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Rete ospedaliera. Consiglio approva i primi 4 capitoli. Prossima convocazione il 10 ottobre


I capitoli approvati riguardavano, rispettivamente, i seguenti temi: “Proposta di ridefinizione della rete ospedaliera”, “Contesto regionale”, “Rete ospedaliera attuale” e “Ricorso all’ospedale”. I capitoli che compongono il documento sono in totale 12. Arru nel suo intervento: “Noi cerchiamo di fare ragionamenti articolati e di dire le cose come stanno, seguendo un fondamento scientifico nella programmazione sanitaria”.

06 OTT - Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato, nella seduta di mercoledì scorso, i primi 4 capitoli del documento di riforma della rete ospedaliera. I lavori riprenderanno martedì 10 ottobre  alle ore 16. I capitoli che compongono il documento sono in totale 12.

I primi 4 capitoli approvati riguardavano, rispettivamente, i seguenti temi: “Proposta di ridefinizione della rete ospedaliera”, “Contesto regionale”, “Rete ospedaliera attuale” e “Ricorso all’ospedale”.

Nel corso dell’esame del primo capitolo, riporta una nota del Consiglio regionale che sintetizza la seduta, il presidente dell’assemblea, è intervenuti Edoardo Tocco (Forza Italia), secondo il quale “siccome siamo ancora in alto mare col documento che stiamo discutendo, sarebbe opportuno fermarci un attimo visto che nel frattempo gli atti aziendali, i trasferimenti e i tagli vanno avanti. C’è un grande malumore negli ospedali: oggi si è perfino dimesso il primario di Oculistica del Brotzu e mi dicono che non sarà l’unico caso. Assessore, glielo dico seriamente: è il caso di fermarvi a riflettere”.

Per Emilio Usula (Rossomori) “la discussione deve iniziare con un plauso agli estensori di questo testo. Alla pagina 8 si parla di insularità e della difficoltà delle reti di comunicazione fra territori; si parla di territori e spopolamento. Peccato che la premessa sia condivisibile ma non tutto il resto: nelle pagine successive innescate una retromarcia e prendete ben altra direzione. Le distanze non contano più, le difficoltà di collegamento nemmeno.  Siete incoerenti con le vostre stesse premesse e con i differenti fabbisogni, tanto che questa riforma nasconde un pasticcio e un imbroglio: è un’occasione persa, come avrò occasione di spiegare più avanti”.

Per il leader sardista Cristian Solinas “non è corretta la declaratoria di inammissibilità operata sugli emendamenti del Psd’Az, regolamento alla mano. Ma siccome si tratta di oltre mille emendamenti stiamo parlando di un vulnus che rimarrà in questo dibattito”.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha replicato che “si tratta di una consuetudine di questo Consiglio e non c’è possibilità di ammettere un emendamento su un emendamento soppressivo”.

Per Forza Italia è intervenuto Mariano Contu, secondo cui “non si può dimenticare che già nell’approccio al documento si colgono carenze molto evidenti. In particolare il fatto che non si conoscono i bisogni di tutti i territori e dunque si scrive un progetto sanitario senza sapere esattamente che funzione dovrà svolgere. Mancano le fondamenta e non vi siete presi la briga di verificare come si traduce, nel concreto, la vostra riforma della rete ospedaliera”.

Marco Tedde (FI) ha esordito ricordando “gli aspetti negativi di un piano che non è certo in linea con i propositi con le dichiarazioni elettorali di Pigliaru. Non possiamo condividere questa vostra riorganizzazione, disegnata a tavolino come se la Sardegna fosse la Toscana o il Piemonte. E come se non bastasse in nove mesi non siete riusciti nemmeno a nominare il direttore generale dell’Areus. Chi pagherà i danni che state facendo ai sardi? Chi pagherà per i vostri errori marchiani, che costellano questo benedetto piano? Non sono barzellette ma ci stiamo avvicinando”.

Sempre dai banchi dell’opposizione  è intervenuta Alessandra Zedda (FI) e ha parlato degli emendamenti: “Quando si citano le leggi bisognerebbe capire se sono affini alla norma e poi applicarle. Come rendiamo applicabile il DM70 con la riorganizzazione che state mettendo in piedi? E come pensate di applicarlo per alcuni ospedali e non per altri? Bisognava armonizzare la norma ministeriale con la nostra specialità e invece non è stato fatto”.

Per FLI ha preso la parola Paolo Truzzu, che ha sollevato “un problema generale per l’Aula. Ricordo Pigliaru che citò Einaudi nella prima seduta: vi pare che quest’Aula sia davvero in grado di deliberare? Non conosciamo nemmeno i conti della Sanità nel 2016”.

Per Giorgio Oppi (Udc) “non è accettabile che si dica che una struttura come Ematologia debba essere trasferita prima a ottobre, poi a novembre e ora a gennaio. Dovete evitare la confusione e darci un quadro di quel che accadrà. Ormai nessuno sa più nulla, manco se la Dialisi rimarrà a Iglesias o se andrà a Carbonia.  Manca tutto, compresa la sensibilità verso i pazienti. Noi ritireremo questo primo blocco di circa 80 emendamenti soppressivi, fermo restando che agiamo alla luce del solo. Non come altri, che fanno ricomparire ciò che era già stato sparire”.

Il PDS ha preso la parola con Augusto Cherchi che ha detto: “La dotazione dei posti letto secondo il DM70 è un valore dal quale ci discostiamo al ribasso e lo facciamo tenendo conto anche dell’ospedalità privata.  Anche i tassi di occupazione per posto letto sono al di sotto della media nazionale ma dal 2011 stiamo andando a ridurre i tassi di occupazione mettendoli in linea con quelli nazionali”.

Forza Italia ha annunciato con il suo capogruppo Pietro Pittalis che “manterrà tutti i suoi emendamenti e parlerà su tutti gli emendamenti. Lo hanno detto prima di noi le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di categoria, lo hanno detto i cittadini con i loro comitati: la riforma che state proponendo è sbagliata e fa soffrire soprattutto le aree interne della Sardegna.  Le conseguenze che rischia di produrre questo piano sono fortemente gravi e pregiudicano una sanità di qualità per tutti i cittadini sardi. Compreso quel cittadino arrivato col codice verde al Santissima Annunziata di Sassari  che è morto poco fa a Sassari in codice verde in attesa di essere visitato. Spero che su questo l’assessore Arru indaghi e individui la responsabilità, se c’è una responsabilità. Avete i numeri per approvare questo atto: fate pure. Noi non chiederemo il voto segreto, vogliamo che emerga tutta la vostra responsabilità”.

Annamaria Busia (Cps) ha chiesto all’assessore Arru alcuni chiarimenti sui posti letto in Gallura.
 
L’assessore alla Salute, Luigi Arru ha espresso il cordoglio per i fatti riferiti dall’on. Pittalis: “Ho chiesto informazioni e avrò maggiori dettagli su quanto è successo. Riferirò all’Aula e intanto all’Aula chiedo maggiore serenità. Non è vero che c’è un primario che si è dimesso: c’è un primario che va in pensione e si assenterà in anticipo perché ha centinaia di giorni di ferie arretrati. Diciamo anche che è di oggi la notizia secondo cui la stroke unit del Brotzu è stata inserita tra le prime dieci strutture italiane. Ecco, noi cerchiamo di fare ragionamenti articolati e di dire le cose come stanno, seguendo un fondamento scientifico nella programmazione sanitaria”.

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo 4 (Pittalis - Truzzu), che è stato respinto. Bocciati anche il 601 e il 602.


Sui posti letto del “Mater” di Olbia sono intervenuti Luigi Ruggeri (Pd), Annamaria Busia e Francesco Agus (Cps) per chiedere questi ultimi una diversa formulazione dell’inciso contenuto nel testo. E’ intervenuto per chiarimenti anche il presidente Ganau e a seguire anche Giorgio Oppi, secondo cui “è opportuno precisare meglio che i posti letto per la Sardegna sono 3,55 ogni mille abitanti”.

È quindi stato approvato il testo del capitolo 1.

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del secondo capitolo (Contesto regionale).

Il vice presidente della commissione Sanità Edoardo Tocco (Forza Italia) ha affermato che “la distribuzione territoriale del sistema sanitario regionale mette in primo piano la necessità di un servizio efficiente di emergenza urgenza, che però ancora non esiste, ragione di più per fermarsi e sospendere l’esame del provvedimento, considerato che il sevizio di elisoccorso partirà concretamente non prima di un anno”. In questa fase, dunque, a giudizio di Tocco “saranno particolarmente esposti proprio i presidi ospedalieri più piccoli e marginali, sia dell’interno che nelle zone costiere; la riflessione che sollecitiamo ha perciò lo scopo di dare spazio alle richieste dei sardi che vivono nei piccoli centri ed hanno una situazione di grande difficoltà”.

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito il secondo capitolo del documento “quello che evidenzia di più, in negativo, le tante peculiarità della Sardegna, per cui è stato un grave errore utilizzare i modelli di altre Regioni profondamente diverse dalla nostra ed inoltre, con il sistema ipotizzato, non sarà possibile rispendere alla domanda di salute dei sardi, nemmeno negli hub di Cagliari e Sassari perché soprattutto quello sassarese è sottodimensionato”. Insomma, ha sintetizzato Tedde, “emerge uno scenario di fondo preoccupante aggravato dal fatto che ancora oggi, dopo nove mesi, non esiste il settore dell’emergenza-urgenza solo a causa di problemi politici interni alla maggioranza o al Pd, situazione che però non deve interessare l’assessore, chiamato comunque a dare risposte”.

Alessandra Zedda, anch’essa vice capogruppo di Forza Italia ha segnalato che, “mentre a parole si tiene in considerazione il problema dell’insularità, poi se ne prescinde in modo evidente perché, ad esempio, i due poli principali non hanno dotazioni adeguate e non si intravede una approfondita analisi socio economica dei diversi territori; da ciò emerge la mancanza di un ragionamento omogeneo e coerente che dia sostanza al problema dell’insularità e dei territori più marginali dell’Isola”.

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha ribadito quanto dichiarato in precedenza, nel senso che “che da premesse di segno positivo condivisibili discendono conseguente totalmente opposte ed anzi, di fatto, si stanno creando le basi per un forte accentramento di servizi sui due poli con l’impoverimento della Sardegna centrale, già povera e meno coperta dai servizi essenziali, continuando ad alimentare malessere e spopolamento”. La Sardegna invece, ha sostenuto, “deve essere considerata un unicum territoriale con una marcata interdipendenza funzionale fra tutti i territori, per realizzare equità di servizi e garanzie di sussidiarietà verso i più deboli”. In conclusione, Usula ha citato l’esempio della Puglia dove si è privilegia la buona organizzazione rispetto alla mappa della distribuzione della popolazione, “nonostante la Puglia abbia caratteristiche morfologiche molto diverse dalla Sardegna e ben quattro Regioni confinanti ai quali i cittadini possono rivolgersi”.

Al termine di quest’ultimo intervento il Consiglio, dopo aver respinto tutti gli emendamenti presentati, ha approvato il secondo capitolo e, successivamente, anche il terzo (Rete ospedaliera attuale) ed il quarto (Ricorso all’ospedale).

06 ottobre 2017
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