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QS Edizioni - martedì 14 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Emicrania. Meglio i farmaci "preventivi" che quelli anti dolore. Ecco le linee guida Usa 

immagine 25 aprile - Se si vuole battere definitivamente il mal di testa bisogna giocare d’anticipo. Quattro volte su dieci si può risolvere il problema con betabloccanti e anticonvulsivanti, ma solo tra il 3 e il 13 per cento dei pazienti usa i farmaci che potrebbero prevenire il dolore. 
Prevenire è meglio che curare. Anche quando si tratta di emicrania. O almeno questo è quello che dicono le nuove Linee Guida evidence-based della American Academy of Neurology, presentate questa settimana a New Orleans. Il motto che sembra permeare tutto il documento – pubblicato sulla rivista Neurology – è infatti uno solo: se soffri di forti cefalee prendi dei medicinali che le prevengano, invece che antidolorifici che le trattano nel momento di maggiore intensità.
 
L’emicrania è definita come una condizione che si presenta con numerosi episodi di mal di testa, che possono durare da qualche ora a due giorni, che talvolta il paziente sente come dolori pulsanti o che possono portare a nausea, vomito e ipersensibilità a suoni o luci. Secondo i ricercatori che hanno stilato le Linee Guida, però, circa il 38% dei pazienti che hanno periodicamente questo tipo di cefalee, tanto forti da essere debilitanti e incidere sulla qualità della vita, potrebbero prevenirle completamente con un regime giornaliero di farmaci anticonvulsivanti e betabloccanti. Quest’ultimo tipo di farmaci, in particolare, viene di solito usato per il trattamento di condizioni come pressione alta, aritmie o altre patologie cardiovascolari; ma secondo una review di ben 284 pubblicazioni, sulla quale si basano le Linee Guida, dovrebbe essere consigliato anche ai pazienti che soffrono di emicrania, soprattutto quando questa è forte, per ridurne frequenza e intensità.
Eppure, dicono i medici, nonostante queste indicazioni sono ancora pochi i pazienti che scelgono di prevenire il dolore, invece di trattarlo al suo apice: una porzione che oscilla tra il 3 e il 13 per cento. I possibili motivi sono facilmente intuibili: da una parte è difficile convincere le persone a prendere medicinali quando si sentono bene, anche se preverranno un dolore conosciuto; in secondo luogo molti pazienti “non hanno diagnosi corrette, o addirittura non sono seguite da dottori, che dunque non possono mostrare loro le diverse opzioni di cura”, come spiegano i ricercatori che hanno lavorato al documento. Chiaramente infatti, ricordano, bisogna tenere a mente che queste sostanze possono anche avere degli effetti collaterali, e dunque devono essere assunte sotto controllo medico, e con un’attenzione particolare all’interazione con altri medicinali.
 
In ogni caso, per chi non ama prendere medicine,o ha paura degli effetti collaterali, esiste una soluzione. Curiosamente infatti, oltre a questo tipo di farmaci, secondo le Linee Guida risultano efficaci contro l’emicrania anche le erbe medicinali del genere delle Petasites, della famiglia delle Asteracee: una tisana del cosiddetto Farfaraccio, secondo gli esperti, può aiutare a prevenire il mal di testa.
 
Laura Berardi
 
 
25 aprile 2012
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