La sanità pubblica universalistica ha bisogno di più risorse, per garantire risposte adeguate ai bisogni della popolazione (che peraltro invecchia e dunque ha maggiori necessità). La Conferenza delle Regioni, in maniera unanime, chiede di difendere il fondo sanitario e Toscana ed Emilia Romagna, intanto, approvano una proposta di legge “salva sanità” da inviare in Parlamento. La giunta toscana ha votato il testo lunedì scorso, l’Emilia Romagna prima di Ferragosto. Una richiesta per portare strutturalmente dal 6,45 al 7,5 per cento del Pil, con aumenti progressivi nei prossimi cinque anni, il finanziamento annuo statale del Servizio sanitario nazionale: circa quattro miliardi di euro in più ogni anno, da 128 miliardi a disposizione nel 2023 ad oltre 149 miliardi nel 2027.
Ma la proposta di legge non punta solo ad accrescere il fondo sanitario nazionale. Nel progetto di legge si propone anche il superamento dei vincoli di spesa delle Regioni per il personale sanitario, così come per il salario accessorio, e la garanzia della copertura delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti. Le risorse aggiuntive da trovare – 4 miliardi per il 2023, 8 miliardi per il 2024, 12 miliardi per il 2025, 16 miliardi per il 2026 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2027 - si recupererebbero attraverso la lotta all’evasione fiscale, oltre che da uno sperato aumento del Pil.
“Senza investimenti e risorse adeguate una sanità pubblica e universale non può sopravvivere – commenta in una nota il presidente della Toscana,
Eugenio Giani -. In Toscana già aggiungiamo alle risorse nazionali risorse regionali: fare di più non è semplice. In un momento poi in cui, per scelte sbagliate, gli investimenti finanziati con il Pnrr sono messi a rischio, l’esigenza di evitare tagli e trovare maggiori risorse diventa ancora più necessaria”. “Agganciare l’ammontare del fondo sanitario al Pil – aggiunge Giani - e stabilire un principio per cui non può essere meno del 7,5 per cento del prodotto interno lordo, che poi è la media della spesa sanitaria in Europa, vorrebbe dire, per la Toscana, avere a disposizione almeno un miliardo di euro in più l’anno, da qui al 2027: 250 milioni già quest’anno”. “Ci sono Paesi in Europa – prosegue Giani – che vanno oltre questa percentuale e sfiorano il 10 per cento. Noi chiediamo di raggiungere, in cinque anni, almeno la media europea. La Repubblica, in base alla Costituzione, tutela la salute come diritto fondamentale, ma per rendere effettivo questo diritto sono necessarie risorse adeguate”.
“Insieme ad altre Regioni – dichiara l’assessore al diritto alla salute,
Simone Bezzini – stiamo assumendo una grande iniziativa per difendere la sanità pubblica e portare il finanziamento del sistema sanitario nazionale al pari della media europea. La garanzia del diritto alla salute universale, che in questa fase storica deve già misurarsi con i nuovi bisogni sanitari e sociosanitari di una popolazione che ha conosciuto un incremento delle aspettative di vita, rischia di venire meno di fronte all’assenza di una programmazione di lungo periodo che garantisca interventi finanziari consistenti e strutturali”. “Con questo atto, che è stato trasmesso al Consiglio per l’approvazione – prosegue -, formalizziamo la richiesta al Parlamento di lavorare su una proposta nazionale per il finanziamento della sanità pubblica che possa permettere alle Regioni di garantire il diritto di offerta e accesso universale alle cure, così come previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione”.
“Abbiamo il dovere – conclude Bezzini - e la responsabilità di accompagnare questa proposta di legge con una grande mobilitazione unitaria e popolare insieme ai Comuni, ai sindacati, agli Ordini professionali, al mondo del volontariato e delle associazioni, e tutti insieme impegnarci nella difesa del sistema sanitario pubblico così come lo conosciamo, universale, equo ed egualitario, sensibilizzando la cittadinanza su questa tema”.