Quotidiano on line
di informazione sanitaria
27 APRILE 2025
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Gli italiani e gli stili di vita


15 APR - Dagli esperti dell’Osservatorio sull’Economia della Salute Pubblica per il cambiamento del sistema sanitario italiano, fondato dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, la fotografia sugli stili di vita degli italiani.

La dieta
Gli italiani non sono promossi a pieni voti sul fronte degli stili di vita, basti pensare che, nonostante i benefici ben documentati della dieta mediterranea, solo il 5% degli italiani ha consumato la dose giornaliera raccomandata di frutta e verdura nel 2023. Questa scarsa aderenza è influenzata da molteplici fattori, tra cui i vincoli economici che rendono i prodotti freschi meno accessibili, lo spostamento culturale verso i cibi veloci e trasformati e i problemi di accessibilità, in particolare nelle aree urbane.  Inoltre, il cambiamento dello stile di vita, la mancanza di tempo e l'aumento del consumo di cibi pronti hanno contribuito al declino dei modelli alimentari tradizionali. Questa insufficienza alimentare aumenta il rischio di obesità, malattie cardiovascolari e disturbi metabolici. Il 35% degli adulti italiani può essere classificato come sovrappeso e il 12% come obeso, con una prevalenza maggiore tra gli uomini, gli individui di età compresa tra 65 e 74 anni e i gruppi con un basso livello di istruzione.  Le regioni con la più alta percentuale di obesi sono Puglia, Basilicata, Molise e Sicilia.

L'alcol

L'alcol ha un ruolo centrale nella cultura italiana, in particolare il vino e la birra. Nel 2023, quasi la metà degli italiani ha consumato vino almeno occasionalmente, di cui il 10% uno o due bicchieri al giorno. Un piccolo gruppo (2%) beve addirittura più di mezzo litro di vino al giorno. La birra, invece, segue un ritmo stagionale, con il 12% che la consuma in determinati periodi dell'anno. Tuttavia, la birra è ancora molto popolare: quasi il 40% la consuma almeno di rado e il 5% la fa rientrare nella propria routine quotidiana.

Sebbene le bevande analcoliche siano diventate sempre più popolari, il consumo nocivo di alcol costa ancora all'economia globale il 2,6% del PIL ogni anno, con perdite di produttività, causate da assenteismo, incidenti e morti premature, che costituiscono la maggior parte (61%) di questi costi. In Italia, le malattie legate all'alcol provocano ogni anno oltre 42.000 ricoveri ospedalieri, con costi diretti e indiretti che gravano sui sistemi sanitari e sulle imprese. I giovani lavoratori (tra i 20 e i 39 anni) sono particolarmente colpiti, poiché il 25% dei decessi in questa fascia d'età è legato all'alcol, aggravando la carenza di forza lavoro nei settori ad alta intensità di manodopera.

Il tabacco
Il fumo continua a rappresentare una delle sfide più persistenti per la salute pubblica in Italia. Nel 2023, il 19% degli italiani fumava, con la prevalenza più alta tra gli uomini di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Sebbene i tassi di fumo a livello nazionale siano diminuiti di 5 punti percentuali negli ultimi venti anni, questa tendenza non è stata osservata in tutte le regioni.

Nonostante i pericoli ben noti, solo il 30% dei fumatori ha cercato di smettere di fumare e, in quasi l'80% dei casi, il tentativo è fallito, evidenziando le lacune nelle strategie di prevenzione e intervento.

La cessazione e la prevenzione sono stati il pilastro della strategia italiana contro il fumo. Tuttavia, l'Italia rischia di non raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati: una riduzione del 30% della prevalenza entro il 2025 rispetto ai livelli del 2010, corrispondente a una prevalenza del 16,1% a livello nazionale, e una diminuzione del 5% entro il 2024, come stabilito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nel frattempo, nuovi prodotti stanno rimodellando l’approccio italiano al fumo e al consumo di nicotina. L'uso delle sigarette elettroniche è aumentato costantemente, seppur in modo modesto, passando da meno del 2% nel 2014 al 4,8% nel 2023. Secondo i dati dell'Eurobarometro, il 3% della popolazione italiana utilizza sigarette elettroniche, mentre il 4% fa uso di tabacco riscaldato. Dal punto di vista economico, se metà dei fumatori italiani optasse per questi prodotti alternativi, si potrebbero ottenere risparmi significativi per il Servizio Sanitario Nazionale, che potrebbero superare i 700 milioni di euro all’anno (circa 600 milioni di sterline).

Dipendenze
In Italia, il 39% degli adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha consumato almeno una volta sostanze illegali.  Il consumo di alcol, sebbene legalmente accettato, contribuisce a un diffuso deterioramento della salute, portando a malattie croniche, disturbi mentali e instabilità sociale. Il binge drinking - definito come il consumo di più bevande alcoliche in un breve periodo - è diventato sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani adulti e gli adolescenti. Il consumo di bevande ad alta intensità, in cui gli individui consumano due o più volte la soglia del binge drinking, aggrava i rischi per la salute, aumentando la probabilità di intossicazione da alcol, comportamenti a rischio e dipendenza a lungo termine. La dipendenza non è semplicemente una mancanza personale, ma un problema sistemico, spesso rafforzato da difficoltà economiche, ambiente sociale e disagio psicologico.

Oltre alle droghe e all'alcol, le dipendenze comportamentali come il gioco d'azzardo e il consumo digitale compulsivo riflettono la natura involontaria di questi modelli. Nel Sud Italia, gli alimenti ultra-lavorati contribuiscono in modo significativo all'obesità e alle malattie metaboliche, rafforzando questi cicli di dipendenza.  Questi alimenti, studiati per garantire un'elevata appetibilità e una bassa qualità nutrizionale, favoriscono il consumo eccessivo alterando i meccanismi di ricompensa e riducendo il senso di sazietà. Esiste una correlazione diretta tra l'aumento dell'assunzione di alimenti ultraprocessati e l'aumento degli indici di adiposità, in particolare tra i soggetti con obesità grave. Le bevande analcoliche, l'alimento ultra-lavorato più consumato, aggravano questi rischi per la salute e la loro assunzione aumenta di pari passo con l'IMC. Nelle comunità a basso reddito, l'accessibilità e l'economicità degli alimenti ultra-lavorati rafforzano ulteriormente queste abitudini alimentari, soppiantando gli alimenti più sani e minimamente lavorati e indebolendo l'adesione alla dieta mediterranea.

La fuga dalla dipendenza è raramente una questione di sola determinazione. L'astinenza, le abitudini radicate e i fattori scatenanti ambientali mantengono le persone bloccate in cicli distruttivi. L'ambiente sociale che circonda queste dipendenze, con l'esposizione all'uso di sostanze, l'instabilità economica e l'influenza dei coetanei che agiscono come forti determinanti del comportamento di dipendenza. “Comprendere la dipendenza come una forza che annulla l'autocontrollo è essenziale per affrontarla in modo efficace – spiegano gli esperti. Aspettarsi che gli individui si liberino con la sola forza di volontà non è realistico: sono necessarie strategie di salute pubblica complete, politiche di riduzione del danno e sistemi di supporto a lungo termine per mitigare le conseguenze devastanti a livello personale e sociale”.

La prevenzione
Molte delle condizioni di salute più diffuse sono prevenibili, eppure i governi e i sistemi sanitari destinano la maggior parte delle loro risorse al trattamento delle malattie piuttosto che alla loro prevenzione. Le malattie cardiovascolari, il diabete, le patologie respiratorie e molti tipi di cancro potrebbero essere significativamente ridotti attraverso cambiamenti nella dieta, nella qualità dell'aria e nei livelli di attività fisica. Invece di aspettare che le persone sviluppino malattie croniche per poi prescrivere costosi farmaci, gli investimenti dovrebbero essere orientati verso programmi di salute pubblica completi, volti a promuovere stili di vita più sani e a limitare l’esposizione a sostanze nocive. Spostare l’attenzione dal trattamento alla prevenzione non solo migliorerebbe gli esiti sanitari, ma genererebbe anche risparmi economici per i sistemi sanitari. Il trattamento delle malattie croniche rappresenta un grave onere finanziario sia per gli individui che per i governi, con costi a lungo termine per farmaci, ospedalizzazioni e perdite di produttività. Le misure preventive, come la promozione dell’esercizio fisico, la riduzione dell’inquinamento atmosferico e il miglioramento della nutrizione, richiedono un investimento inferiore rispetto alla gestione di malattie in stadio avanzato. I sistemi alimentari svolgono un ruolo cruciale nella salute pubblica. Il consumo di cibi ultraprocessati, zuccheri in eccesso e grassi trans ha alimentato l’aumento dell’obesità e dei disturbi metabolici. Anziché affidarsi a costosi trattamenti per diabete e malattie cardiache, le politiche dovrebbero concentrarsi sulla maggiore accessibilità a cibi freschi e nutrienti. I governi dovrebbero introdurre regolamenti più severi sulla pubblicità ingannevole degli alimenti, tassare i prodotti dannosi per la salute e investire in programmi di alimentazione scolastica che promuovano diete equilibrate fin dalla giovane età. Affrontando i fattori di rischio alimentari in anticipo, i sistemi sanitari pubblici possono ridurre la necessità di interventi costosi, come la terapia insulinica per il diabete o la chirurgia cardiaca per malattie avanzate.

La prevenzione del cancro è un altro ambito in cui l’intervento precoce risulta più efficace rispetto al trattamento tardivo. Le politiche di controllo del tabacco, la diffusione dei vaccini contro l’HPV e l’epatite B e il miglioramento delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro possono ridurre drasticamente l’incidenza di tumori prevenibili. Tuttavia, gli sforzi attuali spesso si concentrano sullo sviluppo di farmaci costosi, trascurando misure preventive semplici che potrebbero fermare la malattia prima che inizi. Investire in programmi di prevenzione, come le campagne per smettere di fumare o le iniziative di vaccinazione, è molto più conveniente rispetto al finanziamento di anni di chemioterapia, radioterapia e cure palliative.

 

 



15 aprile 2025
© Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy