Test sierologici. Regione precisa: “Non idonei per diagnosi ma solo per indicazioni epidemiologiche”

Test sierologici. Regione precisa: “Non idonei per diagnosi ma solo per indicazioni epidemiologiche”

Test sierologici. Regione precisa: “Non idonei per diagnosi ma solo per indicazioni epidemiologiche”
La Direzione dell’Assessorato regionale alla Sanità interviene sulla possibilità, per i datori di lavoro, di sottoporre i dipendenti ai test sierologici presso laboratori privati. E chiarendo i limiti di tali test, evidenzia la necessità di ricorrere “solo” ad esami "che il Ministero considera attendibili nel loro esito epidemiologico”. Tutti gli esiti dovranno confluire nel database regionale covid Piemonte. In caso di positività il medico competente dovrà allertare il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl competente.

I test sierologici continuano ad essere tra le questioni più dibattute in questa Fase 2, soprattutto in vista della progressiva riapertura delle attività produttive e commerciali. Per questo, in merito alla possibilità di effettuare test sierologici, presso laboratori privati, da parte di privati cittadini, la Direzione dell’Assessorato regionale alla Sanità del Piemonte ha deciso di intervenire con una nota che fa chiarezza sull’attendibilità dei test e le procedure per effettuarli .

Nella nota si precisa, innanzitutto, che “è consentito l’utilizzo del test sierologico per le immunoglobuline specifiche per il SARS-CoV-2 anche ai privati cittadini, presso i laboratori di analisi cliniche privati, per i soli esami che il Ministero considera attendibili nel loro esito epidemiologico”, aggiungendo che “le Commissioni di Vigilanza delle ASL sono a disposizione per fornire ai laboratori privati le indicazioni circa l’attendibilità e la specificità dei test sierologici”.

Nella stessa nota viene citato l’ultimo pronunciamento del Ministero della Salute “che – evidenzia la Direzione della Regione – non considera i test sierologici come test in grado di produrre una diagnosi: 'I test sierologici – si legge nella nota, che cita a sua volta il Ministero -, secondo le indicazioni dell’OMS, non possono sostituire il test diagnostico molecolare su tampone, tuttavia possono fornire dati epidemiologici riguardo la circolazione virale nella popolazione anche lavorativa. Circa l’utilizzo dei test sierologici nell’ambito della sorveglianza sanitaria per l’espressione del giudizio di idoneità, allo stato attuale, quelli disponibili non sono caratterizzati da una sufficiente validità per tale finalità. In ragione di ciò, allo stato, non emergono indicazioni al loro utilizzo per finalità sia diagnostiche che prognostiche nei contesti occupazionali, né tantomeno per determinare l’idoneità del singolo lavoratore”.

Il 29 aprile, in vista dell’allentamento del lockdown e “fatte salve le medesime riserve sull’affidabilità diagnostica dei test sierologici”, la direzione dell’Assessorato alla Sanità aveva già autorizzato i datori di lavoro all’impiego dei test in ambiti aziendali, esclusivamente sotto la supervisione del medico competente. "In tal caso – ribadisce la Direzione salute -, le prestazioni sierologiche possono essere eseguite in laboratori di analisi privati e autorizzati, secondo le tariffe definite tra le parti, oppure, nel caso di test su digitopuntura, direttamente in azienda da parte di personale sanitario preposto, secondo le modalità individuate dal medico competente. I test molecolari su tamponi nasofaringei e orofaringei per la diagnosi di laboratorio del virus SARS-CoV-2 possono essere effettuati esclusivamente dai laboratori autorizzati”.

Sia per i test sierologici che per i tamponi, gli oneri delle prestazioni in azienda sono a carico del datore di lavoro.

“Da parte del medico competente – ricorda infine la nota della Direzione Salute -, deve essere immediatamente data notizia delle generalità e dei relativi recapiti della persona risultata positiva al test molecolare (tampone) effettuato privatamente, al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl territorialmente competente, al fine dell’immediata attivazione, da parte di quest’ultimo, delle necessarie procedure di quarantena, di sorveglianza sanitaria e della contestuale segnalazione della positività al medico di medicina generale che ha in cura l’assistito. Indipendentemente dall’esito, poi, devono essere forniti da parte del laboratorio che ha effettuato l’analisi i dati all’Unità di crisi della Regione Piemonte, secondo i flussi informativi previsti dalla piattaforma regionale covid Piemonte".

06 Maggio 2020

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