Trapianti. Al Policlinico di Modena intervento interamente robotico di fegato da donatore vivente  

Trapianti. Al Policlinico di Modena intervento interamente robotico di fegato da donatore vivente  

Trapianti. Al Policlinico di Modena intervento interamente robotico di fegato da donatore vivente  
Primo trapianto in Europa con questa tecnica, finora adottata solo  in centri ad altissimo volume come Seoul e Riyadh. De Pascale e Fabi: “In E-R contesto altamente innovativo e capace di garantire il miglioramento continuo degli standard di cura”. Baldino: “La ricerca di procedure chirurgiche sempre più mini-invasive a beneficio dei cittadini”.

Un’altra conquista per la trapiantologia dell’Emilia-Romagna: al Policlinico di Modena è stato eseguito per la prima volta in Europa un trapianto di fegato da donatore vivente con un approccio completamente robotico sia per il donatore che per il ricevente. Una tecnica finora adottata solamente in centri ad altissimo volume come Seoul (Corea del Sud) e Riyadh (Arabia Saudita).

A darne notizia è una nota della Regione, che riprende le dichiarazione rilasciate ieri nel corso di una conferenza stampa dal presidente Michele de Pascale e dall’assessore Massimo Fabi, dal professor Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena e professore ordinario di UniMoRe, e dal direttore generale dell’AOU di Modena, Luca Baldino.

“Il duplice intervento – ha spiegato il professor Fabrizio Di Benedetto – che ha riguardato il prelievo dell’emifegato ed il trapianto, sono stati effettuati con il robot chirurgico daVinci lo scorso giugno, entrambi i pazienti sono in buone condizioni generali e hanno fatto ritorno alla propria regione di origine: il donatore è stato dimesso quattro giorni dopo l’intervento in ottime condizioni generali, il ricevente dopo dieci giorni di ricovero”.

“Un nuovo traguardo raggiunto e una nuova conquista – ha proseguito il professore -. L’intervento si inserisce nella progressiva implementazione della tecnologia robotica nel campo dei trapianti d’organo e corona un percorso iniziato undici anni fa a Modena con l’avvio del programma di chirurgia robotica per le patologie epatiche, biliari e pancreatiche. Con grandi vantaggi sia in termini di precisione dell’esecuzione, che di mini-invasività tanto per il donatore che per il ricevente”.

“Il Centro Trapianti dell’AOU Policlinico di Modena – ha aggiunto Di Benedetto- ha saputo catalizzare la mission della Regione Emilia-Romagna offrendo ai pazienti trattamenti sempre più all’avanguardia. Questo caso premia un percorso ultradecennale, che rispecchia la vocazione del Centro e che permette sia a chi attende un trapianto di fegato, che al donatore che compie un gesto di grande altruismo, di affrontare questi interventi riducendone al massimo l’invasività. Nello specifico, sia il prelievo dell’emifegato dal donatore che il trapianto nel ricevente sono stati eseguiti con tecnica completamente robotica, ovvero solo con una piccola incisione cutanea per, rispettivamente, prelevare l’emifegato donato e rimuovere il fegato malato dal ricevente inserendo l’organo da trapiantare. I vantaggi tecnici sono rappresentati dall’ingrandimento che rende la procedura simile ad un intervento eseguito con il microscopio, la filtrazione del fisiologico tremore, e la conseguente precisione nell’esecuzione delle suture che risulta estremamente migliorata”.

“Siamo orgogliosi – hanno commentato il governatore Michele De Pascale e l’assessore Massimo Fabi – dei nostri professionisti e di un sistema sanitario pubblico sempre più innovativo, capace di aprire nuove strade e di coniugare a strumentazioni all’avanguardia competenze straordinarie. Un sistema davvero universalistico, perché a servizio di tutti i cittadini. Sulla rete donativa e trapiantologica, coordinata dal Centro Riferimento Trapianti, questa Regione ha creduto e investito, e oggi può contare su 23 sedi donative su tutto il territorio e sui tre centri trapianto di Modena, Bologna e Parma, diventati nel tempo un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, come questo ulteriore traguardo raggiunto dimostra. Una realtà che però non esisterebbe senza la grande generosità dei donatori e delle donatrici e senza il lavoro delle associazioni che continuano a promuovere il valore del dono: anche a loro va il nostro grazie”.

A complimentarsi con gli specialisti anche il Dg Luca Baldino: “Siamo di fronte a un nuovo grande traguardo della Chirurgia dei Trapianti nel nostro Paese per la quale desidero fare anzitutto i complimenti a tutta l’equipe del professor Di Benedetto. La donazione di organi è sempre un gesto di grande generosità che nel caso del trapianto da vivente assume un significato ancora più profondo. Per questo motivo, la ricerca di procedure chirurgiche sempre più mini-invasive per donatore e ricevente è un dovere etico che oggi si è concretizzato con questo grande risultato, a beneficio dei cittadini”.

Durante la conferenza è stato in sintesi ricordato il percorso fatto ad oggi dal Centro Trapianti di Modena, attivo da novembre del 2000 presso il Policlinico e ad oggi ha all’attivo oltre 1.500 trapianti di fegato. Ed un anno prima, da novembre 2019, la Chirurgia diretta dal prof. Di Benedetto ha acquisito la responsabilità chirurgica del trapianto di rene, anch’essa innovata con l’introduzione della tecnologia robotica, sia per il prelievo di rene da donatore vivente, sia per il trapianto. Il gruppo della Chirurgia Trapianti, ricorda ancora la nota, ha avuto un ruolo preminente in tre recentissime Consensus Conference mondiali, la prima sull’uso della tecnologia robotica per i tumori epatici e pancreatici a Parigi nel 2023, a Riyadh nel 2024 sull’uso della tecnologia robotica nei trapianti d’organo, e a Toronto nel 2025 sulla sicurezza del donatore nell’ambito dei trapianti da donatore vivente.

“Risultati – hanno concluso il presidente De Pascale e l’assessore Fabi – che confermano il prestigio e la credibilità internazionale ottenute in questi anni grazie all’impegno degli operatori, dell’Università, dell’AOU e della Regione Emilia-Romagna. Un contesto altamente innovativo e capace di garantire il miglioramento continuo degli standard di cura, che favorisce anche la possibilità di crescita e formazione per i giovani chirurghi”.

16 Settembre 2025

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