“No all’imposizione di fatto dell’ennesimo switch multiplo, cioè il passaggio da un farmaco biologico al biosimilare. Chiediamo inoltre che non siano poste limitazioni ai rinnovi dei piani terapeutici così come stabilito a livello nazionale”. Sono queste le due richieste che l’Anmar Onlus (Associazione Nazionale Malati Reumatici) e l’Osservatorio Capire hanno inviato oggi, con una lettera, alle istituzioni sanitarie della Regione Piemonte, al Ministro della Salute Roberto Speranza e ai vertici dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
La missiva fa riferimento ad una comunicazione della Regione diramata ai vari direttori sanitari in cui sono invitati a passare dall’utilizzo di un farmaco biologico anti-reumatico al suo secondo biosimilare. “E’ un provvedimento che limita l’autonomia prescrittiva e la continuità terapeutica – afferma Silvia Tonolo (Presidente Anmar) -. Dal punto di vista clinico, la pratica del multi-switch può esporre il malato al rischio di recidiva di malattia e ad altre criticità. Questo può determinare danni indiretti in termini di disabilità di cui bisogna tenere conto nella valutazione dei costi e che rendono così ancora più inutile l’imposizione di un biosimilare rispetto al suo originator. Come Anmar ribadiamo nuovamente che non siamo contrari ai biosimilari quando sono somministrati a pazienti naive e cioè che non hanno mai precedentemente assunto un farmaco biologico. Ma contestiamo il cambio forzato di terapie efficaci. I pazienti piemontesi da sempre vivono una situazione di grande disagio legato alla difficoltà di approvvigionamento dei farmaci biologici. Queste difficoltà e carenze si sono fortemente amplificate nel periodo dell’emergenza Covid e rischiano di aumentare ulteriormente in seguito alle ultimissime decisioni della Regione”.
L’Anmar-Osservatorio Capire esprime poi forte perplessità sulle nuove norme emanate dalle istituzioni piemontesi circa la validità dei piani terapeutici il cui rinnovo automatico è stato stabilito dagli ultimi provvedimenti del Governo e dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
“Le Regione Piemonte ha invece emesso una determina dirigenziale che ha circoscritto il rinnovo dei piani così come deciso a livello nazionale – aggiunge l’Avvocato Patrizia Comite, Responsabile Affari Legali e Compliance dell’Osservatorio Capire -. Le varie strutture sanitarie sono state sollecitate a fissare al più presto visite e controlli con i pazienti per stabilire nuovi piani terapeutici. Tutto questo anche utilizzando le forme di telemedicina e altre nuove tecnologie. In effetti però, anche a causa della pandemia, ci sono state forti difficoltà a dare il via a tali visite e non c’è stata una reale presa in carico veloce dei pazienti”.
“Come rappresentati dei pazienti non capiamo questa premura nel volere modificare a tutti i costi il percorso di cura dei pazienti piemontesi – conclude Tonolo -. Stiamo vivendo un momento storico molto difficile e delicato per l’intero sistema sanitario nazionale e per i pazienti cronici. Auspichiamo quindi che la Regione torni sui passi e garantisca sempre i diritti alla continuità delle cure, all’assistenza sociosanitaria e, più in generale, alla salute”.