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Fabio Ridolfi ha scelto la sedazione profonda

Lo ha comunicato ieri l’Associazione Luca Coscioni diffondendo in un video il messaggio del 46enne marchigiano: “Non posso più continuare a soffrire a causa dei ritardi di uno Stato che mi ignora”. Marco Cappato e Filomena Gallo commentano: “Fabio aveva un diritto, ma non ha potuto esercitarlo. Nel frattempo la legge è insabbiata al Senato”.

07 GIU -

Fabio Ridolfi, 46enne di Fermignano, immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi, ha scelto di porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua. Lo ha comunicato, tramite il puntatore oculare, in un video diffuso dall’Associazione Luca Coscioni in cui spiega: “Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”.

La decisione arriva a seguito della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche che, dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione.

Per questo motivo Fabio Ridolfi, il 27 maggio, aveva anche diffidato formalmente l’Azienda sanitaria unica regionale Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco.

Una diffida cui, però, l’Azienda sanitaria unica regionale ad oggi, sottolinea l’Associazione Luca Coscioni,  non ha mai risposto.

Decorsi i termini, rimarca ancora l’Associazione, i legali di Fabio avrebbero potuto legittimamente procedere  con un’azione penale nei confronti dei responsabili dell’inadempimento per omissione di atti d’ufficio.

“Fabio aveva un diritto, quello di poter scegliere l’aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale. Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e  dell’ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta. Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile”, hanno dichiarato l’avvocato Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi – composto anche dagli avvocati Francesca Re, Massimo Clara, Rocco Berardo, Francesco Di Paola, Angioletto Calandrini e Giordano Gagliardini – e Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

“Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con la sedazione profonda e con la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. È da oltre due mesi che aspetta e l’ASUR continua a ignorare la sua richiesta, dopo aver tenuto per 40 giorni in un cassetto un parere che affermava la presenza dei requisiti per accedere legalmente al suicidio assistito. Non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum”.

Il parere favorevole del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni necessarie per procedere con l’aiuto medico alla morte volontaria, incompleto perché mancante della indicazione del farmaco e delle modalità di somministrazione, era arrivato all’indomani di un appello pubblico di Fabio Ridolfi e dopo essere stato bloccato per 40 giorni dalla ASUR Marche.

 



07 giugno 2022
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