Si è celebrato il Giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato del 2024. Molto apprezzata è stata la requisitoria del 26 giugno del Procuratore Generale, specie nella parte afferente alla tutela della salute, con particolare riferimento critico alle liste di attesa. Una bellissima frase, la sua che sottolinea, da “buon padre di famiglia” avvolto nella sua dignitosa toga, come "il capitale umano oggi è sacrificato sull’altare dei deficit di budget".
Non solo. Ha ribadito una lettura non solo giuridica dell’art. 32 della Costituzione bensì socio-politica ribadendo che "la tutela del fondamentale diritto alla salute rimane, a mio modo di vedere, centrale per definire il parametro di civiltà di un paese". In proposito, ha richiamato la copiosa giurisprudenza della Consulta nella quale è stato affermato, sulla base dei Lea funzionali a fissare le garanzie erogative essenziali delle prestazioni, che la loro esigibilità "non può essere finanziariamente condizionato(a) in termini assoluti e generali”, perché "è la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione".
Nella sua requisitoria esamina tutti i segmenti erogativi della salute pubblica. Lo dice anche con il tono correttamente rabbioso di chi vede a quale livello di assoluta precarietà è ridotta l’assistenza sanitaria. Lo ha fatto da persona comune che vive quotidianamente i problemi della gente e che, nella contemporaneità, svolge un ruolo istituzionale funzionale a stigmatizzarne l’entità e la gravità della situazione. Con questo ha dichiarato non affatto percepibile l’efficacia dell’assistenza territoriale, perché non in grado di filtrare la indebita e consistente domanda che affolla i pronto soccorsi.
Per non parlare della prevenzione che, da compito essenziale del servizio sanitario nazionale, è divenuta una opzione gravemente colposa di non averla ancora messa a terra. Defaillance, queste, che fanno puntare il dito al PM dei conti pubblici su un «fenomeno vergognoso, per un Paese civile», minacciato nell’universalità, uniformità, dignità ed equità del sistema sociosanitario.
Quanto alle liste di attesa ne ha detto di cotte e di crude, come del resto l’evento merita:
- auspicando sul tema la rivalutazione del capitale umano, "funzionale all’abbattimento del vergognoso, per un Paese civile» fenomeno delle liste di attesa, garantendo al contempo la migliore uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale";
- valutando positivamente "l’accordo, che sembra finalmente raggiunto nella Conferenza Stato-Regioni, finalizzato al superamento, si auspica definitivo, del problema".
Dal giudizio di parificazione del rendiconto dello Stato del 2024, un’altra bell’esortazione da parte del presidente Carlino: quella di auspicare ad una nuova disciplina dei conti che sia interprete e strumento risolutivo per la realizzazione della migliore governance europea. In una, alla rilettura delle regole, in senso favorevole alle reali esigenze della Corte dei conti, tali da "delineare un assetto giuscontabile più coerente e moderno".
Ettore Jorio