Tumori tra giovani sportivi fa emergere traffico di anabolizzanti in tutta Italia. Sette arresti

Tumori tra giovani sportivi fa emergere traffico di anabolizzanti in tutta Italia. Sette arresti

Tumori tra giovani sportivi fa emergere traffico di anabolizzanti in tutta Italia. Sette arresti
Tre persone in carcere a Roma, tre a Milano e uno a Bolzano. A far scattare l'indagine la rilevazione, in alcuni giovani sportivi, di tumori che in letteratura scientifica sono specificatamente provocati dall'utilizzo di sostanze anabolizzanti. I Nas hanno quindi individuato a Bolzano il principale indagato, bodybuilder e personal trainer della palestra frequentata da entrambi i giovani, e da lì hanno scoperto una rete di traffico di anabolizzanti capillare.

Il Nas di Trento ha dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare, di cui sei in carcere e una ai domiciliari, disposte dalla Procura della Repubblica di Bolzano. Gli indagati sono accusati di traffico di anabolizzanti, tra cui alcuni ricompresi anche tra quelli considerati stupefacenti; un traffico ingente che riguarda spedizioni effettuate in maniera capillare ed in tutta Italia. Le sette persone, tutte di cittadinanza italiana sono state individuate e condotte in carcere, tre a Roma, tre a Milano e una a Bolzano.

L’indagine è partita a seguito della scoperta di alcuni giovani sportivi affetti da tumori che in letteratura scientifica sono specificatamente provocati dall’utilizzo di sostanze anabolizzanti, spiegano i Nas in una nota. I Nas di Trento hanno quindi individuato a Bolzano il principale indagato, bodybuilder e personal trainer della palestra frequentata da entrambi i giovani malati.

Il bodybuilder e personal trainer, da quanto emerso nel corso delle indagini, prendeva “ordinazioni” di anabolizzanti da parte dei suoi clienti, facendoli giungere come fermoposta presso una grossa catena di spedizione. Il nome dei destinatari era falso come quello del mittente in modo da non permettere alcun riconoscimento anche in caso di controlli. Il venditore girava il tracking al cliente che seguiva il pacco in arrivo e si presentava a ritirarlo con la ricevuta sul telefono.

La principale fonte di approvvigionamento per il Trentino alto Adige era Roma: per individuare chi spediva i carabinieri si sono recati nella capitale e, coadiuvati dal Nas romano, hanno individuato una coppia, un uomo e una donna, che ogni giorno andava all’ufficio spedizioni e inviava pacchi in tutti Italia con nomi falsi. Per fare questo si avvalevano della complicità del titolare del negozio di spedizioni, che traeva anche lui beneficio economico. Le indagini sono proseguite ma, poiché alcuni pacchi diretti a Bolzano non erano arrivati a destinazione in quanto sequestrati dai Nas, si è scoperto che le spedizioni verso Bolzano iniziavano a provenire da Milano, e contemporaneamente le spedizioni da Roma si erano spostate su un altro canale con il coinvolgimento di un altro soggetto, identificato e denunciato in concorso. Entrava quindi scena una nuova figura, una sorta di coordinatore delle attività e servizi di osservazione, che si avvaleva di due collaboratori che ogni giorno spedivano pacchi in tutta Italia sotto falso nome.

Da ogni `centro spedizioni´ partivano circa 250 pacchi al mese per un introito mensile stimato tra 55 e 65mila euro.

27 Giugno 2024

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