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Coronavirus. Cittadinanzattiva: “Subito Unità Speciali di Continuità Assistenziale e dpi ai medici di famiglia”

L’appello del segretario regionale di Cittadinanzattiva alla luce dei dati che “fanno sperare in una sensibile riduzione dei contagi”. “Ma per vedere davvero la luce in fondo al tunnel - secondo Alessio Terzi - è necessario spingere con più forza e più determinazione per il potenziamento delle attività nel territorio”. E farlo “al più presto”.

02 APR - “La pandemia Covid-19 sta mettendo a nudo tutte le criticità della organizzazione sanitaria nei territori. Per chi, come noi, da anni insiste sulla necessità di superare i tanti ritardi e le tante carenze esistenti per adeguare il servizio sanitario ai bisogni delle comunità locali, questa purtroppo non è una sorpresa”. E se “i numeri fanno sperare in una sensibile riduzione dei contagi ma per vedere davvero la luce in fondo al tunnel è necessario spingere con più forza e più determinazione per il potenziamento delle attività nel territorio”. A dichiarato, in una nota, Alessio Terzi, segretario regionale di Cittadinanzattiva Piemonte.
 
Lo scenario, spiega Terzi, “è quello di un grande numero di persone da assistere, spesso non identificato, e allo stato attuale non identificabile. Si sta anche delineando una strategia di sorveglianza dell'epidemia di Coronavirus fuori dall'ospedale, per continuare a curare chi ne è uscito e chi non ha, o chi non ha ancora, bisogno di andarci”.
 
Per il segretario ci Cittadinanzattiva Piemonte “bisogna fare in fretta perché, al più presto, entrino in azione le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca) e cioè l'assistenza domiciliare integrata su un modello di Adi Covid-19 previste dell’art. 8 del Decreto Legge del 9 marzo 2020, n.14, che non ha ancora avuto una tempestiva attuazione da parte di molte aziende sanitarie. Va anche dato il carattere di massima urgenza alla fornitura di scorte sufficienti di dispositivi di protezione (non soltanto di mascherine) per gli operatori perennemente esposti al rischio di contagio. I medici di famiglia sono una straordinaria risorsa non soltanto per fronteggiare l’epidemia ma anche per garantire le cure ‘normali’ (se così si può dire) ai malati cronici e ai cittadini (il Coronavirus non ha fatto sparire le altre malattie); devono però potere operare in sicurezza con DPI adeguati e devono potersi riferire a un’organizzazione adeguata e trasparente”.
 
“In quanto cittadini – ha concluso Terzi – vorremmo essere informati su quanto le aziende sanitarie stanno facendo ma i siti dicono veramente poco. Abbiamo accettato con senso di responsabilità l’isolamento e siamo disponibili ad accettare una riduzione della privacy ma vorremmo che fosse tutelato il diritto all’informazione, soprattutto perché siamo in emergenza. Ringraziamo infine tutti gli operatori sanitari e tutti quelli che in queste dure giornate riescono a garantirci i servizi essenziali”.

02 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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