Sanità privata convenzionata. Il CGA Sicilia rimette alla Corte UE la questione dei budget. Sotto accusa il criterio della “spesa storica”

Sanità privata convenzionata. Il CGA Sicilia rimette alla Corte UE la questione dei budget. Sotto accusa il criterio della “spesa storica”

Sanità privata convenzionata. Il CGA Sicilia rimette alla Corte UE la questione dei budget. Sotto accusa il criterio della “spesa storica”
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha deciso di sospendere il giudizio relativo alla ripartizione dei budget sanitari assegnati alle strutture private accreditate e di rimettere alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea una serie di quesiti fondamentali sulla concorrenza nel settore. La decisione potrebbe avere un impatto significativo su tutte le Regioni italiane che adottano criteri simili per la ripartizione dei budget sanitari. L’ORDINANZA

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha deciso di sospendere il giudizio relativo alla ripartizione dei budget sanitari assegnati alle strutture private accreditate e di rimettere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea una serie di quesiti fondamentali sulla concorrenza nel settore.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha impugnato i criteri di assegnazione delle risorse sanitarie stabiliti dalla Regione Siciliana, contestando l’utilizzo della cosiddetta “spesa storica” come criterio principale per la distribuzione dei fondi destinati alle strutture private accreditate. Secondo l’Agcm, tale sistema favorisce le strutture già contrattualizzate, consolidando posizioni di vantaggio competitivo e limitando l’accesso al mercato per nuovi operatori.

L’Assessorato Regionale della Salute, dal canto suo, ha difeso la propria politica, sostenendo che la programmazione sanitaria e la gestione dei budget debbano garantire la stabilità del sistema e l’efficienza della spesa pubblica.

Dopo una prima sentenza favorevole all’Agcm emessa dal Tar Sicilia nel 2020, la Regione ha presentato ricorso, ottenendo una parziale riforma della decisione presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (Cgars). Tuttavia, nel 2023, l’Agcm ha nuovamente contestato i decreti assessoriali successivi, sostenendo che la Regione non aveva realmente superato il criterio della spesa storica, rendendo di fatto inapplicabili le direttive della sentenza del Tar.

Il Cgars ha ritenuto necessario un chiarimento da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea su quattro quesiti principali:
– Se l’esclusione dei servizi sanitari dall’applicazione della direttiva 2006/123/CE incida sulla piena applicazione dei principi di concorrenza nel settore delle prestazioni sanitarie private accreditate.
– Se il criterio della “spesa storica”, utilizzato in modo esclusivo o prevalente, sia in contrasto con i principi di concorrenza stabiliti dai Trattati UE.
– Se sia lecito stabilire un “budget di ingresso” fisso per i nuovi operatori accreditati, indipendentemente dalle loro capacità e caratteristiche.
– Se, nel caso in cui il “budget di ingresso” sia ritenuto compatibile con il diritto dell’UE, esso debba essere rapportato ai budget assegnati alle strutture già operanti.

La decisione della Corte di Giustizia Europea potrebbe avere un impatto significativo non solo sulla Sicilia, ma anche su tutte le Regioni italiane che adottano criteri simili per la ripartizione dei budget sanitari. Se la Corte dovesse confermare le posizioni dell’Agcm, le Regioni sarebbero chiamate a riformare i meccanismi di assegnazione delle risorse, introducendo criteri più competitivi e trasparenti.

28 Febbraio 2025

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