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Sardegna. Nessun aumento della borsa di studio per la specializzanda di area sanitaria che ha ripreso gli studi dopo una grave malattia  

di Elisabetta Caredda

La riforma che alza il valore delle borse di studio riguarda tutti gli specializzandi non medici a partire dall’A.A. 2023/2024, anche se non sono matricole. La specializzanda biologa avrebbe dovuto completare la formazione nell’A.A. 2022/2023, ma la malattia ha fatto slittare la tesi a dicembre 2025. Per lei, però, nessun aumento di borsa. Il Comitato “Biologi e Non Medici Sanitari” e l’Ordine dei Biologi sardo si appellano al Consiglio regionale.

06 MAG - Urge sanare la discriminazione sugli importi della borsa di studio tra specializzandi iscritti in anni precedenti all’A.A. 2023/2024 che stanno attualmente frequentando la scuola di specializzazione, o saranno prossimi a farlo, dopo essere stati costretti a sospenderla per via dell’insorgere di gravi patologie oncologiche od altre, ed i colleghi con cui lavorano fianco a fianco. A chiederlo, attraverso Quotidiano Sanità, auspicando un intervento in Assemblea legislativa, sono Faustina Barbara Cannea, referente del comitato sardo “Biologi e Non Medici Sanitari" Specializzandi: una legge per i contratti” ed Enrico Tinti, presidente dell’Ordine dei Biologi della Sardegna. Un appello che arriva dopo che il Servizio preposto della direzione della Sanità ha già dato risposta negativa alla richiesta di adeguamento.

“Questi specializzandi di area sanitaria, non medici – spiegano Cannea e Tinti - sono rimasti esclusi dall’adeguamento economico delle borse di studio. Essi hanno dovuto sospendere le attività formative della scuola di specializzazione per malattie importanti impreviste e dure da affrontare, e sono ovviamente penalizzati rispetto ai colleghi del medesimo anno accademico di iscrizione che hanno invece potuto concludere le attività formative nei quattro/cinque anni continuativi, in quanto rispetto a questi ultimi potranno entrare nel mondo del lavoro e dei concorsi come specialisti con un anno di ritardo, a conclusione del percorso di studi”.

“La collega Irene Fallo – proseguono i due referenti del Comitato e dell’OdB -, biologa specializzanda attualmente al quarto e ultimo anno della scuola di Specializzazione in Scienze dell'Alimentazione dell’Università degli Studi di Cagliari, è tra le colleghe che sta lavorando a pari ritmo serrato con gli altri specializzandi della Scuola e che a causa di gravi motivi di salute di tipo oncologico è stata costretta lo scorso anno a sospendere la formazione per circa nove mesi; discuterà la sua tesi nel dicembre 2025, invece che a Marzo 2025”.

“La riforma sull'adeguamento delle borse studio RAS è prevista per tutti gli specializzandi non medici, anche per coloro che si sono iscritti in Scuola in anni precedenti al 2023/2024 e stanno frequentando: al comma 7 dell’art. 1 della L.R. n.18/2024 si “autorizzata la spesa di euro 2.391.406,70 per l'anno 2024, di euro 1.498.823,08 per l'anno 2025 e di euro 750.204,56 per l'anno 2026 al fine di parametrare l'importo delle borse di studio regionali per la frequenza delle scuole di specializzazione di area sanitaria non medica alla misura e agli importi previsti per i contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali, agli specializzandi iscritti in anni precedenti all'anno accademico 2023/2024, che non hanno completato il ciclo di studi”.

“La legge regionale quindi non esclude questi casi, che sono assicurati per tutto il percorso formativo sino alla discussione della tesi. Diversi i tentativi e solleciti esposti alla direzione generale dell’assessorato per la Sanità, ma per il “Servizio Programmazione Sanitaria e Economico Finanziaria e Controllo di Gestione della Direzione Generale della Sanità, rappresentato dal direttore Luigi Mocci, “La disposizione normativa ha come effetto quello di consentire anche ai soggetti immatricolati in anni accademici precedenti al 2023/2024, che nel 2023/2024 si iscriveranno al secondo, terzo e quarto anno, di ricevere l’importo adeguato fino al completamento del corso di specializzazione, senza effetto retroattivo”. Venendo al caso della biologa Irene, il dott. Mocci evidenzia che la collega si è “immatricolata al primo anno di corso nell’A.A. 2019/2020 e, a rigore, avrebbe dovuto completare il suo percorso formativo nell’A.A. 2022/2023. La sospensione della frequenza per malattia, di cui si è avvalsa, e che rappresenta un istituto previsto dalla normativa, opera di fatto come una parentesi, e ha come effetto giuridico quello di cristallizzare il percorso accademico che riprende a decorrere dal momento in cui si è verificata la causa di sospensione e fino al completamento dell’originario percorso di specializzazione, senza togliere valore al periodo maturato primo del fatto sospensivo”.

“Il direttore sostiene ancora che anche se di fatto il corso della collega sarà completato a dicembre 2025, “sostanzialmente la sua posizione accademica rimane quella anteriore alla causa di sospensione, ossia di uno specializzando immatricolato nell’A.A. 2019/2020 che avrebbe dovuto completare il suo percorso nell’A.A. 2022/2023, non ricompreso nel perimetro applicativo della norma”. Secondo egli, “ragionando a contrario si attribuirebbe di fatto all’impianto normativo descritto una portata retroattiva che in base ai principi generali non può avere, creando altresì una disparità di trattamento tra coloro che si sono iscritti nell’A.A. 2019/2020 e hanno regolarmente completato il loro iter formativo nell’A.A. 2022/2023, e coloro che invece hanno sospeso la frequenza per una delle ipotesi previste dalla normativa, che si vedrebbero per ciò solo destinatari di un importo maggiorato”.

“Per i sottoscritti, le osservazioni rappresentate dal Servizio preposto della direzione generale della Sanità hanno una interpretazione del tutto personale. L'unica vera ingiustizia da sempre in essere, e discriminazione, è ritenere che l'attività svolta dal personale sanitario specializzando abbia meno valore economico e quindi di responsabilità, rispetto a quella di un medico specializzando. In proposito, il timore del dott. Mocci di generare una disparità di trattamento tra coloro che si sono iscritti nell’A.A. 2019/2020 e hanno regolarmente completato il loro iter formativo nell’A.A. 2022/2023, e coloro che invece hanno sospeso la frequenza per una delle ipotesi previste dalla normativa (noi chiediamo vengano presi in considerazione i casi imprevisti di grave malattia), nell'eventualità in cui a questi ultimi si consente un aumento della borsa di studio, può essere invece rassicurato”.

“Non c'è nessun pericolo di creare una disparità perché per quanto riguarda le borse di studio il discorso è molto più ampio. Si deve tenere infatti conto che le borse di studio all'Università possono essere assegnate o aggiunte anche dopo che le graduatorie di un bando sono state pubblicate, o in fase di frequentazione del corso; che l'importo della borsa di studio può variare in un qualsiasi momento in base a quello che i professori riescono a ricevere, ad es, vi sono specializzandi o dottorandi ai quali non è stata assegnata borsa regionale per insufficienza, in numero, di borse approvate dall'assessorato, e che magari sono riusciti per qualche mese ad avere una borsa di ricerca derivante da qualche progetto di ricerca presentato dal proprio professore o donata da ente privato”.

“Ancora, i colleghi di Irene già specializzati non si sono trovati a lavorare con matricole che guadagnavano oltre il doppio di loro, nonché, la collega, e c’è da evidenziarlo, per un tumore giunto nel momento più importante della sua vita quando stava per raggiungere il traguardo di una carriera universitaria tanto sacrificata, si è trovata a raccogliere tutte le sue forze per affrontarlo, ritardando l’opportunità, a differenza dei suoi colleghi di corso di allora, di poter entrare immediatamente nel mondo del lavoro come specialista. Oggi si trova a concludere l’anno accademico con ancora più sacrifici”.

“Auspichiamo di aver fornito abbastanza punti di replica all’interpretazione espressa dal dott. Mocci, solleviamo su Quotidiano Sanità la problematica in essere della nostra collega ed eventuali altri colleghi che si sono trovati a confrontarsi con le medesime importanti difficoltà affinché ora la problematica possa essere presa in carico dalle commissioni preposte e massima assemblea legislativa per discuterne e portarlo immediatamente a soluzione” – concludono Cannea e Tinti.

Elisabetta Caredda

06 maggio 2025
© Riproduzione riservata

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