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QS Edizioni - martedì 18 novembre 2025

Lettere al Direttore

I dazi di Trump sui farmaci per fare cassa li pagheremo noi Europei, come contribuenti o come pazienti

di Fabrizio Gianfrate
29 luglio -

Gentile direttore,
i dazi al 15% anche per i medicinali dall’EU agli USA, può essere utile condividere un paio di riflessioni in merito genereranno un effetto “farfalla” sull’intero settore, date le sue globali interconnessioni, in modo indiretto ma incisivo, anche sulla nostra assistenza farmaceutica e sulla sua sostenibilità

L’import globale di medicinali negli USA ammonta, dati Commtrade 2024, a circa 212 miliardi di dollari. Un’aliquota daziaria mediamente del 15%, come quella dell’accordo con la sola EU, farebbe pagare le industrie circa 32 miliardi di dollari all’erario USA. Un macroscopico trasferimento finanziario non fiscale, ovvero correlato al profitto ottenuto, dalle Pharma non-US alle (carenti) casse pubbliche dello Zio Sam.

Solo secondariamente per attrarre le Pharma Companies a rilocarsi negli States. Basti pensare che dai nuovi dazi su tutti i beni, gli USA hanno incassato negli ultimi 3 mesi 50 miliardi di dollari in più, duplicando gli introiti doganali rispetto a prima. Dai 27 Paesi EU l’import di medicinali in USA è stato nel 2024 di circa 124 miliardi di dollari quindi i relativi dazi al 15% valgono 18.6 miliardi di dollari l’anno. Di questi, 1.7 miliardi sarebbero i dazi per l’import dall’Italia, per un export negli USA di circa 11.3 miliardi di dollari, essendo il nostro Paese il 4° esportatore di farmaci tra gli EU 27 e il 7° globale.

I dazi indurranno distorsioni anticoncorrenziali, influenzando le principali dinamiche globali del settore, di cui ho già commentato qui su QS (prezzi netti, quote di mercato per elasticità della domanda, concorrenza tra macroaree geografiche, strategie sui tempi differenziati di accesso, destinazione degli investimenti, reshoring, ecc.)

La principale conseguenza negativa sarà l’effetto inflazionistico: per recuperare l’ingente esborso l’industria inevitabilmente alzerà i prezzi, in particolare in EU, dove sono i più bassi. Ma in EU i farmaci sono pagati dalle sanità pubbliche. Che quindi, per i prezzi rialzati, necessiteranno di più risorse pubbliche da noi contribuenti. Su cui pertanto si scaricherà alla fine l’onere dei dazi. Decine di miliardi di dollari dei contribuenti europei all’erario USA, i soldi dei nostri operai e precari per ridurre le tasse a qualche super-ricco. Non solo. Le “AIFA” EU saranno in difficoltà a rimborsare ai prezzi più alti richiesti dalle companies, aumentando il rischio di non rimborsare quel farmaco. A discapito dei pazienti che quindi non ne potranno beneficiare. Alla fine, perciò, i dazi di Trump sui medicinali rischiamo di pagarli soprattutto noi europei: in moneta come contribuenti per rimborsarne i prezzi più elevati o in salute come pazienti se non sostenibile il rimborso

Import di medicinali in USA dai Paesi EU27 e dazi al 15%

(2024, US$ miliardi)

Export to US

Tariffs

EU 27

US$ bn

15%

Ireland

49,96

7,49

Germany

16,51

2,48

Belgium

12,34

1,85

Italy

11,28

1,69

Netherland

6,69

1,00

Slovenia

5,16

0,77

Hungary

4,27

0,64

France

3,92

0,59

Austria

3,49

0,52

Denmark

2,73

0,41

Sweden

2,43

0,36

Spain

2,00

0,30

Portugal

1,54

0,23

Finland

0,99

0,15

Croatia

0,31

0,05

Cechia

0,20

0,03

Malta

0,08

0,01

Greece

0,05

0,01

Lithuania

0,04

0,01

Poland

0,04

0,01

Romania

0,01

0,00

Latvia

0

0,00

Luxembourg

0

0,00

Estonia

0

0,00

Slovakia

0

0,00

Bulgaria

0

0,00

Cyprus

0

0,00

Total US$ miliardi

124,04

18,61

Fonte: ns. elaborazione su dati COMMTRADE 2025

Prof. Fabrizio Gianfrate
Economia sanitaria

29 luglio 2025
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