Trapianti. Al Careggi 7 interventi di rene in chirurgia robotica in 48 ore

Trapianti. Al Careggi 7 interventi di rene in chirurgia robotica in 48 ore

Trapianti. Al Careggi 7 interventi di rene in chirurgia robotica in 48 ore
Pochi giorni fa il Careggi aveva segnato il traguardo del primo trapianto in Italia di rene da donatore a cure fermo con l’impiego del robot chirurgico. Poi, in 48 ore, sono stati eseguiti altri 3 interventi dello stesso tipo e 3 trapianti renali da donatore a cuore battente. Saccardi: “Soddisfazione per questi enormi progressi resi possibili dalla chirurgia robotica, sulla quale la Toscana ha puntato molto”.

Nell’ultima settimana di agosto in 48 ore sono stati eseguiti all’ospedale Careggi di Firenze 7 trapianti di rene in chirurgia robotica, dalle urologie dirette rispettivamente dal professor Sergio Serni e dal professor Marco Carini. Dopo il primo trapianto in Italia di rene da donatore a cure fermo con l’impiego del robot chirurgico, in 48 ore sono stati eseguiti altri 3 interventi dello stesso tipo e 3 trapianti renali da donatore a cuore battente.

“Appena pochi giorni fa avevo commentato positivamente gli interventi di trapianto in chirurgia robotica eseguiti a careggi – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi in una nota diffusa dalla Regione – Ora l’elenco di questi interventi si è allungato. Non posso che esprimere la mia soddisfazione per questi enormi progressi resi possibili dalla chirurgia robotica, sulla quale la Toscana ha puntato molto; i miei complimenti alle équipe che hanno eseguito gli interventi; e soprattutto il mio grazie ai familiari dei donatori, che hanno dato il consenso all’espianto degli organi dei loro congiunti, consentendo così ad altre persone di continuare a vivere”.

La chirurgia robotica del rene già impiegata, nell’Azienda ospedaliero universitaria fiorentina, nel trapianto da donatore vivente per la minima invasività nella procedura di prelievo dell’organo è stata sperimentata a Careggi nell’intervento di trapianto da cadavere con benefici per il paziente ricevente. Il robot consente di ridurre al minimo i giorni di degenza post-operatoria grazie a una incisione di soli 6 centimetri, 3 volte più piccola rispetto alla chirurgia tradizionale. “Questo- si evidenzia nella nota della Regione – permette di ridurre notevolmente il rischio di infezioni della ferita chirurgica nei pazienti trapiantati che sono spesso diabetici e sottoposti a terapia immunosoppressiva, quindi particolarmente vulnerabili da virus e batteri”.

L’impegno organizzativo del trapianto robotico da cadavere è particolarmente complesso e tecnicamente avanzato, perché diversamente dal donatore vivente non è possibile programmare l’intervento, la cui esecuzione dipende da un evento difficilmente prevedibile come il decesso. Mentre nel prelievo di organi da cadavere a cuore battente la legge prevede sei ore per l’accertamento di morte encefalica, nel cuore fermo i tempi sono ulteriormente ridotti dalla necessità di prelevare gli organi fin tanto che la circolazione sanguigna è mantenuta sufficiente a ossigenare i tessuti. Questo è possibile grazie al sistema ECMO (extracorporeal membrane oxygenation), il supporto vitale extracorporeo in grado di sostituire temporaneamente la funzione cardiaca.

Sono 22 i casi in cui è stata attivata la donazione d’organi a cuore fermo a Careggi, “che oggi – evidenzia la nota – è il primo ospedale in Italia per numero di questi interventi e l’unico che dall’ottobre del 2016 ha intrapreso, con la struttura dedicata alle cure intensive per il trauma e i supporti extracorporei diretta dal dottor Adriano Peris, l’applicazione sistematica di questo specifico programma di donazione avviato da circa due anni dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) e dall’Organizzazione Toscana Trapianti (OTT) con il supporto della Regione Toscana”.
 

04 Settembre 2017

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