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Sassari. L’Azienda ospedaliera punta all’acquisto di un mini ciclotrone per produrre radiofarmaci

di Elisabetta Caredda

Si studiano soluzioni per far fronte alle difficoltà legate alla reperibilità del farmaco, che oggi arriva sull’Isola dal continente. Sull’opportunità momentanea di trasportare il radiofarmaco a Sassari laddove fosse prodotto dall’azienda ospedaliera Brotzu, Spano accenna: “Stiamo verificando la percorribilità in considerazione del fatto che il radiofarmaco sarebbe senza AIC”. Per il prossimo futuro l'Aou di Sassari si propone poi di investire in nuova tecnologia

02 NOV - Diverse le prospettive che si ipotizzano in questi giorni per risolvere una volta per tutte la problematica segnalata da medici e pazienti oncologici sardi sulla difficoltà di effettuare con regolarità esami diagnostici con la Pet nell’Aou sassarese per problemi legati al trasporto del radiofarmaco necessario.

Il commissario straordinario Antonio Lorenzo Spano, sentito da Quotidiano sanità sulla possibilità di trasportare il radiofarmaco a Sassari se eventualmente prodotto dall’azienda ospedaliera Brotzu, pronta a farlo così come accennato dal commissario Paolo Cannas, spiega: “Coadiuvati dalla Prof.ssa Angela Spanu (Direttore della Medicina Nucleare) stiamo valutando tutte le ipotesi da percorrere e tra queste c'è anche quella di ricorrere temporaneamente al Brotzu, nelle more della conclusione degli interventi strutturali che stiamo portando avanti. Stiamo quindi verificando la percorribilità in considerazione del fatto che il radiofarmaco sarebbe senza AIC (ovvero senza autorizzazione all'immissione in commercio in quanto farmaco magistrale, ndr)". Riguardo a questo ultimo aspetto, per Spano, se è "sicuramente vero" che non esiste un problema "quando lo si produce per le necessità interne Aziendali, risulta invece una problematica quando questo esce dai confini aziendali per andare in altra Azienda. In questo ultimo caso si presenta una responsabilità del medico nella somministrazione del farmaco prodotto come magistrale da altra azienda".

Per il prossimo futuro l'Aou di Sassari si propone poi di investire in nuova tecnologia. In apertura del convegno sulle demenze nella terra della longevità svoltosi venerdì 29 ottobre, organizzato dalla Medicina Nucleare dell’Aou di Sassari al ‘Grazia Deledda’, del quale si apprende in una nota dell’azienda stessa, Spano annuncia: “Stiamo lavorando per poter procedere all'acquisto di un mini ciclotrone che possa consentire la produzione diretta anche nella nostra azienda del radiofarmaco, agevolando il lavoro dei nostri professionisti, riducendo il rischio dell’approvvigionamento e dando risposte ai nostri pazienti e alle loro famiglie. A tal proposito ci stiamo muovendo per risolvere questo tipo di problemi con il supporto inoltre della Regione, con gli assessorati ai Trasporti e alla Sanità”.  

“L'Aou – continua la nota - è riuscita a trovare anche il supporto di fornitori che hanno organizzato una serie di trasporti privati e garantito così l’approvvigionamento settimanale per la diagnostica tradizionale e per una seduta Pet per una decina di pazienti. Una situazione che ha costretto a concentrare le sedute per la Pet, anche in considerazione della breve vita del radiofarmaco utilizzato per questa diagnostica”.

“Il mini ciclotrone ci affrancherebbe da questa situazione di dipendenza da fornitori lontani – ha commentato la prof.ssa Spanu –, perché noi abbiamo bisogno di iniziare a lavorare dalla mattina presto senza dover dipendere dalle tempistiche di arrivo del radiofarmaco. Siamo anche un hub e abbiamo dei doveri verso i nostri pazienti. Non posso che ringraziare per questa sensibilità verso il nostro servizio”.

Tra gli interventi che hanno accennato ad investimenti in tecnologie e telemedicina, quello del professore Andrea Piana, prorettore vicario, che ha accennato a “2,6 milioni di euro previsti nella Omnibus e destinati al miglioramento dei laboratori medici e scientifici. Ancora, a sei progetti presentati nel Pnrr dei quali uno dedicato alla Medicina per la ricerca di biomarcatori, metabolomica, radiomica, per individuare quanto più precocemente possibile le malattie oncologiche e neurodegenerative e trovare la terapia farmacologica mirata”.

“Il convegno – conclude la nota - ha permesso di mettere in evidenza come una delle malattie neurodegenerative più diffuse in Sardegna sia l’Alzheimer. Nell'Isola si contano circa 16.000 malati. Uno dei fattori di rischio è l’avanzare dell’età ma accanto alle forme senili è sempre più frequente l'esordio della malattia al di sotto dei 65 anni. Da non sottovalutare le forme ereditarie con esordio tra i 35 e i 60 anni di età. Non esiste una terapia specifica ma sono possibili cure innovative in grado di rallentare l'evoluzione della malattia diagnosticata nelle fasi iniziali”.

Elisabetta Caredda

02 novembre 2021
© Riproduzione riservata

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