.

Al di là della formalizzazione del “semestre filtro” (il primo semestre immediatamente successivo all’iscrizione, che viene resa libera, ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico di cui sopra) (art. 4, comma1 del D.lgs. n. 71), rimane ben poco. Anche la definizione di “semestre” sembra eccessiva, prevedendo il DM n. 418 (art. 4, comma1) che le attività formative di tale periodo inizino il 1 settembre e si concludano entro il 30 novembre (più o meno un trimestre).

Viene poi incardinato fra i principi della riforma l’obbligo per le Università, in caso di iscrizione a questo trimestre di un numero di studenti superiore alla propria capacità ricettiva, di garantire comunque “adeguate modalità di erogazione della didattica” (art. 3, comma2 del D.lgs. n. 71). E’ un ritorno alla didattica da remoto come durante la pandemia? Eravamo stati facili profeti quando prevedevamo che sarebbe stato problematico garantire “una preparazione di qualità attraverso un’offerta formativa di eccellenza” (parole della Ministra Bernini) ad un numero maggiore di studenti e studentesse, che dubitavamo avrebbero trovato aule e strutture architettoniche in grado di ospitarli e garantire loro una sistemazione logistica adeguata, oltretutto con un organico docente sottodimensionato.

Come già da noi sottolineato, con questa nuova normativa non vi sarà assolutamente l’eliminazione tout court del numero programmato, bensì solamente lo slittamento del test d’ingresso, rimandando la selezione dei/delle futuri/e professionisti e professioniste a dopo il primo “trimestre filtro”.

Su questo “momento selettivo” noi paventavamo una probabile/possibile disparità del metro di giudizio delle commissioni d’esame fra un’università e l’altra, fra un esaminatore e l’altro e magari fra un esaminando/a e l’altro/a. L’art. 5 del DM n. 418 specifica che il test sarà articolato su tre esami/quiz (parte a risposta multipla e parte a risposta con modalità a completamento) con voto finale espresso in trentesimi e la possibilità per studenti e studentesse di ripetere le prove, qualora non soddisfacenti, dopo 15 giorni. Tali esami saranno basati sulle materie di insegnamento del periodo filtro (art. 4, comma 2 del DM n. 418): chimica – fisica – biologia. Solo chi avrà superato (ottenendo almeno 18/30) tutti e tre gli esami (quiz) verrà inserito/a nella graduatoria di merito nazionale (art. 7, comma 1 del DM. n. 418).

Su cosa succederà successivamente continuano a permanere molti (troppi) punti interrogativi in merito, a partire dall’effettivo numero complessivo dei/delle futuri/e studenti/studentesse che potranno immatricolarsi al secondo semestre, che resta un’incognita. Per programmare, lo ribadiamo, occorrerebbe avere un’idea ed una visione della salute a tutto tondo, che qui manca, e che permetta, ad esempio, una corretta declinazione numerica del personale non solo medico necessario per il Servizio Sanitario.

Ma a destare preoccupazione non sono solo i “vuoti” di questo decreto, ma anche i “pieni”. Ciascuno studente/studentessa “si iscrive al semestre filtro e contemporaneamente a uno dei corsi di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico (rientranti nell’area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria), anche in sovrannumero, anche in università diverse” (art. 4, comma 1 del D.lgs. n. 71). Dall’art. 8 del DM n. 418 si apprende che questi corsi definiti affini comprendono i corsi di laurea in Biotecnologie, Scienze Biologiche, Farmacia, Farmacia Industriale, Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali, nonché i corsi di laurea relativi alle Professioni Sanitarie che abbiano presentato nell’anno accademico precedente un determinato rapporto fra posti disponibili ed iscritti/e.

Contemporaneamente lo/la studente/studentessa individua non meno di dieci sedi universitarie (art. 2, comma 1, lett. b) del DM n. 418) in ordine di preferenza (art. 4, comma 2 del D.lgs. n. 71) nelle quali proseguire gli studi a partire dal secondo semestre (qualora sia stato/a ammesso/a a Medicina, Odontoiatria o Veterinaria). Non solo: sempre all’atto dell’iscrizione individua (art. 2, comma 1, lett. c) del DM n. 418) almeno dieci sedi universitarie, sempre in ordine di preferenza (art. 4, comma 2 del D.lgs. n. 71), qualora debba “ripiegare” su un diverso corso di laurea. In caso di ammissione al secondo semestre l’immatricolazione avviene in una delle sedi indicate, secondo l’ordine di preferenza, all’atto dell’iscrizione, “ovvero in un’altra sede sulla base dei posti disponibili non assegnati” (art. 6, comma 2 del D.lgs. n. 71); analoga modalità in caso di “ripiego” su diverso corso di laurea (art. 6, comma 3 del D.lgs. n. 71). In questo modo, al termine del trimestre filtro, in pochi giorni, studenti e studentesse potrebbero dover spostare i propri progetti di vita, studio e lavoro da una parte all’altra dell’Italia.

Rimane poi in un limbo il destino di coloro già iscritti alle precedenti liste di scorrimento delle graduatorie, ben sapendo che gli scorrimenti stessi possono andare avanti per mesi, persino oltre la pubblicazione della graduatoria dell’anno successivo. Il timore, anche alla luce della nebulosità dei decreti in oggetto, è che si venga a creare una nuova e giovanissima categoria di esodati (studenti/studentesse che si ritroveranno in condizione di precarietà a causa della modifica dei requisiti di accesso non alla pensione ma ai corsi di laurea).

Il tutto soggetto alla clausola di invarianza finanziaria e con il governo che si prepara a 700 milioni di tagli agli atenei nel prossimo triennio.

Noi siamo fermamente convinti che l’allargamento del numero di iscritti/e al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, e quindi, potenzialmente, dei/delle futuri/e laureati/e, possa essere foriero di un maggior numero di professionisti/e preparati/e per lavorare in un Servizio Sanitario Nazionale che valorizzi le competenze professionali e la relazione fra operatori e operatrici ed i diversi portatori di interesse ma il mero slittamento (per di più con modalità estremamente farraginose) di qualche mese della loro selezione non offre alcun tipo di risposta alla crisi della sanità italiana.

Enza Abbinante
Paolo Nuccio
Esecutivo Nazionale FPCGIL Medici e Dirigenti SSN

6 giugno 2025
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