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Gemmato: “Su payback impegno a intervenire a breve, medio e lungo termine”


03 LUG -

Il payback sulla spesa farmaceutica “è una tagliola sul cui superamento il Governo vuol prendere un impegno a breve, medio e lungo termine. Si tratta di un sistema distorsivo per l'Italia, che in questo momento sta attraendo investimenti da tutto il mondo. Il primo impegno che mi sento di prendere è di immaginare già in legge di Bilancio un abbattimento del payback sulla spesa farmaceutica convenzionata dell'1,83%: riteniamo sia tempo di limitare questa contribuzione, abbassandola all'1,27% per due anni, fino poi ad azzerarla. Per quanto riguarda il payback sulla spesa diretta, è molto complesso e innegabilmente molte Regioni fondano la sostenibilità dei loro bilanci su questo tipo di contribuzione. Anche qui il governo è pronto ad assumersi l'impegno per mitigare effetto attraverso un tavolo concertazione per immaginare percorsi che possano ridurre il payback, senza che si abbia un impatto negativo sui bilanci delle Regioni, sempre in una logica collaborativa. Raggiungeremo questo obiettivo insieme”. Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, intervenendo all'assemblea pubblica di Farmindustria a Roma.  


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Il sottosegretario ha poi ricordato l'iniziativa di “compendiare tutta la burocrazia normativa attraverso la realizzazione di un testo unico sulla legislazione farmaceutica. In questo settore c'è un affastellamento di leggi, penso alla 405/2001 o alla 219/2006 e a tutta la miriade di emendamenti che hanno creato una stratificazione e ingarbugliato il nostro mondo. Stiamo già lavorando con l'obiettivo di migliorare ulteriormente le performance della industria del farmaco. Abbiamo inoltre il problema della geopolitica che impatta sulla farmaceutica: l'80% dei principi attivi e degli ingredienti che si utilizzano per produrre farmaci proviene da India e Cina. Significa che se avenisse una crisi diplomatica, nel giro di poco tempo rimarremmo senza farmaci. Questo merita un approfondimento da parte dell’Europa, ma penso che soprattuto l'Italia debba farlo e riportare la produzione di principi attivi essenziali per farmaci salvavita sul nostro territorio, anche se questo comporta investimento di denaro pubblico. E' una scelta trategica e siamo pronti a farlo grazie anche alla stabilità di questo governo”. Quanto allo spostamento di altre categorie di farmaci dalla distribuzione diretta a quella territoriale, dopo le gliptine e le glifozine, l'idea è di “proseguire con altri anti-diabete e, idealmente, via via con tutti i farmaci che riguardano le cronicità”



03 luglio 2025
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