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Supplementi di vitamina D3: un ausilio nel trattamento dei tumori gastro-intestinali?

di Maria Rita Montebelli

Due studi pubblicati questa settimana su JAMA, il SUNSHINE e l’AMATERASU, forniscono nuove informazioni sul potenziale utilizzo della vitamina D nei pazienti con tumori del colon retto e altre neoplasie luminali gastrointestinali. Risultati promettenti, che dovranno tuttavia essere confermati da ulteriori studi con follow-up più lunghi, per analizzare più in dettaglio l’effetto sulla sopravvivenza e per cercare di capire i meccanismi alla base di questo possibile effetto anti-tumorale della vitamina D

10 APR - Nell’arco degli ultimi 30 anni sono stati condotti molti studi volti ad esplorare il ruolo dei supplementi nutrizionali (beta carotene, acido ascorbico, alfa-tocoferolo, selenio, acido folico) nella prevenzione dei tumori. Nessuno dei trial clinici effettuati (la maggior parte ha interessato il colon retto) ha dimostrato un’efficacia di questi supplementi nella prevenzione del cancro.
 
Più di recente l’attenzione della comunità scientifica si è appuntata sulla vitamina D, dopo che gli studi osservazionali avevano rivelato che elevati livelli circolanti di vitamina D (misurata come 25-idrossivitamina D) sono inversamente correlati con il rischio di cancro del colon retto.  In realtà – fanno notare Elizabeth Barry e colleghi, autori di un editoriale pubblicato su JAMA - elevati livelli circolanti di vitamina D potrebbero rappresentare solo un biomarcatore di buona salute in generale e non avere necessariamente un ruolo causale nella prevenzione dei tumori.
 
Altri studi condotti in passato non sono riusciti a dimostrare un beneficio di prevenzione del tumore con la supplementazione di vitamina D3. Lo studio VITAL, ad esempio, con un follow-up mediano di 5,3 anni, non ha dimostrato una riduzione del rischio di tumore del colon retto, anche se certo il follow-up non è sufficientemente lungo per i tempi della cancerogenesi.
 
Alla domanda se la supplementazione con vitamina D potesse aiutare a migliorare gli esiti nei pazienti con tumore hanno tentato di dare una risposta altri due studi, pubblicati questa settimana su JAMA: il SUNSHINE, condotto su un gruppo di pazienti nord americani con tumore del colon retto in fase avanzata  o metastatica e l’AMATERASU, condotto su pazienti giapponesi con tumori gastro-intestinali luminali. I risultati di entrambi questi trial sono interessanti.
 
Il SUNSHINE, uno studio di fase 2 (primo nome Kimmie Ng, Dana-Farber Cancer Institute, Boston, Usa), ha valutato gli effetti della supplementazione con vitamina D3 in aggiunta alla chemioterapia standard in 139 pazienti con tumore del colon retto avanzato o metastatico ed ha confrontato vitamina D ad alte dosi (8.000 UI/die per 2 settimane, poi 4.000 UI/die), con un dosaggio standard di vitamina D3 (400 UI/die). Il gruppo supplementato con alte dosi di vitamina D3 ha riportato una PFS (sopravvivenza libera da progressione di malattia) superiore di 2 mesi rispetto all’altro gruppo (13 mesi contro 11). I pazienti supplementati con alte dosi, inoltre in un periodo di follow-up mediano di 22,9 mesi hanno presentato un minor tasso di progressione di malattia o di mortalità (rischio ridotto del 36%). Non ci sarebbero tuttavia vantaggi sulla sopravvivenza globale.
 
Lo studio AMATERASU* (primo nome Mitsuyoshi Urashima, Jikei University School of Medicine, Tokyo, Giappone), condotto in Giappone su 417 pazienti affetti da tumori gastro-intestinali di stadio I-III (48% colon-retto, 42% stomaco, 10% esofago), sottoposti ad intervento chirurgico con resezione completa del tumore, sono stati randomizzati ad una supplementazione di vitamina D3 (2.000 UI/die) o placebo. Nel corso di un follow-up di 3,5 anni, la supplementazione di vitamina D3 non ha prodotto un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da recidive. Ma un’analisi post hoc, aggiustata per l’età, ha rivelato un beneficio statisticamente significativo con la supplementazione (HR 0.66). Anche in questo studio non sono tuttavia emersi benefici sulla sopravvivenza globale.
 
Andando ad analizzare più in dettaglio la popolazione studiata, emerge un maggior effetto protettivo della vitamina D3 rispetto al prolungamento della PFS nei soggetti con indice di massa corporea più basso, con più siti interessati da metastasi o con tumori KRAS wild type (studio SUNSHINE).
 
“Si può essere tentati – scrivono gli editorialisti – si interpretare i risultati preliminari rispetto alle recidive e alla PFS come effetti anti-tumorali specifici della supplementazione con vitamina D3. Tuttavia, alti livelli di vitamina D sono risultati associati a mortalità e morbilità sostanzialmente ridotta tra i pazienti ricoverati per una serie di patologie non tumorali ,oltre che per cancro. Dunque, i risultati di questi 2 studi, potrebbero riflettere degli effetti biologici più ampi della vitamina D”.
 
*Il nome Amaterasu in giapponese indica la ‘Grande dea che splende nei cieli’, la dea del sole, colei dalla quale discendono tutte le cose, nella religione scintoista. È considerata la mitica antenata diretta della famiglia imperiale giapponese.
 
Maria Rita Montebelli

10 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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