Vaccini. I Sindaci pugliesi scendono in campo. Anelli (Fnomceo): “Una vera novità”
Prima a Maruggio, poi a Lucera, a Mola e presto anche a Bitonto. I primi cittadini hanno emesso ordinanze per disporre la mancata ammissione alle scuole dell’infanzia per i bambini da 0 a 6 anni senza la certificazione che attesti le avvenute vaccinazioni. Per il presidente della Fnomceo: “Si apre una questione nevralgica: la partecipazione democratica delle comunità locali
23 AGO - Si allarga il fronte dei sindaci pugliesi che con ordinanze comunali hanno indicato a scuole dell’infanzia e asili nido di non accettare autocertificazioni sull’obbligo vaccinale per i bambini da 0 a 6 anni.
Una piccola, grande rivoluzione questa dei Primi cittadini pugliesi che è partita prima a Maruggio, in provincia di Taranto, poi a Lucera in provincia di Foggia, a Mola in provincia di Bari, e presto arriverà anche a Bitonto, sempre i provincia di Bari.
Un’iniziativa che ha incassato il placet del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri,
Filippo Anelli che in una
Lettera aperta rivolta alla Politica, ai medici e a tutti i cittadini ha sottolineato la novità ricopertà dall’azione messa in atto dai Primi cittadini pugliesi.
Quella dei sindaci pugliesi, ricorda la Fnomceo è un’applicazione in toto, a colpi di ordinanza sindacale, della Legge Lorenzin, che un emendamento al “Milleproroghe”, già approvato in Senato e ora all’esame della Camera, vorrebbe in parte posticipare, nell’attesa che sia approvato il nuovo Ddl sulla materia presentato, sempre al Senato, dalla maggioranza, che introduce l’obbligo flessibile. Un movimento spontaneo, quello dei Sindaci, che nasce dal basso, e si fa interprete delle istanze della popolazione riaffermando il ruolo di tutori della salute pubblica dei primi cittadini.
“L’intervento dei Sindaci pugliesi costituisce una vera novità nel difficile intento di assicurare con le vaccinazioni il diritto alla salute dei cittadini, in particolare di quelli più fragili – ha commentato in una una Lettera aperta rivolta alla Politica, ai medici e a tutti i cittadini – e apre una questione nevralgica sinora sottaciuta e talora misconosciuta nella gestione del Servizio sanitario nazionale: la partecipazione democratica delle comunità locali e dei cittadini alla gestione della salute sia pubblica che individuale”.
23 agosto 2018
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