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Disavanzo nella sanità pugliese, Sindacati: “Pronti a dare il nostro contributo, ma chi ha sbagliato liberi il campo”


Cgil: “A fronte dei primi provvedimenti – blocco delle assunzioni, sospensione di alcune prestazioni - crediamo che la Regione debba convocare gli ‘Stati Generali della Sanità’. Pronti a dare il nostro contributo da subito”. Cisl: “È come se la Regione in questi anni rispetto alle direzioni generali Asl non avesse avuto capacità di controllare”. Uil: “Aumento Irpef o taglio degli screening oncologici, opzioni non percorribili”.

11 APR - “A fronte delle difficoltà di bilancio della sanità pugliese evidenziate dal governo regionale, e a fronte dei primi provvedimenti adottati – dal blocco delle assunzioni alla sospensione di alcune prestazioni - crediamo che la Regione debba convocare immediatamente gli ‘Stati Generali della Sanità’. Tutte le rappresentanze politiche e istituzionali devono assumersi la responsabilità di trovare soluzioni per impedire che le scelte finiscano per creare ulteriore disagio ai cittadini pugliesi. Al danno si aggiungerebbe la beffa”. È quanto ha affermato ieri il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.

“Nella situazione in cui versa la sanità pugliese, questa di fatto non garantisce ai suoi cittadini - evidenzia il sindacalista Gesmundo - il diritto universale alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione; di contro si paventano aumenti della tassazione per rispondere ai buchi di bilancio sanitari. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo da subito, ma chi ha sbagliato liberi il campo. Se qualcuno non è stato in grado di gestire, si faccia da parte. Si individuino le responsabilità al più presto”.

“Se leggiamo di spesa farmaceutica fuori controllo, presidi ospedalieri e dispositivi sanitari con costi spropositati, mancanza di programmazione e controlli adeguati - sottolinea il segretario generale della Cgil Puglia - intuiamo che c’è stato chi per rispondere alle lobby e agli interessi di pochi ha mandato in tilt l'intero sistema sanitario. Allora siano questi a pagare, non si scarichino le responsabilità sui lavoratori dell’intero sistema sanitario anch’essi vittima di un sistema fuori controllo, non sui cittadini costretti a ricorrere a servizi a pagamento, quelli che possono permetterselo, gli altri senza diritto alla prevenzione o cura. È il momento delle scelte coraggiose, di un confronto vero con tutte le rappresentanze sociali; altrimenti torneremo in piazza finché non ci saranno risposte e azioni adeguate”.

Mentre il segretario della Cisl Puglia, Antonio Castellucci, ha chiesto alla Regione di fare “chiarezza su come intende far fronte alle coperture finanziarie rispetto al deficit sanitario accumulatosi nel corso dell’anno 2022”. “Noi - sottolinea Castellucci - continueremo a chiedere alla Regione, informando con iniziative anche i nostri iscritti e i cittadini pugliesi, quanto già proposto dalla Cisl Puglia per iscritto alla commissione Bilancio l’anno passato, e che riproponiamo puntualmente anche per questo anno: non solo il non aumento dell’addizionale regionale, bensì di allargare l’esenzione dei contribuenti con un reddito complessivo imponibile ai fini Irpef fino a 15mila euro”.

Il sindacalista Castellucci evidenzia che “alcune dichiarazioni apparse sui quotidiani in questi ultimi giorni, di autorevoli esponenti politici regionali, sostengono letteralmente che quello sanitario è ‘un deficit che non ho certo creato io’. Dichiarazioni che lasciano molte perplessità: è come se la Regione Puglia in questi anni rispetto alle direzioni generali Asl pugliesi, che poi sono di fatto coloro che hanno generato queste maggiori spese, fosse stata assente o peggio non avesse avuto capacità e possibilità di controllare”.

La Cisl Puglia chiede “al governo pugliese un confronto specifico, quanto prima, con il sindacato confederale regionale” e auspica “che non ci si riduca a incontri informativi e a qualche giorno prima dall’approvazione del bilancio”.

Per Castellucci, “il governo regionale deve evitare con ogni strumento di gravare sulle spalle dei cittadini pugliesi considerando che la sanità in Puglia già vive problematiche irrisolte come le liste d’attesa che generano maggiori costi per le famiglie fino all’impossibilità a curarsi; come l’emergenza delle aggressioni al personale sanitario e la carenza di personale”.

“Leggiamo di soluzioni inconcepibili per fare fronte all’enorme disavanzo della sanità pugliese. Le ipotesi, trapelate in questi giorni, di un aumento dell'Irpef o del taglio degli screening oncologici, non sono opzioni percorribili: le conseguenze di scelte politiche sbagliate ed errori di programmazione, a ogni livello e ripetuti negli anni, non possono essere pagati sempre e comunque dai cittadini e dalle cittadine pugliesi”. Lo dichiara il commissario straordinario della Uil Puglia, Emanuele Ronzoni.

“È assurdo - osserva Ronzoni - che un buco nella sanità, che i cittadini pugliesi pagano già caro in termini di qualità ed efficienza del sistema sanitario, debba essere risanato mettendo le mani nelle tasche dei pugliesi stessi con un aumento della tassazione, specie in un momento storico come l'attuale, in cui i salari e le pensioni sono già provate dalla crisi economica e dall’inflazione a due cifre”.

“Inoltre - conclude il sindacalista Ronzoni - la prevenzione oncologica è fondamentale, privare migliaia di cittadini dell’accesso alla stessa sarebbe imperdonabile. La Regione Puglia individui altrove gli sprechi da eliminare, magari condividendo le proprie azioni con le parti sociali, e il governo faccia la sua parte per scongiurare decisioni così drammatiche”.

11 aprile 2023
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